Monza e brianza

Poliziotti in presidio per solidarietà al collega indagato

L'appello della segreteria provinciale della Sap: "Vogliamo solo servire il nostro Paese e renderlo più sicuro ma lo vogliamo fare in modo tutelato"

Poliziotti in presidio per solidarietà al collega indagato
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Una decina di poliziotti della Provincia di Monza e Brianza in presidio a Roma questa mattina (giovedì 1 luglio) presso la stazione Termini per  prendere parte al volantinaggio organizzato dalla segreteria nazionale del sindacato autonomo di Polizia, al fine di esprimere solidarietà nei confronti del collega indagato per i noti fatti avvenuti alcuni giorni fa.

Ricordiamo il fatto

La Procura di Roma ha aperto un'indagine per l'ipotesi di eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi in relazione a quanto avvenuto nel pomeriggio di sabato 19 giugno in via Marsala, dove un 44enne ghanese, che ha seminato il panico tra i passanti con un coltello in mano, è stato ferito con un colpo esploso dall'agente della PolFer.

Il presidio

"Vogliamo dire basta agli atti dovuti, basta alle tutele solo per chi delinque e basta pagare le spese legali per motivi di servizio di tasca nostra - spiega in un comunicato il segretario provinciale Sap Monza e Brianza, Alberto Valsecchi Vogliamo servire il nostro Paese al meglio, ma esigiamo di farlo in sicurezza. Negli anni chi veste una divisa ha subito una continua opera di delegittimazione, denigrazione, strumentalizzazione e gogna mediatica. Oggi chi scende in strada o siede su una volante per garantire la sicurezza del Paese è un eroe! Oltre a esporre se stesso, rischiando la propria incolumità e la propria vita, espone anche la serenità e il futuro della propria famiglia, perché la tutela legale per fatti di servizio dobbiamo pagarla di tasca nostra".

Cosa serve?

"Servono chiari PROTOCOLLI OPERATIVI che individuino cosa si può fare, quanta forza può essere e quali strumenti possono essere utilizzati - prosegue Valsecchi - Siamo vittime dell’ATTO DOVUTO e delle controdenunce come strategia difensiva che ci costringono a sostenere personalmente le spese legali e peritali. E’ necessario che sia l’Amministrazione a pagare da subito la difesa. Il poliziotto agisce per tutelare un interesse pubblico e non un interesse personale. Servono dotazioni adeguate come TASER, BODYCAM e GIUBBETTI ANTITAGLIO. La sperimentazione del TASER ha dimostrato che su 15 interventi in 14 vi è desistenza da parte della persona fermata, quindi niente utilizzo della forza e dei mezzi di coazione fisica. Il TASER è uno strumento di non violenza. Inoltre dotare gli uomini delle forze dell’ordine delle BODYCAM sulle divise, sulle auto e in tutti gli uffici delle forze di polizia rappresenta uno strumento di garanzia e trasparenza per tutti. I poliziotti non temono di dover rispondere delle proprie azioni o operato di fronte alla comunità".

Il disegno di legge

"Quelle sull’OLTRAGGIO, sulla VIOLENZA E RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE sono norme blande e inefficaci; per come oggi sono applicate esse non svolgono la necessaria funzione di deterrenza. Il rispetto per chi serve il Paese e il suo livello di civiltà passa anche dal riconoscimento e dalle tutele dei suoi servitori. Servono TUTELE E GARANZIE PROFESSIONALI. Oggi in Parlamento giace un disegno di legge presentato da un poliziotto, uno di noi. Dall’onorevole Gianni Tonelli che se approvato consentirà di garantire trasparenza e sicurezza all’operatore delle Forze dell’Ordine al fine di svolgere la loro funzione in modo sicuro, efficace e garantito. Tutto
ciò parte della previsione di TUTELE LEGALI, alla ridefinizione dei procedimenti penali nei riguardi delle Forze dell’Ordine per fatti di servizio fino ai PROTOCOLLI OPERATIVI".

L'appello

"NON VOGLIAMO UNA DIGNITÀ DIFFERENTE RISPETTO AI CITTADINI DAVANTI ALLA LEGGE, MA VOGLIAMO POTER SVOLGERE LA NOSTRA PROFESSIONE DI SERVIZIO NEL RISPETTO DELLA NOSTRA DIGNITÀ E IN CONDIZIONI DI RAGIONEVOLEZZA. LA VICENDA DELLA STAZIONE TERMINI A ROMA HA MESSO ANCORA UNA VOLTA IN LUCE TUTTE LE CRITICITÀ DELLA NOSTRA PROFESSIONE. Chi difende i difensori? Il nostro è un ordinamento che tutela solo chi delinque e non le vittime e le Forze dell’Ordine. Quanto accaduto sia di stimolo per CAMBIARE LE NORME e correggere il sistema. Ogni giorno sono centinaia gli interventi che ci espongono a rischi e responsabilità abnormi. E’ ora di invertire la rotta, VOGLIAMO SOLO SERVIRE IL NOSTRO PAESE E RENDERLO PIÙ SICURO, MA LO VOGLIAMO FARE IN MODO TUTELATO".

 

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