Metropolitana

Rumore e smog, l'impatto della M5 preoccupa

Forti criticità ambientali espresse dalla Giunta per il deposito a Casignolo, chiesti tetti verdi e fotovoltaico

Rumore e smog, l'impatto della M5 preoccupa
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Sono necessarie opere per mitigare la perdita di biodiversità causata dall’impatto della M5. Il Comune di Monza ha rilevato forti criticità ambientali sulla presenza del deposito della metropolitana  a Casignolo - come emerso in sede di condivisione dei contributi tecnici durante la seduta del 19 marzo.

Il deposito della M5 a Casignolo

Un argomento - in realtà - dibattuto da anni visto che già nel 2019 erano state espresse perplessità da più parti.
Per questo la Giunta Pilotto ha intenzione di chiedere solo ed esclusivamente in caso di incompatibilità tecnica della realizzazione di tetti verdi e di pennelli fotovoltaici - che vengano in subordine introdotte le migliorie tecnologiche per garantire l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi energetici dell’edificio del deposito dei mezzi che occuperà un terreno oggi a verde tra viale Campania e il confine con Cinisello di Bettola.

Il 20 febbraio si è svolta la prima seduta della Conferenza dei servizi finalizzata al rilascio del Paur (il provvedimento unico regionale necessario per passare dalla progettazione all’appalto delle opere) per il prolungamento della M5 a Monza, mentre la seconda seduta sarà il 20 aprile.
In vista della seconda riunione della Conferenza dei servizi che dovrà esprimersi sulla valutazione di impatto ambientale del prolungamento della Lilla da Bignami al Polo istituzionale, la Giunta Pilotto ha approvato le sue osservazioni.

Le richieste della Giunta per la M5

Nel documento, approvato dalla Giunta e firmato dal dirigente del settore Mobilità e Viabilità Carlo Maria Nizzola, tra le criticità ci sono anzitutto «l’impetto che comporta in termini di emissioni rumorose nonché l’incremento delle criticità viabilistiche con ricadute sulla qualità dell’area». Per quanto riguarda le sorgenti rumorose, non c’è solo il transito dei treni (uscita dalle 5-6 di mattina e rientro a mezzanotte), ma anche l’edificio per lavaggio, soffiatura e pulizia dei veicoli. Una serie di cose che aumenterebbero di 2,3 decibel di giorno e 4,7 di notte i rumori.

Da qui la richiesta del Comune per l’area attualmente silenziosa e in cui sono presenti edifici residenziali: «Se i superamenti dei limiti saranno confermati, dovranno essere adottati interventi di mitigazione, anche con chiusura di uno o più lati del deposito».
Purtroppo, come avevamo già scritto, e come viene ribadito nella relazione, non c’è la possibilità di scenari alternativi di ubicazione per l’indisponibilità di aree abbastanza grandi da ospitare il deposito.
Tra gli elementi di criticità anche gli scarichi dei lavaggi nelle fognature, la ricarica della falda persa e il possibile impatto del traffico e dell’inquinamento dovuto alla presenza dei parcheggi.

I dubbi di Hq Monza

Pur difendendo a spada tratta l’opera ed essendone da anni tra i principali fautori, anche gli attivisti del Comitato Hq Monza avevano ribadito la necessità di compensazioni ambientali, anche con la creazione di una zona a bosco e di una cintura ampia sempre con alberi, siepi e cespugli, secondo le direttive Ispra.

«Siamo stati i primi, nel 2019, a chiedere che questa struttura fosse ridotta e interrata, o che quantomeno fosse realizzata con mitigazioni ambientali consistenti - avevano detto appena un mese fa gli esponenti di Hq Monza - Restiamo convinti che ridurne le dimensioni è certamente possibile, visto che il primo dei due progetti preliminari realizzati da Mm Spa prevedeva una struttura su una superficie grande la metà. E nessuno ha mai spiegato perché è stata poi così ingrandita».

 

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