Nova Milanese

Ripara le campane, insultato sul web

Bersaglio il 25enne novese Paolo Branchi: «Se questa deriva non si ferma, sarò costretto a far denuncia»

Ripara le campane, insultato sul web
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Insultato perché ogni giorno, con passione e non senza qualche pericolo, fa la cosa più nobile al mondo: lavorare.
Insultato perché gli oggetti che ripara e di cui segue periodicamente la manutenzione sono ormai da tempo non troppo amate: le campane. Già, perché Paolo Branchi, 25enne residente in città, di lavoro fa il «campanaro».

Ripara le campane, insultato sul web

Un antico mestiere, affascinante, «ricco» di storia e tradizione che ha portato a far conoscere Paolo sulle pagine del nostro giornale, al Tg di Italia1 «Studio Aperto» e su Tv2000, la televisione controllata dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Articoli e servizi che, tra curiosità e ammirazione, hanno portato in molti a scoprire l’arte e la bravura dei «campanari».
Ma nelle ultime settimane, complice la cassa di risonanza di quella che da un lato è una grande opportunità, dall’altro può essere una «tagliola», Paolo è finito nel mirino dei leoni da tastiera della rete.
Epiteti poco simpatici tanto per usare un eufemismo, giudizi poco rispettosi del suo lavoro.

E tutto perché? Perché le «campane fanno rumore», «perché le campane sono cose da vecchi», «perché le campane disturbano il sonno della domenica mattina», «perché in tanti hanno già vinto cause e i parroci devono pagare risarcimenti per rumori molesti».

Il messaggio

Tutto scritto in un messaggio privato che il 25enne ha ricevuto su Instagram nei giorni scorsi. Solo l’inizio di una lunga serie di insulti ed epiteti cui ora il giovane imprenditore guarda con un po’ di preoccupazione.
«Sinceramente se la cosa non si fermerà, sarò costretto a prendere decisioni forti: sporgere denuncia».
Paolo non si mostra però sorpreso di questa «deriva» culturale: «Purtroppo c'era un po' da aspettarselo. Complici i tam tam dei social, contro le campane si sono alzate tante campagne di protesta. Dal lato del lavoro molte persone non considerano più le campane un oggetto che fa parte di questo mondo. Se poi aggiungiamo che c’è gente che non ha niente a cui pensare, ecco il risultato».

Paolo però, incassata un po’ di delusione, preferisce guardare alle tante soddisfazioni che ha raccolto finora: «Ormai da un po' di tempo mi sono messo in proprio. In tutta la Lombardia siamo in 20 a fare i campanari. Fortunatamente c'è tanta gente che apprezza, giovani e meno giovani. E spesso, specie dopo riparazioni su campanili che magari non funzionavano da un po' di tempo, in tanti a lavori conclusi vengono a farmi i complimenti».

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