Preoccupazione

"Pronto soccorso e Chirurgia sotto organico": allarme del sindacato sul futuro dell’ospedale

A Carate, attualmente, sono in servizio solo nove medici dei dodici previsti a pieno regime.

"Pronto soccorso e Chirurgia sotto organico": allarme del sindacato sul futuro dell’ospedale
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"Gravissime carenze" in Pronto soccorso e nel reparto di Chirurgia a Carate, "dove, attualmente, sono in servizio solo nove medici dei dodici previsti a pieno regime". L’allarme sullo stato di salute dell’ospedale cittadino è arrivato in settimana in una lettera con la quale il sindacato, dopo due recenti incontri con i vertici dell’Azienda socio sanitaria territoriale convocati tra fine ottobre e i primi giorni di novembre, ha chiesto e ottenuto per giovedì 25 novembre un incontro urgente alla Direzione generale di Asst Brianza.

"Pronto soccorso e Chirurgia sotto organico": allarme del sindacato sul futuro dell’ospedale

Sul tavolo i tanti timori e le nubi grigie sul presidio di via Mosé Bianchi, già emersi peraltro anche in piena estate, a luglio, in un’interrogazione in Aula del consigliere di minoranza l’ex sindaco, Marco Pipino, ma che si sono palesati insistentemente ancora negli ultimi tempi.
A "preoccupare", secondo il sindacato, è la situazione della Chirurgia: "L’organico dovrebbe essere a pieno regime con 12 unità, attualmente ne sono in servizio solo nove, compreso il direttore dell’unità operativa. Di questi nove chirurghi, uno è idoneo solo all’attività ambulatoriale, uno svolge solo turni di Pronto soccorso mattutini, ovvero dalle 8,30 alle 14.30 e uno ha già comunicato che dal primo dicembre sarà in malattia per sottoporsi ad un intervento", spiega Susanna Cellari (Cgil Funzione Pubblica Monza Brianza).

Le criticità

"Dal primo aprile ad oggi - prosegue - quattro medici hanno dato le dimissioni e solo uno è stato sostituito da un collega, che aveva chiesto il trasferimento da Vimercate. Attualmente solo 6 chirurghi, che diventeranno cinque dal prossimo dicembre, coprono i turni di guardia attiva al Pronto soccorso chirurgico, pronta disponibilità, attività di reparto e sala operatoria in elezione e in urgenza. Ogni chirurgo - precisa Cellari - risulta poi in turno almeno tre week-end al mese e il numero di reperibilità è superiore alle dieci ciascuno previste da contratto, con conseguenti carichi di lavoro ormai insostenibili. Dal 17 novembre, inoltre, a queste criticità si è aggiunta una serie di turni di Pronto soccorso chirurgico scoperti e ci è stato segnalato che la soluzione organizzativa proposta ai medici sia la soppressione della loro guardia attiva in Pronto soccorso, lasciando di conseguenza un solo professionista a gestire gli accessi del Pronto soccorso di Carate".

La situazione in Pronto soccorso

Allo stesso modo "allarmante", infatti, è anche la situazione del Pronto soccorso - punto di riferimento irrinunciabile per un bacino territoriale che conta oltre sessantamila abitanti - e che, in estate, era stato chiuso per lavori di ristrutturazione, ma «il cui futuro continua ad essere messo in discussione», nonostante le rassicurazione più volte ribadite da Asst Brianza per bocca del direttore generale Marco Trivelli che aveva escluso categoricamente qualsiasi ipotesi di dismissioni di un presidio che «si manterrà struttura per acuti con una vocazione alla gestione dell’urgenza".
"Da mesi - spiega però Cellari - sussiste di fatto una carenza organica del personale medico dedicato alla copertura dei turni del Pronto soccorso, servizio i cui accessi annui non giustificano in nessun modo l’ipotesi di una chiusura, così come più volte dichiarato anche dalla Direzione generale in previsione della chiusura effettuata la scorsa estate per le opere di ristrutturazione interna che è costata notevoli risorse economiche aziendali. In questi giorni però ci stanno giungendo preoccupanti segnalazioni che prospettano la totale chiusura del Pronto soccorso di Carate da fine anno. Inoltre - conclude la sindacalista - ci è stato segnalato che è stata attuata la riduzione delle presenze mediche durante le guardie attive a seguito della soppressione della guardia chirurgica e questo determinerà la presenza di un solo medico internista in guardia attiva nelle 24 ore con tutte le evidenti difficoltà nella gestione degli accessi giornalieri, con aumento dei carichi di lavoro, aumento dei tempi di attesa e correlato rischio per il personale operante e per gli utenti".

Una situazione che potrebbe acutizzarsi e diventare ancora più problematica con la quarta ondata di contagi per il Covid.

"Situazione critica anche a Vimercate e a Desio..."

Non solo l’ospedale di Carate Brianza, ma anche la situazione che riguarda i presìdi di Desio e di Vimercate saranno al centro del confronto urgente che il sindacato ha chiesto e ottenuto per giovedì prossimo dalla direzione generale di Asst Brianza.
Secondo la Cgil Monza e Brianza, anche il Pronto soccorso di Desio fa i conti con carenze quasi strutturali del personale che "si trascinano da mesi, per non dire anni" fin da quando cioè "il nosocomio era parte dell’Asst Monza".
"Con l’ammissione alla neo costituita Asst Brianza - evidenzia in proposito Susanna Cellari (Fp Cgil Monza e Brianza) - la situazione purtroppo non sta migliorando nonostante i vari tentativi di reclutamento: il personale medico è ormai ridotto al 50 per cento rispetto al reale fabbisogno".
Se dovessero insomma concretizzarsi le voci relative ad un’ulteriore chiusura di quello di Carate Brianza, sicuramente le conseguenze su Pronto soccorso di Desio, già in grandissima difficoltà, "sarebbero notevoli", secondo la rappresentanza sindacale.

La situazione del pronto soccorso pediatrico di Vimercate

Sul tavolo c’è poi anche la situazione del Pronto soccorso pediatrico di Vimercate, "le cui attività, dall’inizio della pandemia Covid-19, sono state spostate dal Pronto soccorso generale al reparto di Pediatria dell’ospedale", per una migliore gestione degli spazi durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria.

Le difficoltà - come evidenzia la lettera inviata in settimana alla direzione generale di Asst Brianza - sono legate, da una parte, alle procedure di accesso in un reparto non idoneo, "così come predisposto" per impostare un percorso dedicato ai piccoli che arrivano dal Pronto soccorso e, dall’altra, al personale assegnato che - per il sindacato - non sarebbe "sufficiente a garantire un’adeguata assistenza e sorveglianza ai bambini in attesa di visite, esami o ricoveri".

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