Paziente brianzolo

Salvano il fegato durante l'intervento grazie alla ricostruzione in 3D

L'operazione realizzata all'ospedale di Vimercate, con una tecnica innovativa, dall'equipe del dottor Cotsoglou.

Salvano il fegato durante l'intervento grazie alla ricostruzione in 3D
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Un intervento delicato al fegato, affetto da tumore, realizzato grazie al supporto di una ricostruzione in 3D che ha consentito di preservare gran parte dell'organo.

Questa l'operazione portata a compimento con successo all'ospedale cittadino. Un'ulteriore salto in avanti in direzione dell’innovazione chirurgica con l'obiettivo di  perfezionare la complessa tecnica di preservazione epatica in pazienti affetti da metastasi al fegato, da neoplasia del colon.

Un paziente brianzolo di 65 anni in condizioni critiche

E’ quanto messo in campo, negli ultimi giorni, dalla struttura di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Vimercate, diretta dal dottor Christian Cotsoglou, che ha interessato il caso di un paziente di 65 anni, residente in Brianza, in condizioni davvero critiche: un paziente, con metastasi epatiche multiple derivanti da un tumore al colon, appunto.

Un anno di vita se non sottoposto all'intervento

“Il riscontro di tali condizioni, già nel momento della diagnosi – racconta il primario - è purtroppo un’evenienza frequente, con una percentuale che varia tra il 15 e il 30% dei pazienti. La loro sopravvivenza globale, se non sottoposti a trattamento, è inferiore a 1 anno. L’intervento chirurgico di resezione epatica rappresenta, dunque, l’unico trattamento, con tempi condivisi fra più specialisti, potenzialmente curativo”.

Intervento di resezione delle lesioni tumorali

Chirurghi, oncologi e anestesisti hanno deciso dapprima di sottoporre l’uomo ad un primo ciclo di chemioterapia, con un’ottima risposta da parte del paziente, e successivamente di interessarlo ad un intervento chirurgico di resezione delle lesioni tumorali.

“Vale la pena ricordare che una resezione epatica può essere presa in considerazione solo se al termine dell’intervento rimane un volume di fegato sufficiente per preservare le funzioni vitali e consentirne una rigenerazione”, sottolinea lo specialista.

Ricostruzione del fegato in 3D

Innanzitutto è stata realizzata una ricostruzione anatomica del fegato in 3D, sulla base di un tac e del supporto di una nuova tecnologia d’avanguardia che ha permesso non solo di visualizzare tridimensionalmente l’organo, ma anche di navigare su monitor durante l'intervento stesso fra le strutture anatomiche e le lesioni metastatiche, tramite un sensore no-touch, che ha consentito al chirurgo di ruotare a suo piacimento la ricostruzione tridimensionale radiologica del fegato.

Individuate lesioni tumorali non evidenziabili con l'ecografia

L’équipe chirurgica ha individuato, così, lesioni tumorali, non più evidenziabili dalla tradizionale ecografia intra-operatoria, poi asportate, assicurando un adeguato volume epatico sano post-operatorio.

Sei ore di intervento, dimesso dopo sole tre settimane

L’intervento, effettuato da Cotsoglou, è durato circa 6 ore. Dopo un iniziale periodo di supporto in terapia intensiva di due giorni, per una transitoria insufficienza epatica, il paziente è stato trasferito nel reparto di Chirurgia Generale, dove ha proseguito la sua degenza senza complicanze. Attualmente l’uomo è rientrato al domicilio, dopo una degenza di sole tre settimane.

Il primario della Chirurgia Generale ci tiene a ringraziare gli specialisti che hanno permesso la gestione di questo delicato caso:

“gli Oncologi per l'attento controllo della chemioterapia che ha concesso al paziente di raggiungere la chirurgia; gli Anestesisti/Rianimatori per la pronta gestione emodinamica intraoperatoria e per la cura dell'iniziale insufficienza epatica, regredita in 48 ore; il personale infermieristico di sala e del reparto senza il quale ogni attività medico-assistenziale si fermerebbe; i medici Specializzandi di Chirurgia Generale dell'Università Statale di Milano per il contributo tecnico/iconografico, che ha reso possibile la descrizione dettagliata del caso clinico unico nel suo genere”.

 

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