Monza

«Se il Monza va in A giuro che vado al Ghisallo a piedi». Dopo 20 anni Davide «costretto» a onorare la promessa

L’impresa dell’ingegnere Cannata che a 40 anni si è trovato a festeggiare così la squadra del cuore.

«Se il Monza va in A giuro che vado al Ghisallo a piedi». Dopo 20 anni Davide «costretto» a onorare la promessa
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«Se il Monza va in serie A vado fino al Ghisallo a piedi». Sono passati vent’anni da quando, ancora studente al Frisi, il 41enne monzese Davide Cannata aveva pronunciato queste parole. Quasi più una boutade, con l’intima speranza però che si potessero concretizzare quanto prima.
E che sabato, a fronte della recente avvenuta promozione della squadra biancorossa in seria A, ha infine orgogliosamente concretizzato.

Da Monza al Ghisallo

Preparato lo zaino con il cibo e l’acqua, indossate le scarpe da running e messo in testa un cappellino per ripararsi dal sole, il monzese è infatti partito dal quartiere Cristo Re (dove vive) alle tre del mattino per raggiungere a piedi il santuario della Madonna del Ghisallo, a Magreglio, nel Comasco. Passando per Villasanta, Lesmo, Correzzana, e ancora Bulciago e Costa Masnaga fino a inoltrarsi nel lago di Pusiano e poi risalire fino appunto a Magreglio, nel cosiddetto Triangolo Lariano.
«E’ stata un’esperienza impegnativa ma anche molto gratificante - ha raccontato - Ho concluso il tragitto da solo in circa dieci ore, macinando una cinquantina di chilometri. Ma lo rifarei subito. Ho infatti avuto la possibilità di gustarmi con calma gli scorci più suggestivi della Brianza, e di vedere panorami mozzafiato come mai fino ad allora. Del resto nella vita di tutti i giorni si va sempre di corsa e non ci si accorge di quante cose belle e straordinarie il paesaggio ci offre. A farmi compagnia e darmi supporto al telefono sono stati principalmente mio fratello e mia sorella, e poi qualche amico. Ai quali ho mandato via via le foto delle diverse tappe raggiunte ragguagliandoli di come procedeva la mia marcia. Tutti loro hanno fatto il tifo per me».

«Per il mio Monza questo e altro»

Un’avventura emozionante ma pure faticosa, dunque, quella di Cannata, che lui stesso non avrebbe mai creduto di provare. «Va detto che di mio sono già piuttosto testardo e che quando mi metto in testa una cosa è difficile farmi cambiare idea - ha sottolineato - E una promessa in quanto tale va mantenuta. Anche perché l’ho fatto in onore di una squadra che ho sempre amato e che ho sempre seguito alla stadio».
Nelle parole del monzese anche il ricordo di quella famosa domenica sera (29 maggio) nella quale la squadra biancorossa entrava a buon diritto nell’empireo del mondo calcistico scatenando l’entusiasmo di tutta la città.
Un momento indimenticabile per Cannata, che insieme agli amici e alla folla di tifosi, ha passato tutta la notte a festeggiare.

Prontissimo per un nuovo cammino

Impiegato come ingegnere in uno studio tecnico, il 41enne monzese non è nuovo a sfide di questo genere giacché da sempre si diletta nel fare sport. In special modo a correre e, manco a dirlo, a tirare calci al pallone. «A dire il vero non mi sono nemmeno preparato prima di iniziare il cammino. E una volta giunto al traguardo, e dopo che l’adrenalina è scesa, la stanchezza non ha tardato a farsi sentire. Ma è pur vero che l’esperienza è stata davvero coinvolgente e che in fondo non mi dispiacerebbe provare a intraprendere un’altra sfida. Penso per esempio al Cammino di Santiago: non l’ho mai percorso, e penso potrebbe essere la mia prossima avventura».

Il coraggio, l’intraprendenza e la voglia di fare cose speciali a Cannata certo non mancano. Unitamente a una volontà di ferro.
Lo ha dimostrato tenendo fede a quella promessa che aveva fatto vent’anni prima della vittoria del suo amato Monza. Che certamente può vantare fra i suoi estimatori un tifoso imbattibile.

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