Sant’Antonino sotto i ferri, si rifanno tetto e intonaci
Nella chiesa di piazza Marconi è in corso un importante intervento di restauro che riguarda, oltre alla copertura e alle murature, anche i serramenti e gli impianti

La chiesa di Sant’Antonino Martire a Nova Milanese sotto i ferri per un grosso intervento di manutenzione iniziato qualche settimana fa e che si protrarrà fino all’autunno. Per contribuire a finanziare le opere, la comunità pastorale San Grato ha aperto la campagna «Adotta la tua chiesa» che sta riscuotendo numerose adesioni.
Sant’Antonino sotto i ferri, si rifanno tetto e intonaci
A cento anni dagli ultimi lavori di ampliamento, l’antico edificio sacro di piazza Marconi (le notizie del primo nucleo risalgono alla fine del XIII secolo) è attualmente oggetto di una nuova importante opera di restauro che non poteva essere più rimandabile.
L’intervento riguarda diverse parti della chiesa che dal mese di marzo è «impacchettata» nel lato che affaccia su via Madonnina e intorno al campanile. Deve essere rifatto il tetto, in particolare la parte lignea, il manto e i coppi esistenti ma si deve anche mettere mano agli intonaci, ai serramenti e agli impianti in modo da garantire che la struttura possa mantenersi efficiente e pienamente utilizzabile ancora per molti anni.
La spesa prevista per i lavori in corso è di 700mila euro, la comunità pastorale ha già accantonato 500mila, resta dunque da finanziare 200mila euro. Per raggiungere la cifra necessaria la parrocchia ha pensato di avviare il progetto «Adotta la tua chiesa» che consente ai fedeli di fare una donazione per contribuire alle spese di restauro.
«Si sta attuando un risanamento completo della nostra chiesa in modo che possa durare almeno per altri cento - ha affermato don Luigi Caimi - i lavori dureranno fino a settembre o ottobre, per quanto riguarda la copertura finanziaria sappiamo che non sarà un problema perché, come abbiamo visto finora in altre occasioni, i novesi si sono sempre dimostrati molto generosi».
Nel 2019 un altro piccolo intervento aveva riguardato due angeli tubicini collocati in cima facciata della chiesa di piazza Marconi che erano stati completati con la ricollocazione delle trombe asportate durante la seconda guerra mondiale perché il metallo veniva impiegato dal regime per sostenere lo sforzo bellico dell’Italia in quel periodo.