La consegna

Restituito alla città di Meda un volume storico della seconda metà del 1700

Si tratta di un tomo della Bibbia. . E' stato riconosciuto grazie a due timbri.

Restituito alla città di Meda un volume storico della seconda metà del 1700
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Un libro della seconda metà del 1700 dal grandissimo valore storico è stato restituito questa mattina al Comune di Meda. Si tratta del volume “Del Vecchio testamento secondo la volgata tradotto in lingua volgare, Tomo XVII” edito dalla Stamperia Reale di Torino nel 1781. Un libro sequestrato grazie ad un’indagine condotta nel corso del 2021 da parte dei Carabinieri che tutelano il nostro patrimonio culturale.

Restituita alla città di Meda un volume storico della seconda metà del 1700

Il volume è stato riconsegnato nelle mani del sindaco Luca Santambrogio da parte degli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria, il comandante Claudio Sanzò e l’addetto Lorenzo Caimmi del Nucleo di Monza del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale del Ministero della cultura, dando attuazione al provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza.

Alla cerimonia era presente anche il Comandante della stazione dei Carabinieri di Meda Giuseppe Vantaggiato.

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Fondamentali per risalire alla proprietà due timbri apposti sul volume

La presenza di due timbri sul frontespizio hanno dimostrato che la proprietà è del Comune di Meda. E fondamentale nelle indagini per accertare la proprietà del Comune di Meda è stata la ricostruzione storica operata da Felice Paolo Asnaghi.

Il primo timbro riporta la dicitura "Biblioteca Popolare – Meda – Club Sportivo" mentre il secondo timbro riporta la dicitura: “Dopolavoro Comunale Meda” e porta al centro l’effige del sodalizio".

Due semplici timbri  - spiega Asmaghi - che però "Raccontano un pezzo di storia di Meda".

La relazione e i periodi storici

Di seguito alcune parti della sua relazione:

 “Il primo timbro riporta la seguente dicitura: Biblioteca Popolare – Meda – Club Sportivo, questo ci rimanda al periodo precedente la Prima Guerra Mondiale. La Meda d’inizio Novecento si stava evolvendo da piccolo borgo di contadini a cittadina: sede di botteghe artigiane e affermate industrie del mobile. Una nuova borghesia imprenditrice stava soppiantando quella antica dei latifondisti agrari di nobili origini, divenendo artefice dello sviluppo economico e della vita politica. Nei primi quindici anni del secolo, soprattutto sotto la guida del sindaco Riccardo Besana, si ridisegnò l’assetto urbanistico della città, con la posa in opera dell’acquedotto, della rete elettrica e fognaria.
Inoltre si costruirono il palazzo comunale e le scuole e si inaugurarono la linea tranviaria Monza Meda nel 1910 e la Meda Cantù nel 1912.
I fratelli Giuseppe, Riccardo e Paolo Besana noti industriali del mobile avevano investito le loro fortune in compravendite immobiliari. Costruirono, oltre ad eleganti dimore familiari, anche due palazzi di rappresentanza lungo la via per Seregno (attuale via Indipendenza). Nel primo, dove oggi c’è l’oreficeria Buzzi (Junior B), si sistemò la sede della ditta di Giuseppe e nel secondo, per intenderci sede della storica cartoleria “Ellemme”, c’era il quartier generale di Riccardo Besana, leader del Partito Democratico.
Prima della scadenza del suo mandato (settembre 1914) il signor Riccardo pensò bene di trasformare il suo immobile in un centro polivalente dove trovarono posto la biblioteca comunale, le sedi delle associazioni e perfino il teatro sotto la diretta responsabilità della Pro Loco.

La prima associazione civica del secolo fu, appunto, la Pro Meda che si proponeva due scopi importanti:
- aiutare moralmente e finanziariamente le società aggregate;
- sviluppare e mantenere compatte ed attive le forze democratiche del collegio elettorale.
All’interno dell’edificio si era allestito un teatro titolato all’illustre nome del nobile Giannino Antona Traversi e nel quale per una decina di anni, si rappresentarono opere teatrali. Non mancarono conferenze rivolte più che altro al mondo aristocratico. Avevano trovato sede in queste strutture anche le prime associazioni civiche come la banda “La Cittadina”, il “Velo Club” e il “Football Club”. Queste due ultime associazioni confluivano in un unico organo denominato Club Sportivo Medese. I soci di questo sodalizio si erano pure assunti il compito di mantenere aperta la biblioteca popolare che negli anni antecedenti la Prima Guerra Mondiale disponeva già di più di mille libri. È probabile che agli esordi gli atleti gareggiassero su vari fronti: dalle attività ginniche a quelle ciclistiche e calcistiche. Poi, con la costituzione di un gruppo sportivo unidisciplinare, si dedicarono solo a uno sport. L’ipotesi prende corpo sia analizzando le altre società del territorio, sia grazie a testimonianze orali tramandate da padre in figlio. (notizie sul PRO MEDA dal settimanale socialista La Brianza anni 1910-1913, depositato nella sede della Biblioteca di Monza).
Con la guerra ogni attività sociale venne a fermarsi e la stessa biblioteca cadde nell’abbandono. Presso l’archivio comunale di Meda ho potuto scovare un interessante carta che riguarda la nostra biblioteca. Si tratta del Verbale di Deliberazione del Consiglio Comunale del 6 luglio 1922, nel quale il sindaco socialista Luigi Nicolini prende atto del degrado della biblioteca e decide di dedicare un locale apposito all’interno del Palazzo Comunale retrostante l’archivio, concedendo un affitto gratuito di nove anni. Affitto gratuito vuol dire che la biblioteca era gestita dalle associazioni medesi.

Il secondo timbro riporta la seguente dicitura: “Dopolavoro Comunale Meda” e porta al centro l’effige del sodalizio.
Siamo negli anni Trenta del secolo scorso e compito del Dopolavoro Comunale era quello di gestire le società sportive (Calcio, Velo Club), le attività ricreative e il funzionamento della biblioteca comunale. Mentre la sede del Dopolavoro era nel vicolo comunale (attuale osteria OS BÜS), la sede della biblioteca rimaneva nel palazzo comunale. Dal timbro possiamo notare che l’immagine dello stemma è racchiusa in un pentagono, è formata da tratti regolari che si rifanno al Razionalismo fascista.

(foto di copertina Scarfiello)

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