Besana in Brianza

Rientrato in Italia grazie agli sgravi fiscali, «cervello» resta con il cerino in mano

La nuova normativa cambia le regole: la testimonianza dell’ingegner Nicholas Cazzaniga

Rientrato in Italia grazie agli sgravi fiscali, «cervello» resta con il cerino in mano
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Dopo dieci anni trascorsi lavorando all’estero, tra Francia e Lussemburgo, a settembre è tornato nella «sua» Besana. Una scelta di vita motivata dalla volontà - condivisa dalla compagna - di far crescere la sua bimba in Italia e concretamente spinta dal cosiddetto «rientro dei cervelli», vale a dire il sistema di incentivi fiscali previsto da un decennio per stimolare il rientro nel nostro Paese di professionisti impegnati all'estero.

Rientrato in Italia grazie agli sgravi fiscali, «cervello» resta con il cerino in mano

Ora però Nicholas Cazzaniga, ingegnere, si è ritrovato con il cerino in mano perché il disegno della Legge di Bilancio per il 2024, approvato lunedì scorso dal Consiglio dei Ministri, ha introdotto una stretta sugli sgravi che alla sua famiglia costerà ogni mese alcune centinaia di euro.

Dal 2024, sostanzialmente, dipendenti e autonomi - esclusivamente «di elevata qualificazione o specializzazione» - potranno beneficiare di un regime fiscale agevolato per un massimo di 5 anni, con una sforbiciata delle tasse del 50 per cento ma solo fino a 600mila euro di reddito. Oggi gli sconti sulle tasse non hanno limiti di reddito e possono durare anche 10 anni, con tagli dal 70 per cento al 90 per cento, se si sceglie di vivere al Sud. Bisognerà inoltre essere stati all’estero per tre anni, contro i due attuali, e se si cambia idea prima di un quinquennio scatta l’obbligo di restituire tutto con gli interessi. Non solo: viene impedito di beneficiare del regime agevolato a chi rientra in Italia con lo stesso datore di lavoro o del medesimo gruppo. Come Nicholas.

«La mia situazione, così come quella della mia compagna, è comune a tanti altri lavoratori - ha spiegato - I nostri stipendi sono stati negoziati con le aziende secondo le vecchie regole» . Sostanzialmente salari più bassi sia di quanto percepito all’estero che dai colleghi in Italia, con il gap compensato dal benefit fiscale destinato ora a venir meno. Una sonora fregatura insomma.

«Posso comprendere la visione del Governo, motivata dall’abuso che negli anni effettivamente si è fatto del “rientro dei cervelli” (in particolare per i calciatori, notoriamente destinatari di stipendi a diversi zeri, ndr) - ha ammesso il besanese - ma le modalità previste dal disegno di legge non sono accettabili, perché i tagli sono retroattivi, in violazione di elementari principi di certezza del diritto e ragionevolezza, e senza un regime transitorio vanno a minare progetti di vita già partiti, con gli immaginabili impegni economici assunti da decine di lavoratori rientrati o in procinto di rientrare. Il mutuo per acquistare una casa ad esempio».

"Non escludo di lasciare nuovamente l'Italia"

Della questione sono stati informati diversi deputati, di maggioranza e opposizione. Il Parlamento avrà infatti l'ultima parola sulle riforme fiscali. Negli ultimi giorni anche il Governo si è detto disponibile a cambiamenti. In caso contrario «non escludo di lasciare nuovamente l’Italia. E come me tanti altri professionisti».
Un autogol per il Belpaese che grazie al «rientro dei cervelli» aveva attratto personale altamente qualificato, italiano e non solo, ed insieme un bagaglio di esperienze e competenze professionali unico, nuovi ingenti gettiti fiscali e capitali, con evidenti ricadute positive per la collettività.

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