Lentate sul Seveso

«Se nessuno ci aiuta rischiamo di abbattere i nostri trecento bovini»

Rincari su mangimi e bollette, lo sfogo di Daniele Barcella della società agricola «La Baragia» di Birago.

«Se nessuno ci aiuta rischiamo di abbattere i nostri trecento bovini»
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«Se non si prendono al più presto provvedimenti e nessuno ci aiuta saremo costretti ad abbattere 300 bovini. Non possiamo andare avanti così ancora a lungo, tra costi dei mangimi esorbitanti e caro bollette». E’ l’amaro sfogo di Daniele Barcella, 27enne che insieme al padre Corrado gestisce «La Baragia», società agricola di famiglia operativa dalla metà degli anni Settanta in via Mancini a Birago.

«Se nessuno ci aiuta rischiamo di abbattere i nostri trecento bovini»

Lui è cresciuto tra le stalle, respirando la passione, i sacrifici e l’impegno del padre, e ha voluto proseguire l’attività. Ammette: «In tutti questi anni non ci è mai capitato di trovarci di fronte a una situazione simile, era successo che ci fossero degli aumenti, ma erano motivati. Ora si attribuisce tutto al conflitto in Ucraina, ma non credo sia davvero così, c’è anche molta speculazione».

Barcella dal settembre scorso è consigliere della Coldiretti Milano, Monza e Lodi, in rappresentanza della quale è appena stato all’Expo Dubai, un’esperienza altamente formativa, tra internazionalizzazione e innovazione, per conoscere realtà all’avanguardia in ambito agroalimentare, stringere nuovi rapporti con partner commerciali e confrontarsi per costruire l’agricoltura del futuro, valorizzando tutta la biodiversità e le eccellenze Made in Italy. Un settore che purtroppo, come altri, sta attraversando un periodo difficile a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. E anche la storica azienda agricola biraghese ne sta risentendo.

«Alleviamo 300 bovini, dei quali 160 producono latte. Questi ultimi si trovano all’azienda agricola La Botanica, sempre a Birago, con la quale collaboriamo - spiega Barcella - Se i prezzi dei mangimi non diminuiranno saremo costretti dapprima a ridurre le razioni di cibo e poi, se la situazione dovesse degenerare, addirittura ad abbattere gli animali. Ovviamente speriamo di non dover arrivare a tanto, ma bisogna intervenire subito. Per fortuna noi abbiamo la possibilità di lavorare un po’ di terra e coltiviamo gran parte dei foraggi di cui nutriamo i bovini, ma dobbiamo acquistare le farine, che costano molto di più». Giusto per fare qualche esempio: «Il mais per uso zootecnico è aumentato del cento per cento in un anno, passando da 20 a 40 euro al quintale, il frumento del 70 per cento. Il gasolio agricolo ha subito un rincaro del 50 per cento, anche se ora dovrebbe diminuire, mentre il costo dei concimi chimici azotati è aumentato del 120 per cento e attualmente si aggira attorno agli 87 euro al quintale. A ciò si deve aggiungere, come per tutte le aziende, il caro bollette, con l’aumento delle spese per il gas e l’energia elettrica».

"Spendiamo di più di quello che guadagniamo"

Se la situazione non dovesse migliorare «di fatto noi spendiamo molto di più di quello che guadagniamo - sottolinea Barcella - Il costo del nostro latte al pubblico non è aumentato, è sempre di 41 centesimi al litro pagato alla stalla, mentre nei supermercati si assiste a un rincaro dei prezzi. Questo significa che c’è molta speculazione e intanto noi ne paghiamo le conseguenze».

Possibili soluzioni

Barcella avanza anche delle proposte, delle possibili soluzioni che potrebbero migliorare la situazione, al momento davvero drammatica: «Bisognerebbe cercare di favorire una maggiore autosufficienza alle aziende agricole per la produzione di materie prime e per farlo è necessario adottare delle politiche comunitarie che vadano in questa direzione. Inoltre si potrebbe favorire l’energia pulita prodotta dalle aziende, ad esempio attraverso gli impianti di biogas e biometano alimentati coi reflui zootecnici. In questo modo si verrebbe incontro sia all’ambiente che alle aziende agricole. Si additano sempre gli allevamenti come fonte di inquinamento, in realtà producono più metano, ma non combustibile fossile». Conclude: «Settore agricolo e allevamenti sono in ginocchio, si faccia subito qualcosa».

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