Macherio

Quando per andare in gita bisognava avvisare....

L'ultima interessante ricerca dello storico triuggese Angelo Cecchetti.

Quando per andare in gita bisognava avvisare....
Pubblicato:

"Quando per andare in gita bisognava avvisare", l'ultima interessante ricerca di Angelo Cecchetti, storico di Triuggio, che riporta documenti del 1862.

"Quando per andare in gita...."

"Visto che si parla di gita … dobbiamo "partire" da un documento datato 19 settembre 1862 spedito dal Comune di Maccherio al sindaco di Besana - scrive Cecchetti - Analizzando la missiva riportiamo ciò che è presente sulla Carta intestata "Circondario di Monza – Mandamento II Municipio di Maccherio". Vediamo anche il percorso postale: timbro Sovico del 19 settembre 1862 e timbro Monza del 19 settembre e infine Besana 20 settembre. Da notare che Macherio viene riportato con due C nell’intestazione della lettera, mentre sul timbro circolare riporta Gunta municipale Comune Macherio con una C sola. Ci troviamo al solito dilemma del perché, del come e del quando la C si sia aggiunta o levata, ci fa da testimone il motto "È nato prima l’uovo o la gallina?...", ma ci pensiamo un’altra volta e quindi trascriviamo, o almeno tentiamo di trascriverne il contenuto".

La lettera al sindaco di Besana

"Signor sindaco di Besana. Il sottoscritto si fa dovere di rendere edotto la S.V. che nella giornata di domenica 21 andante percorrerà in codesto Comune di sua Giurisdizione la Guardia nazionale di questo Comune per una passeggiata militare tanto ad esito della ricevuta nota 17 corrente n. 7786 L. della Regia Sotto Prefettura del Circondario e nell’atto stesso il sottoscritto ha l’onore di rassegnarsi.
Per il sindaco, Gio. Batta Vassalli".

Il permesso

"Bene possiamo pensare, che nel 1862, essendo proclamata da poco l’unità d’Italia (1861), il vedere gente armata in giro per il Comune, magari, avrebbe potuto provocare leggere tensioni. Quindi correva l’obbligo di avvisare e inoltre probabilmente l’ospitante era tenuto con leggi apposite, a garantire fieno/stallaggio/vitto ecc. Per poter meglio descrivere quanto indicato nella lettera, ci vengono in soccorso altri due documenti del tempo, il primo è il disegno che si trova nel fondo iconografico di Villa Greppi – Monticello Brianza - fatto appunto da Alessandro Greppi nel 1862 a Besana e che serve per cercare di visualizzare la scena".

Dal giornale L'Opinione

"Mentre il secondo documento è fondamentale per quanto riguarda la descrizione, precisa e particolareggiata. Dal giornale L’Opinione di Torino del 24 settembre 1862 riprendiamo: "Passeggiata militate - scrivono da Canonica in data 21 settembre alla Lombardia (altro giornale dell’epoca): oggi le guardie nazionali dei comuni di Biassono, Macherio, Sovico, Triuggio-Canonica, Calò, Villa e Vergo, ordinate in un battaglione d’oltre a 400 uomini, e preceduti dalla banda musicale di Seregno, eseguirono un lunga marcia militare. Movendo da Ponte d’Albiate, accolte e festeggiate dappertutto, si recarono per la via di Calò a Besana, dove l’autorità municipale venne loro incontro colla banda del luogo; quindi, verso il pomeriggio, si diressero verso Casatevecchio, e sul piazzale di casa Greppi si riposarono".

Una gita fuori dal Comune

"A ciascun milite fu dispensata la razione d’un quarto chil. (chilogrammo) di carne, uno di pane, un litro di vino, 90 grammi di formaggio e 20 centesimi per i sigari. Intanto i sindaci dei rispettivi comuni, che generosamente apparecchiarono e diressero quella festa militare, insieme agli ufficiali del battaglione, erano gentilmente ospitati dal signor conte Paolo Greppi, che con squisita cortesia fornì la loro mensa campestre di vini generosi. Dopo il lieto bivacco e patriotici brindisi, fu ripresa la marcia per Monte (Siro) Tregasio, Triuggio e Ponte di Canonica, ove il battaglione, verso le cinque pomeridiane fu sciolto, non senza molteplici evviva al Re ed all’Italia, e i militi per compagnia tornarono ai propri villaggi".

Da "Il Paese..."

"Questa passeggiata era sicuramente un evento fuori dal comune. Il vedere transitare 400 uomini, probabilmente seguiti da cavalli e carri, sarà stato fonte di conversazione per parecchio tempo. Per ultimo, dal giornale Il Paese di Macherio, troviamo la seguente informazione: "La Guarda nazionale doveva avere un Corpo di Guardia allo scopo di “difendere la Monarchia, mantenere l’obbedienza alle leggi, conservare o ristabilire l’ordine e la tranquillità pubblica, secondare all’uopo l’esercito” oltre a garantire la “tutela della proprietà contro i furti". Vi dovevano partecipare tutti i regnicoli (abitanti) in età dagli anni ventuno ai cinquantacinque. La Compagnia di Macherio era formata da 103 militi e 19 riservisti e le esercitazioni si svolgevano nei giorni festivi".

Il servizio completo è pubblicato sul Giornale di Carate in edicola da martedì 11 aprile 2023.

Seguici sui nostri canali
Necrologie