Seregno

Posate due Pietre d'inciampo per non dimenticare

In piazza Libertà è stata posata quella dedicata a Giovanni Re, in piazza Liberazione per Luigi Camisasca. Il sindaco ha ricordato il valore della testimonianza e dell'impegno della comunità per una società migliore. 

Posate due Pietre d'inciampo per non dimenticare
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A Seregno posate due Pietre d'inciampo per celebrare il Giorno della Memoria: in piazza Libertà quella dedicata a Giovanni Re, in piazza Liberazione per Luigi Camisasca. Il sindaco ha ricordato il valore della testimonianza e l'impegno della comunità civica per il cambiamento e per una società migliore.

Pietre d'inciampo in città

Nel pomeriggio di oggi, sabato 29 gennaio, a Seregno sono state posate altre due Pietre d'inciampo per celebrare il Giorno della memoria. In piazza Libertà, davanti a Palazzo Landriani, la Pietra dedicata a Giovanni Re: valoroso capitano ed ex ufficiale degli Alpini, fu tra i primi a organizzare la Resistenza a Seregno. Alla cerimonia, presenti le autorità civili e militari, sono intervenuti anche il nipote Massimo Re con il figlio Niccolò. Il sindaco, Alberto Rossi, ha ricordato che Re "ha avuto il coraggio di non voltare lo sguardo dall'altra parte. Ha avuto il coraggio di impegnarsi per un ideale di società migliore, più giusta".

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Pietre d'inciampo

La cerimonia dedicata a Luigi Camisasca

La seconda Pietra d'inciampo, la quarta installazione e l'ottava in città, è stata collocata in piazza Liberazione al Lazzaretto. Luigi Camisasca, di professione calzolaio, dopo l’8 settembre fu catturato sul fronte e tradotto in Germania, a Osnabruck. Morì il 30 marzo 1945 all’ospedale municipale di Osnabruck per meningite, commozione cerebrale, polmonite e debolezza di cuore. I suoi resti riposano al cimitero militare italiano di Amburgo. Alla cerimonia ha presenziato anche il nipote, Gianluigi Camisasca con la figlia Laura. "Una persona semplice, che un certo giorno è partita e non è più tornata", ha ricordato il primo cittadino. Un seregnese al quale "sono stati cancellati i sogni, i progetti, i desideri e le speranze. Tutto questo è sparito dietro a un filo spinato".  Con coraggio "fu capace di dire no" per coerenza con gli ideali di libertà e giustizia, ha ricordato il professor Francesco Mandarano, le cui ricerche storiche hanno contribuito a restituire memoria a tanti concittadini morti a causa della guerra.

 

 

 

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