Qualità dell'aria: tutti i dati in provincia di Monza e Brianza
Pm10, pm2.5, ozono e biossido di azoto, ecco cosa respiriamo.
E' stata presentata oggi, martedì 18 gennaio 2022, durante la conferenza stampa convocata dall’assessore all’ambiente Raffaele Cattaneo a Palazzo Regione, l’analisi dei dati di qualità dell’aria in Lombardia nell’anno 2021. In tutte le stazioni del territorio regionale è stato rispettato il valore limite sulla media annua di 40 µg/m³ anche nel 2021, per il sesto anno dal 2014, con le eccezioni del 2015 e del 2017. Si conferma un trend in generale diminuzione per il PM10, con valori che in diverse città risultano migliori o uguali al dato più basso mai registrato (Monza, Brescia, Cremona, Pavia, Lecco, Varese).
La qualità dell'aria in Lombardia
“Anche lo scorso anno, nonostante le molte difficoltà causate dalla pandemia, le attività di Arpa Lombardia non si sono fermate, in particolare quelle di monitoraggio della qualità dell’aria, che sono proseguite senza sosta, sia attraverso le stazioni fisse della rete regionale sia con l’integrazione dei dati rilevati mediante stazioni mobili utilizzate per campagne temporanee di approfondimento effettuate in 21 Comuni lombardi”, ha detto in apertura il presidente dell’Agenzia, Stefano Cecchin.
PM10
In dettaglio, per quanto riguarda i capoluoghi provinciali, nel 2021 – con riferimento alla stazione peggiore del programma di valutazione in ciascuna città - si sono verificati 66 giorni di superamento della media giornaliera di 50 µg/m3 di PM10 a Cremona, 61 a Milano, 60 a Lodi, 59 a Brescia, 55 a Mantova, 53 a Pavia, 46 a Monza, 41 a Como, 39 a Bergamo, 19 a Lecco e a Sondrio, 17 a Varese. Nel 2020 il numero di giorni di superamento era stato complessivamente pari a 90 giorni a Milano, 78 a Cremona, 66 a Mantova e Monza, 64 a Pavia, 62 a Brescia, 59 a Lodi, 46 a Bergamo e Como, 25 a Varese, 24 a Lecco, e 7 a Sondrio.
Come si può osservare, anche se il limite di 35 giorni previsto dalla normativa italiana ed europea è stato rispettato – come nel 2020 - solo in 3 capoluoghi provinciali, il numero dei giorni di superamento è comunque generalmente diminuito. Ciò è ancor più evidente ampliando il periodo di analisi. Ad esempio, nel 2006 i giorni di superamento della soglia erano stati 149 a Milano, 138 a Cremona, 113 a Pavia, 162 a Lodi, 145 a Monza, 148 a Mantova, 146 a Brescia, 90 a Bergamo, 102 a Como, 83 a Lecco, 56 a Varese, 138 a Sondrio. Nel 2007, nonostante meteorologicamente favorevole, i giorni erano invece stati 132 a Milano, 116 a Cremona, 109 a Pavia, 136 a Lodi, 130 a Monza, 107 a Mantova, 123 a Brescia, 110 a Bergamo, 94 a Como, 64 a Lecco, 56 a Varese, 87 a Sondrio.
PM 2.5
Nel 2021 il valore limite annuale di 25 µg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni di monitoraggio del programma di valutazione regionale, con la sola eccezione di Cremona Fatebenefratelli e Spinadesco (26 µg/m3 per entrambi i siti). Nei capoluoghi di provincia (dato peggiore della città) le concentrazioni si sono attestate sui seguenti valori: Cremona 26 µg/m3, Milano 24 µg/m3, Lodi e Brescia 22 µg/m3, Como 21 µg/m3, Pavia 20 µg/m3, Bergamo 19 µg/m3, Mantova e Monza 18 µg/m3, Sondrio e Varese 17 µg/m3, Lecco 15 µg/m3.
Anche per questo inquinante nel 2021 si è registrato in generale un miglioramento rispetto al 2020, quando la massima concentrazione media annua nei capoluoghi era stata rispettivamente a Cremona di 26 µg/m3, Milano 25 µg/m3, Brescia e Lodi 24 µg/m3, Pavia 23 µg/m3, Bergamo, Como e Monza 22 µg/m3, Varese 19 µg/m3, Sondrio 16 µg/m3 e Lecco 14 µg/m3.
IL BIOSSIDO DI AZOTO (NO2)
Con riferimento alle stazioni peggiori dei capoluoghi di provincia, nel 2021 la situazione delle medie annue dell’NO2 è la seguente: Milano 44 µg/m3, Brescia 41 µg/m3, Bergamo e Monza 38 µg/m3, Como 36 µg/m3, Lecco 34 µg/m3, Pavia 32 µg/m3, Lodi 30 µg/m3, Cremona, Mantova e Varese 26 µg/m3, Sondrio 23 µg/m3.
Nel 2020 le medie annue erano risultate rispettivamente pari a Milano 48 µg/m3, Monza 44 µg/m3, Brescia 41 µg/m3, Lecco 33 µg/m3, Bergamo, Como e Pavia 31 µg/m3, Lodi 29 µg/m3, Cremona e Mantova 27 µg/m3, Varese 26 µg/m3, Sondrio 20 µg/m3.
Anche per questo inquinante, al di là delle fluttuazioni tra un anno e l’altro, è confermato il trend in diminuzione su un periodo più lungo: a Milano viale Marche la media annua di NO2 si attestava a 76 µg/m3 nel 2007 e a 86 µg/m3 nel 2000.
Rispettato ovunque il limite di superamento della media oraria di 200 µg/m3, che la norma fissa in non più di 18 ore l’anno. In tutto il territorio regionale, si sono infatti verificate 2 ore di superamento solo a Sesto San Giovanni. Anche nel 2019 e nel 2018 si sono verificate poche ore di superamento dei 200 µg/m3 in un numero molto limitato di stazioni, mentre nel 2017 furono 9 le stazioni della Regione che registrarono concentrazioni orarie maggiori di 200 µg/m3, seppur ancora in numero inferiore alle 18 consentite: Milano Liguria e Milano Marche 11 ore, Cormano 7 ore, Brescia Broletto, Rho, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo 2 ore, Meda e Pavia 1 ora. Dieci anni fa era invece diffuso anche il superamento del limite sulla massima media oraria: a viale Marche ad es. nel 2007 si erano avute 49 ore di superamento e 54 ore nel 2002.
OZONO (O3)
Complessivamente, il 2021 ha fatto registrare una situazione migliore rispetto al 2020 in riferimento al numero di superamenti delle soglie di informazione e di allarme ma si sono registrati – come anche negli anni precedenti - diffusi superamenti sia del valore obiettivo per la protezione della salute, sia di quello per la protezione della vegetazione. In particolare, risulta superato in tutte le province lombarde il valore obiettivo per la protezione della salute di non più di 25 giorni con la massima media mobile su 8 ore superiore a 120 µg/m3 (da valutarsi come media su tre anni).
Qualità dell'aria, la situazione provincia per provincia
Nel 2021 si sono registrati, nella stazione peggiore, 90 giorni di superamento dell’obiettivo per la protezione della salute nella provincia di Lecco, 80 in provincia di Monza e Brianza, 78 in provincia di Brescia, 71 in provincia di Mantova, 69 in provincia di Como, 68 in provincia di Bergamo, 67 in provincia Varese, 65 in provincia di Lodi, 64 in provincia di Milano, 59 in provincia di Cremona, 46 in provincia di Pavia e 23 in provincia di Sondrio. Per tutte le province il numero di superamenti è inferiore al 2020 tranne per la provincia di Monza e Brianza in cui si sono registrati 6 giorni di superamento in più.
È interessante notare come il dato regionale più alto (90 giorni) sia stato rilevato, come già negli anni precedenti, nella stazione di Moggio (LC) - sita a più di 1200 m s.l.m. - non influenzata da emissioni dirette ma invece sottovento alla massa d’aria proveniente dalle aree antropizzate della pianura. Anche i valori più alti, registrati in altre province, non sono stati rilevati nelle stazioni del capoluogo ma in zone rurali o comunque sottovento alle aree a massima antropizzazione. Ciò a conferma della natura secondaria di questo inquinante, non emesso da nessuna sorgente ma formato in atmosfera a partire da altre sostanze (NOx, COV) in presenza di radiazione solare.
Nel 2021, anche la soglia di informazione (180 µg/m3 come massima media oraria) è stata superata in un numero significativo di stazioni del programma di valutazione (30 su 46) ma inferiore al 2020 (quando tale parametro era stato superato in 35 stazioni su 46), mentre la soglia di allarme (240 µg/m3 come massima media oraria) è stata superata nel 2021 solo per un’ora a Meda mentre nel 2020 erano 3 le stazioni in superamento e 20 nel 2019. A Milano città non si sono registrati superamenti delle soglie di informazione e di allarme.
I progetti in itinere sulla qualità dell'aria
“Nel 2021– ha aggiunto Cecchin - Arpa Lombardia ha concluso la seconda fase del progetto Ammoniaca e, nell’ambito del progetto Supersiti, ha terminato le campagne di Milano viale Marche, Lodi e Moggio e avviato l’approfondimento a Cremona, cui seguirà Varese nel 2022.
L’Agenzia, inoltre, è impegnata sia a livello nazionale, sia a livello europeo, in diversi progetti con partner d’eccellenza quali ENEA, ISPRA, ISS e CNR. Solo per citarne alcuni – ha concluso il presidente – Arpa riveste un ruolo attivo in particolare nei progetti Life Prepair e Pulvirus, Epicovair”.