Carate Brianza

«Sei veramente un clown» Il presidente insultato porta l’arbitro in Procura

Il patron della Folgore Caratese nel mirino di un direttore di gara della sezione Aia di Bologna che lo ha apostrofato via social

«Sei veramente un clown» Il presidente insultato porta l’arbitro in Procura
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Insultato via social, il presidente della Folgore Caratese ha deciso di sporgere denuncia agli organi federali tramite i suoi legali.

«Sei veramente un clown» Il presidente insultato porta l’arbitro in Procura

A prenderlo di mira però non è stato un insoddisfatto contestatore, ma un arbitro di calcio che lo scorso 17 marzo aveva diretto, come assistente, la gara casalinga valevole per la 31esima giornata del campionato di serie D vinta per 3 a 1 dalla squadra bianco-turchese di Michele Criscitiello contro la Casatese.
«Sei veramente un clown», il messaggio che Lorenzo Dalsasso, arbitro della sezione Aia di Bologna, (nella foto sotto cerchiato con il tondo rosso) ha rivolto in settimana via Instagram al presidente della Folgore Caratese e amministratore delegato di Sportitalia.

Lorenzo Dalsasso, arbitro della sezione Aia di Bologna, nella foto cerchiato con il tondo rosso

Impossibile al momento chiarire il motivo dello sfogo via social: «Chiedetelo a lui, manco lo conosco...», ha tagliato corto il presidente interpellato dal nostro settimanale. Vani, però, si sono rivelati anche i tentativi di rintracciare, per il momento, il giovane arbitro di calcio.
Criscitiello e la Folgore Caratese, tramite lo studio legale Di Cintio Ferrari di Bergamo, hanno provveduto così a denunciare agli organi federali l’arbitro emiliano chiedendo all’Aia e alla Figc (Federazione italiana Giuoco Calcio) che l’assistente di gara «venga sanzionato in modo esemplare».

«Con stupore e sconcerto prendiamo atto dell’accaduto, che non appare consono ai più alti principi sportivi e morali che dovrebbero permeare l’attività di tutti i tesserati, tanto più se direttori di gara», ha fatto sapere in una nota diffusa in settimana la società di calcio.

Criscitiello, di suo, ha comunicato invece di avere dato mandato per tutelare la sua posizione davanti alle sedi competenti, anche quelle non sportive.
Il giovane arbitro bolognese sarebbe chiamato a rispondere di diffamazione aggravata, dal momento che, per la Cassazione, l’uso del web e dei social costituisce un valido motivo per applicare - in caso la denuncia non venisse archiviata - una pena superiore a quella ordinaria.

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