Cornate d'Adda

Rocchetta: dopo Mandelli tornano i volontari

A Porto continua a tenere banco la questione legata al turbolento addio dell’ormai ex custode del Santuario.

Rocchetta: dopo Mandelli tornano i volontari
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Sono passati quattro mesi da quando la Rocchetta di Porto e il suo custode, Fiorenzo Mandelli, si sono separati. La sua eredità è stata però raccolta (almeno in parte) dai volontari della parrocchia di Cornate, che dal suo burrascoso addio, hanno ripreso in mano la gestione e la manutenzione del celebre Santuario.

Rocchetta: dopo Mandelli tornano i volontari

E se sui social le polemiche non si placano, tra chi difende l’ex custode e chi il parroco, anche noi abbiamo voluto vederci chiaro e andare a vedere di persona lo stato in cui versa oggi il Santuario che veglia sull’Adda. Aldilà delle differenti vedute e posizioni non si può negare che, alla prima occhiata, la cura del verde è sicuramente meno tempestiva rispetto al passato, ma non per questo dimenticata.
"Certo, prima c’era una persona che aveva molto più tempo da dedicare a queste attività e la situazione era molto diversa - ammettono due volontari della parrocchia armati di rastrelli e falcetti - Purtroppo siamo pochi e anche il tempo a disposizione per noi è meno. La Rocchetta rappresenta comunque un fiore all’occhiello per la comunità, quindi continueremo ad averne cura. Chi denuncia incuria e degrado temiamo rimarrà deluso".

Se la cisterna e la scalinata sono state ben ripulite nel corso delle ultime ore, la collina risulta invece piuttosto incolta. Ma anche in questo caso, secondo i volontari, c’è un motivo. Anzi, due.
"Alcuni punti non sono di proprietà della parrocchia, quindi non possiamo intervenire - proseguono i “giardinieri” - Recentemente abbiamo anche chiesto l’intervento di un agronomo per capire come svolgere alcune attività di manutenzione e siamo stati invitati a seminare del prato aggiuntivo. Questo perché la “deforestazione” degli ultimi anni rischia di provocare seri danni all’ecosistema dell’Adda: in caso di pioggia, senza più barriere naturali in grado di assorbire l’acqua, il terreno rischia di franare direttamente nel letto del fiume con tutte le conseguenze del caso".

La questione della chiusura

Altro nodo al pettine, la chiusura della Rocchetta che, a differenza di prima, non è più aperta al pubblico in maniera continuata, ma solo previa richiesta al parroco. Un vero peccato da un certo punto di vista, soprattutto per i tanti visitatori che si recano quotidianamente allo splendido santuario. E anche su questo capitolo non mancano i veleni, visto che lo stesso Mandelli è stato suo malgrado protagonista di un episodio che testimonia quanto i rapporti tra le parti siano ancora piuttosto tesi.
"Domenica sono andato lungo l'Adda con alcuni conoscenti e durante la camminata ho mostrato loro questi luoghi che conosco così bene - spiega l’ex custode - Quando siamo arrivati al Santuario della Rocchetta ho cercato di fare in modo che apprezzassero appieno la sua bellezza. Ho iniziato a spiegare l'aspetto esterno del Santuario e la cisterna. Ho quindi cercato di entrare per mostrare loro l'interno, ma una persona mi ha impedito l'accesso, sbarrando l'ingresso con le braccia. E' stato un gesto che mi ha ferito nel profondo e che ha scatenato l'indignazione delle persone che erano con me: per fortuna sono persone dotate di intelligenza e rispetto, altrimenti ne sarebbe potuta scaturire anche una discussione piuttosto accesa. Parlano di tanto di comunità, poi si comportano in questo modo...".

Differente la versione del diretto interessato: "Non ho impedito l’accesso a nessuno, sia chiaro - spiega - Ho solamente detto che se avesse voluto entrare non avrebbe potuto continuare con le spiegazioni, ma avrebbe dovuto rispettare le regole, il silenzio e la preghiera. Ha accettato ed è entrato: dalla chiesa non è mai stato cacciato nessuno".

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