Sulbiate

«Riportateci la Madonnina»

I ladri hanno rubato la statuetta della Beata Vergine Maria che si trova nella «Curt Ca Pupular» in via San Francesco

«Riportateci la Madonnina»
Pubblicato:

Una delle corti più storiche di Sulbiate da qualche giorno è orfana della sua amata Madonnina che ha vegliato sui residenti per quasi un secolo.
Un furto vergognoso e al tempo stesso sconcertante quello avvenuto all’ombra del campanile della chiesa di Sant’Antonino, precisamente all’interno della «Curt Ca Pupular» che si trova in via San Francesco.
A denunciare la sparizione della statuetta dall’edicola sono stati i residenti che hanno voluto lanciare un appello al ladro attraverso le pagine del nostro giornale: «Riportaci la nostra Madonnina».

«Riportateci la Madonnina»

La nicchia contenente la statua della Beata Vergine Maria si trova su una parete della lunga scalinata che porta dal piano terra al primo piano dell’edificio, ad una altezza di 2,5 metri.

«E’ ovvio che chi ha rubato la statuetta della nostra Madonnina evidentemente si è servito di una scala per poterla prelevare e il furto è avvenuto di notte, altrimenti avremmo notato eventuali strani movimenti - hanno raccontato alcuni residenti - Non capiamo il motivo di un gesto ignobile che ha ferito profondamente tante famiglie che abitano in questa corte e che sono devote alla Madonna. Tutte le corti del paese hanno la loro edicola con la Vergine. Per il nostro paese si tratta di un fattore religioso e culturale. Forse a qualcuno non piaceva, forse non era gradita la sua presenza sulla scalinata ma stiamo parlando di una nicchia che venne realizzata nel 1925, quando venne edificata la corte da parte dell’allora parroco di Sulbiate don Pietro Mandelli. Una madonnina che ha sempre accompagnato con la sua preghiera il lavoro delle tante famiglie contadine che in passato abitavano in questa corte e che oggi protegge noi e tutta Sulbiate. Se non piaceva in quella posizione bastava dirlo, ma rubarla in questa maniera è inaccettabile».

Ai residenti non interessa sapere chi l’abbia. L’unico loro pensiero, ora, è riaverla. «Stiamo parlando di una statuetta in gesso che non ha un valore economico, non è vendibile nemmeno ai vari mercatini dell’usato - hanno concluso - Ha però un valore religioso e affettivo inestimabile. Chiediamo a chi l’ha rubata di rimetterla al suo posto oppure di lasciarla nella chiesa di Sant’Antonino in pieno anonimato».

Non è ancora chiaro se alla base dell’atto sacrilego possa esserci una goliardata di pessimo gusto oppure un gesto dettato da altri motivi.

Seguici sui nostri canali
Necrologie