Giussano

Protesta nelle scuole di Paina: striscioni sui cancelli per il «diritto alla settimana corta»

I genitori sono pronti anche a presentare un ricorso

Protesta  nelle scuole di Paina: striscioni sui cancelli per il «diritto alla settimana corta»
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Striscioni sui cancelli delle scuole di Paina di Giussano  per «difendere» la settimana corta.  Mercoledì mattina è scatta la protesta da parte di un gruppo di genitori  che si stanno attivando anche per presentare un ricorso al Tar. Sarebbe il secondo procedimento, dopo quello già avviato mesi fa da parte di un altro gruppo di genitori che invece vogliono la settimana lunga.

Giussano, striscioni sulla scuola di Paina

Genitori divisi

La decisione di avviare dal prossimo anno scolastico un nuovo orario per gli alunni dell’istituto comprensivo don Beretta - che prevede due rientri pomeridiani e il sabato a casa - continua a far discutere e dividere molte famiglie.
Mercoledì mattina alcuni striscioni di protesta sono apparsi all’ingresso del plesso di via Manzoni a Paina, dove ha sede la segreteria del comprensivo, ma anche nei plessi delle scuole primarie: diversi cartelli per esprimere pubblicamente la posizione di un gruppo di genitori che intendono far sentire la propria voce e difendere la scelta intrapresa dall’Istituto a seguito di un sondaggio, svolto lo scorso novembre.

Striscioni di protesta sui cancelli

«Sosteniamo la settimana corta, i bambini hanno diritto a due giorni di riposo», «Protestiamo per il nostro diritto alla settimana corta», «Vota la settimana corta, il Tar non può andare contro a un sondaggio democratico»: sono alcuni dei messaggi scritti sui teli bianchi, messaggi che però poco dopo l’affissione sono stati rimossi.

Il  nuovo ricorso

Accanto a questa protesta però si sta muovendo anche un altro gruppo di genitori che intendono rivolgersi ad un avvocato per presentare un altro ricorso in risposta a quello portato avanti dai genitori che invece la settimana corta non la vogliono e ne chiedono l’annullamento.

«Al momento siamo 58 firmatari - precisa una delle mamme Cinzia Pansardi, intenzionata ad avviare il ricorso - ma ci sono anche tanti altri genitori che per questioni economiche non se la sentono di sostenere le spese per l’avvocato, ma che sono comunque d’accordo con noi e che mercoledì mattina hanno protestato con gli striscioni. Il nostro obiettivo è quello di far sentire anche la nostra voce, in vista della decisione del Tar fissata per l’8 luglio».

Il primo ricorso dei genitori contrari alla settimana corta

Il prossimo mese si terrà l’udienza pubblica, convocata dal giudice del Tribunale amministrativo regionale, dopo la presentazione del primo ricorso, avviato da 23 genitori che contestano la scelta della scuola di avviare la settimana corta: in attesa del pronunciamento però ora si sono fatti avanti anche quelli che intendono difendere il «diritto alla settimana corta».

L'udienza pubblica l'8 luglio

Il giudice della V Sezione il 15 aprile si era pronunciato per una discussione pubblica dopo aver sentito le parti e ascoltato le memorie difensive «in relazione alla natura della controversia e all’elevato numero dei soggetti potenzialmente coinvolti debba essere disposta l’integrazione del contraddittorio nei confronti di coloro che, contemplati dagli atti impugnati, sarebbero potenzialmente lesi da un eventuale accoglimento della domanda di annullamento» era precisato nell’atto.
La trattazione di merito del ricorso si farà dunque con l'udienza pubblica, alla quale tutti i genitori potranno partecipare e solo al termine della seduta si saprà quale sarà la decisione.

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