Ha scoperto di avere un tumore al colon, potendo così curarsi per tempo, grazie… ad una lettera. Ad inviarla a Fabio Barbieri, consigliere comunale, 65 anni, è stata Regione Lombardia che, nell’ambito della campagna di screening oncologico, gli ricordava di effettuare i controlli. Ora è lui a lanciare un appello: “La prevenzione è fondamentale, sottoponetevi a controlli periodici”.
Parola d’ordine: prevenzione
Parola d’ordine: prevenzione. Sempre. Lo sa bene il 65enne consigliere comunale di maggioranza a Camparada. Il politico, con un passato prima come responsabile commerciale e poi come esperto di comunicazione in Sky, ora in pensione, ha scoperto di avere un tumore, o meglio un carcinoma (un tumore maligno, detto in maniera chiara) al Colon. E ha deciso di raccontarlo spazzando via ogni tabù, attraverso un’intervista esclusiva rilasciata al Giornale di Vimercate e a primamonza.it per sensibilizzare sempre di più la popolazione alla prevenzione. Il politico lo ha fatto non senza timori, ma nemmeno senza vergogna o preoccupazione di rendere nota la propria condizione.
Una lettera che ti può salvare la vita
Una parola, prevenzione, scelta con cura la sua, poiché è la stessa che, con ogni probabilità, gli ha permesso di salvare la propria vita. La scoperta del nemico maledetto e silenzioso, contro cui il consigliere comunale sta combattendo al di fuori dalle aule del Consiglio comunale è avvenuta quasi per caso. Si, avete capito bene. Perchè Barbieri non aveva nessun sintomo, nessun campanello d’allarme dello stato di salute del suo colon.
“Circa a metà giugno, qualche giorno prima di partire per il mare, ho ricevuto nella cassetta della posta la lettera inviata dall’Ats attraverso la quale mi invitata ad effettuare uno screening per il tumore del colon retto – ha sottolineato Barbieri – Il destino è stato dalla mia parte mi verrebbe da dire perchè se la lettera fosse arrivata qualche giorno dopo, durante la mia assenza per le ferie, forse non l’avrei nemmeno presa in considerazione”.
Lo screening di Regione Lombardia
Si tratta di un programma ad hoc messo a punto per donne e uomini tra i 50 e i 74 anni i quali ricevono, ogni due anni, un invito dalla propria Ats per eseguire un test di ricerca del sangue occulto nelle feci. La lettera di invito consente al cittadino di ritirare gratuitamente una provetta presso una farmacia del territorio. Una volta raccolto un piccolo campione di feci, la provetta deve essere riconsegnata in farmacia, da dove verrà inviata a un laboratorio di prevenzione per l’analisi. Se il test risulta positivo, al cittadino verrà prenotata una colonscopia per approfondire la presenza di eventuali lesioni.
“Grazie ai medici del Policlinico di Monza”
“Appena ho ricevuto la missiva ho deciso di sottopormi ai controlli che riguardano la ricerca di sangue occulto nelle feci – ha continuato Barbieri – Tre giorni dopo aver consegnato la provetta in farmacia mi hanno contattato dicendomi che l’esito era positivo. Certo quando capisci che c’è qualcosa che non va nel tuo corpo inizi a preoccuparti, però posso dire che ho cercato di affrontare questi mesi senza farmi prendere dal panico, anche se la paura c’era, ovviamente. Ma bisogna fidarsi dei medici, cercando di essere realisti. Non mi sono fatto la solita domanda perchè a me? Trovo queste reazioni sbagliate e stupide. La verità è che non c’è un perchè. Subito dopo aver scoperto il tumore è iniziato un programma che mi ha portato all’operazione di asportazione di parte del Colon e della Colecisti avvenuta dopo Ferragosto. Appena è stato rilevato sangue occulto nelle feci mi hanno chiesto in quale ospedale volessi iniziare il percorso di screening e ho scelto il Policlinico di Monza. Mi sono trovato davvero bene perchè infermieri e dottori si sono rivelati davvero all’altezza della situazione. E anche la struttura l’ho trovata ben curata e accogliente. Sono stato sottoposto a colonscopia, Tac, visita con il chirurgo e prericovero. L’operazione di asportazione del carcinoma è avvenuta il 18 agosto attraverso una operazione il laparoscopia”.
Tecnica molto meno invasiva rispetto al tradizionale intervento, che prevedeva un’incisione addominale di dimensioni variabili da caso a caso. Questa metodica permette di eseguire lo stesso intervento mediante incisioni di pochi millimetri, effettuate dopo aver ‘gonfiato l’addome’ con gas apposito, in cui vengono inseriti una telecamera e gli strumenti chirurgici necessari per svolgere l’operazione.
“Ora sto bene”
“Ora sto bene e ad accrescere il mio buon umore è il fatto che proprio nei giorni scorsi ho ricevuto l’esito dell’esame istologico effettuato su 39 linfonodi e la notizia positiva è che nessuno di essi è rimasto intaccato dal tumore – ha continuato Barbieri – Questo rafforza il concetto della prevenzione: nessun linfonodo intaccato perchè ho scoperto il tumore in tempo. E Questo accresce l’importanza della prevenzione. Se non mi fossi sottoposto allo screening avrei scoperto di avere il tumore in altro modo ma, forse, sarebbe stato troppo tardi, chissà …”.
Dati ancora troppo bassi per una prevenzione efficace
Purtroppo, ad oggi, poco meno del 40% della popolazione che riceve la lettera per sottoporsi ad esami di screening oncologici accetta di sottoporsi agli esami.
“E’ una percentuale ancora troppo bassa perchè non dimentichiamoci che stiamo parlando della nostra salute – ha concluso Barbieri – Io non avevo nessun sintomo, eppure avevo un nemico invisibile dentro di me. Tra l’altro mi è stato detto che il tumore che avevo sta colpendo una fascia di popolazione sempre più giovane, addirittura ci sono casi a partire dai 37/40 anni. La prevenzione è fondamentale e necessaria, motivo per cui invito tutti a sottoporsi a esami o visite periodiche. Non sottovalutate niente e non abbiate vergogna di nulla. Non ne vale la pena. Colgo l’occasione per ringraziare di cuore il personale medico e infermieristico del Policlinico di Monza, in particolare l’anestesista Simona Celotti, il chirurgo Marcello Schiavo e l’endoscopista Monica Fioravanti”.