Rinascita ex Snia: prime opere nel 2023, dopo il supermercato lavori sul fronte di via Umberto I
Concluse le sedute di commissione Urbanistica sui dettagli del progetto, la riqualificazione sarà per lotti.
Prime opere già nel 2023 con completamento di buona parte del comparto in cinque anni: si comincia con l’area commerciale e il supermercato sulla Comasina, poi riqualificazione del fronte su via Umberto I. Sono a grandi linee le prima tappe del piano di recupero della ex area Snia emerse durante la commissione Urbanistica di giovedì sera, l’ultima delle sette in programma nell’ultimo mese per illustrare i vari aspetti del progetto di riqualificazione.
Ora la convenzione
Il sito industriale dismesso sarà suddiviso in ambiti, ognuno avrà il suo piano attuativo e i lavori di rigenerazione partiranno appena conclusa la bonifica del singolo lotto, le opere di interesse pubblico e privato andranno di pari passo. Ora Amministrazione comunale e privato dovranno approntare la convenzione «madre» e poi man mano quelle relative ai singoli ambiti. Il masterplan del progetto verrà quindi approvato in Consiglio comunale nelle prossime settimane.
Il progetto
Il progetto presentato dalla proprietà per riqualificare i circa 350mila metri quadrati dell’ex sito industriale prevede l’abbattimento di buona parte dei fabbricati dismessi per creare tre comparti: un polo commerciale nella zona che affaccia sulla Comasina, residenziale nell’area centrale e a ovest, produttivo-artigianale a sud, vicino alla futura vasca di laminazione. Il progetto è frutto della collaborazione tra l’Amministrazione comunale e proprietari del sito industriale industriale chiuso nel 2003. Si stima una riduzione del 50 per cento dell’attuale edificato in favore di aree verdi, sono previsti 875 nuovi residenti e 1.562 posti di lavoro tra polo artigianale-produttivo e commerciale.
I dubbi dell’opposizione
Sandro Vitiello di Siamo Varedo (unico esponente di opposizione presente) ha contestato l’idea di procedere con la riqualificazione per lotti: «La suddivisione del comparto in più ambiti per la riqualificazione non consentirà uno sviluppo unitario, si rinuncia così a una regia progettuale e si sminuisce il ruolo dell’Amministrazione pubblica». Nel suo lungo intervento, il consigliere ha elencato una serie di criticità del progetto: «Il quartiere è privo di servizi essenziali, non ci sono spazi di ritrovo, sembra una zona dormitorio, l’area residenziale avrà edifici fino a nove piani vicino all’area della logistica, operativa 24 ore su 24, e non vediamo interventi mitigatori per l’impatto acustico. Housing sociale e studentato sono citati ma on ben definiti nel progetto. I tre blocchi di palazzine sono privi di verde, il parco lungo il Seveso non è sufficiente, servono un’idea di forestazione urbana e aree di drenaggio sostenibile». Vitiello ha chiesto di convocare nuove commissioni per discutere i singoli contenuti del progetto di rigenerazione, con la presenza degli enti superiori preposti al controllo nei vari ambiti di competenza affinché abbiano un «ruolo propositivo e possano dare un ulteriore riscontro» a quanto illustrato finora dai tecnici incaricati dalle società proprietarie dell’area.
La replica dell’Amministrazione
La proposta di Vitiello di convocare altre commissioni è stata rispedita al mittente dal sindaco Filippo Vergani e dal vicesindaco
. «Percepisco quando l’opposizione vuole tirare in là ma noi non permetteremo. Abbiamo fatto un percorso lungo, gli enti non vengono in commissione ma parlano attraverso gli attirare - ha tagliato corto il vicesindaco - Le commissioni con oggi sono terminate, ci sarà solo quella per la convenzione quadro, che ora si inizierà ad approntare con l’aiuto di un legale e si porta il Consiglio comunale il masterplan per l’approvazione, poi procederemo con il primo piano attuativo».Figini ha quindi puntualizzato che quanto approvato in Consiglio il 6 agosto dell’anno scorso è una prima ipotesi di applicazione delle linee guida di rigenerazione urbana e rifunzionalizzazione dell’area: «Non è un atto vincolante ma siamo stati la prima Amministrazione a presentare un masterplan preciso».
Pienamente soddisfatto del lavoro svolto finora, il sindaco Filippo Vergani: «Varedo subisce l’area Snia da decenni, finalmente siamo arrivati ad avere un unico interlocutore. Questo grande progetto ha portato a un grande risultato anche a livello elettorale, è sei anni che ci lavoriamo, abbiamo avuto tanti incontri con enti e professionisti, ora nessuno ci fermerà, dobbiamo risolvere il problema della Snia».
Vitiello chiede la bonifica dell’intero sito, poi i lavori: «Preoccupati che poi l’intervento di recupero si fermi»
Tra gli aspetti del piano di riqualificazione che maggiormente preoccupano l’opposizione spiccano le bonifiche. Per decontaminare il sito servono circa 7 milioni: si tratta principalmente di inquinamento da metalli pesanti e sono in corso i lavori per la rimozione dell’amianto nella zona dove sorgerà il polo della logistica. Già eliminato invece l’amianto dal tetto del capannone che era bruciato a settembre dell’anno scorso.
«Ci sono carenze informative e chiediamo un incontro in commissione con i tecnici preposti al controllo – ha proposto Sandro Vitiello di SiAmo Varedo - Siete d’accordo a iniziare a costruire dopo che tutta l’area sarà bonificata?»
Il geometra incaricato dalla società, presente in commissione, ha sottolineato che è impossibile fare prima tutta la bonifica dell’area e poi attuare l’intervento edilizio, poiché i costi della prima si sostengono proprio con la realizzazione delle opere.
Anche il professionista che in commissione ha relazionato sullo stato di attività delle bonifiche ha specificato che il sito è di interesse regionale, quindi sindaco e funzionari del Comune non hanno l’autorità per emettere atti in questo ambito. Poi ha ricordato che le attività si svolgono sotto il controllo di vai enti oltre alla Regione, come Arpa, Ats, provincia di Monza e Brianza, Città metropolitana di Milano (perché l’area confina con Paderno) e anche i comuni esprimono un parere (oltre a Varedo e Paderno, anche Limbiate).
Il vicesindaco Fabrizio Figini ha ribadito quanto previsto dalla norma e che per procedere con i lavori ci si atterrà ai pareri degli enti superiori: «Fino quando non ci sarà un certificato di corretta bonifica la concessione edilizia non si può dare».
Vitiello ha ribadito le sue perplessità: «La mia preoccupazione è che dopo la terza o la quarta bonifica si fermi l’intervento di recupero dell’area, per i più svariati motivi».
Definitiva la posizione di Figini: «Le bonifiche iniziano pezzo per pezzo, anche noi vogliamo tutto ma procedendo per parti, attualmente la bonifica dall’amianto si sta completando per tutta l’area. La regia è unica, ci sono diverse società che fanno capo ad un unico rappresentate che è il nostro interlocutore».
A breve Regione Lombardia dovrà esprimersi sulla compatibilità progettuale di due opere che riguardano anche il comparto della ex area Snia: l’ampliamento della metrotranvia fino alla zona della stazione e il progetto di Ferrovie Nord per la realizzazione del terzo binario dalla stazione di Varedo. Quanto al piano di riqualificazione del sito dismesso, si porterà in Consiglio comunale per l’approvazione un masterplan con tutti i contenuti relativi allo sviluppo dell’area, oltre alla convenzione quadro che definirà gli interessi pubblici, con tempi e fasi di attuazione e relativi ambiti ben identificati. Ogni ambito sarà disciplinato da specifiche convenzioni che entreranno nel merito delle fasi attuative.