70 anni fa l'alluvione

Quando Muggiò tese la mano agli alluvionati del Polesine

Era il 14 novembre 1951. A 70 anni si ricordano la solidarietà e l'accoglienza della città che portarono alla nascita del quartiere San Carlo

Quando Muggiò tese la mano agli alluvionati del Polesine
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Ricorrono proprio oggi, 14 novembre 2021, i 70 anni dal drammatico evento dell’alluvione del Polesine.

Una sciagura a pochi anni dalla fine della guerra in cui le popolazioni persero tutto e furono costrette a lasciare la loro terra. Anche allora Muggiò, come in tanti altri drammatici eventi,  non esitò a fare la sua parte con la solidarietà e l’accoglienza.

Era il 14 novembre 1951

Era il 14 novembre 1951, quando dopo giorni di intense piogge, il Po gonfio, ruppe gli argini veneti, prendendosi le campagne, le case, le persone. Rovigo, Adria, Cavarzere furono evacuate. Il bilancio fu di oltre 100 morti e i danni all'economia ingenti.

Tanti paesi lombardi si predisposero all’accoglienza e tra questi Muggiò. Le pagine di storia locale ci tramandano la solidarietà dei muggioresi che avevano donato e messo a disposizione ogni cosa: alimenti, letti, stoviglie

La solidarietà dei muggioresi

Il bollettino comunale dell’Amministrazione dell’allora sindaco Enrico Merati riportava che «la popolazione tutta ha risposto con slancio all’appello lanciato per il soccorso agli alluvionati e numerose furono le offerte in indumenti e denaro pervenute allo scopo».

Venne costituito il Comitato comunale pro Alluvionati composto dal sindaco Merati, Alfredo Figini, il parroco don Gaspare De Carlini, il maresciallo dei Carabinieri e Piero Larocchi che depositarono in banca un fondo per l’assistenza. Il Comune accolse 32 alluvionati, di cui 29 alloggiati presso la Scuola di disegno di Monza e 3 accolti dalle famiglie.

La nascita del Villaggio San Carlo

Negli anni Cinquanta, Muggiò fu interessata dal fenomeno migratorio di molti contadini polesani a cui poi si aggiunsero gli immigrati del Meridione. Con sè portarono  quel poco che avevano: del vestiario, alcuni ricordi della loro terra e la grande speranza nel cuore di costruire una vita migliore. La povertà era il comun denominatore.

Arrivarono molte famiglie che si ritrovarono senza una casa e in cerca di una nuova occupazione.

I nuovi arrivati si stabilirono nelle cascine alla «polveriera», un terreno posto a Nord del centro abitato di Muggiò, chiamato così perchè anni addietro c’era una caserma militare ai confini con Lissone. che fungeva da deposito di munizioni.

Qui con molti sacrifici costruirono le loro case dando vita al «Villaggio San Carlo» che oggi è una grande comunità.

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