Premiato il suo studio contro il tumore alle ovaie
Una professoressa dell'Università di Bari, originaria di Macherio, ha ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Airc.
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Premiato dalla Fondazione Airc (associazione italiana per la ricerca contro il cancro) il suo studio per individuare precocemente e combattere il tumore alle ovaie.
Il suo studio contro il tumore alle ovaie
Sotto quel camice bianco c’è la storia di una donna, una mamma, una ricercatrice e docente universitaria che, ogni giorno, fa del suo importante e prezioso lavoro di studio una vera e propria missione per migliorare la vita di ogni essere umano. Lei è Alessandra Castegna, 48 anni, originaria di Macherio. Per amore della ricerca ha lasciato la sua Brianza, dove è cresciuta, e dopo la laurea in Chimica Industriale, indirizzo Biotecnologico all’Università degli Studi nel capoluogo meneghino, ottenuta nel 1998, è volata negli States per il dottorato di ricerca presso la Scuola di Dottorato in Biochimica all’Università del Kentucky, Lexington sino al 2003. Rientrata in Italia, si è trasferita a Bari dove ha ottenuto la cattedra di insegnamento in Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica dell’Università degli Studi «Aldo Moro» di Bari presso il dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica.
Il suo progetto finanziato da Airc
Proprio alla ricercatrice e docente di prima fascia dell’ateneo barese, la Fondazione Airc ha sostenuto e finanziato un progetto che punta a identificare nuove strategie terapeutiche nel tumore alle ovaie che è la patologia ginecologica tra le più insidiose e pericolose per le donne, per identificare strumenti di diagnosi precoce. In cosa consiste l’attività? "Vogliamo scoprire nuovi percorsi per definire strategie terapeutiche innovative, necessarie per bloccare la progressione tumorale e a ridurre la formazione di metastasi. Nel tumore coesistono cellule non tumorali che entrano in dialogo con le cellule tumorali e iniziano a sostenere e a favorire, in qualche modo, la crescita del tumore. L’idea è quella di eliminare questo dialogo tra cellule tumorali e macrofagi e ripristinare la loro funzione anti-tumorale originaria. L’identificazione e la comprensione di questo dialogo può aprire la strada a terapie innovative nel tumore alle ovaie".
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