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Sempre meno filiali e sportelli, le banche lasciano quartieri e paesi

Negli anni in città sono «scomparse» diverse agenzie: ecco cosa sta accadendo

Sempre meno filiali e sportelli, le banche lasciano quartieri e paesi
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Da un lato ci sono le fusioni e le acquisizioni dei grandi istituti di credito che, negli anni, hanno portato a una concentrazione di personale e di uffici con una conseguente razionalizzazione delle sedi (e dei costi). Dall’altro, c’è il progressivo passaggio al digitale di una fetta sempre più ampia di clientela che ha reso sempre meno indispensabile la filiale fisica (almeno per le operazioni più semplici).

Sempre meno filiali e sportelli

Il risultato, come emerge dall’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, è una tendenza alla desertificazione bancaria che sta interessando, sia pur in misura diversa da zona a zona, l’intero Paese.
La chiusura di agenzie è una realtà e, come emerge dai dati dell’osservatorio, i più penalizzati sono i Comuni più piccoli (nella zona dell’Adda Martesana, ad esempio, caratterizzata da centri di dimensioni contenute, in otto anni hanno chiuso ben 82 sportelli).

Il trend a Monza

Il trend è in atto ovunque. In Lombardia, complessivamente, in un anno si è perso il 5,1 percento degli sportelli, tanto che nel 2023 è stata una delle regioni che ha accusato la flessione più pronunciata insieme a Marche e Abruzzo. Ma qual è la situazione tra Monza, Lissone, Vedano e Muggiò?
A Monza le filiali e gli sportelli sembrano ancora godere di buona salute, tanto che risulta, sempre dai dati diffusi da First Cisl, tra le città meno colpite dal fenomeno della desertificazione bancaria, ma la loro distribuzione non risulta omogenea.

Tante in centro

A fronte di un’alta concentrazione in centro (anche se comunque qualche perdita la si è registrata: in piazza Duomo, ad esempio, hanno abbassato le serrande due banche, la ex Ubi diventata Intesa e l’ex Credito Bergamasco), la periferia appare meno servita. Con conseguenti disagi per i clienti, soprattutto i più anziani che, come dicono le statistiche sono meno propensi all’utilizzo dell’home banking. Oltre al centro, molti istituti di credito hanno puntato molto sulla direttrice Corso Milano (dove c’è, tra le altre) Banca d’Asti, Ibl Banca, il Bpm) e soprattutto via Borgazzi dove si trovano, nell’ordine, il Monte dei Paschi di Siena, Banco di Desio, il Crédit Agricole, (ma ha chiuso Fideuram) Banca Sella e, più avanti, la sede di Intesa Sanpaolo cui sono stati indirizzati molti correntisti delle filiali che il colosso bancario ha chiuso negli ultimi anni in città.

Meno nei quartieri

La presenza degli istituti di credito nei quartieri, al contrario, è meno capillare e non mancano filiali che hanno abbassato la saracinesca, soprattutto le ex Ubi acquisite da Intesa Sanpaolo (quest’ultimo resta, a oggi, l’istituto di credito con la maggiore presenza «fisica» sul territorio: e c’è da chiedersi se così sarà anche nei prossimi mesi e anni col tanto discusso passaggio di buona parte della clientela a Isybank). A Triante, per fare un esempio, negli ultimi hanno hanno chiuso le due filiali di Intesa Sanpaolo, la prima in viale Romagna e la seconda in via Vittor Pisani all’angolo con via Cavallotti (che era Ubi). A disposizione dei residenti del quartiere restano solo la filiale del Banco Bpm di viale Romagna e quella del Crédit Agricole di via Monte Cervino-Cavallotti e, in fondo a via Cavallotti (praticamente già in centro) Unicredit.

San Fruttuoso e Sant'Albino

A San Fruttuoso fino a pochi anni fa c’era uno sportello bancomat in via San Fruttuoso. Oggi invece per poter prelevare i residenti possono contare sull’Atm di Intesa San Paolo all’interno dell’Esselunga, oppure devono andare in viale Lombardia, dove c’è la Bcc. Non certo comodissimo per le persone più anziane che risiedono, ad esempio, nella zona del cimitero. A Sant’Albino la situazione peggiora: di banche non ce ne sono mai state, né filiali, né sportelli bancomat. La banca più vicina è la Bcc di via della Vittoria, San Damiano, che è già a Brugherio. In zona ospedale si può prelevare all’interno del nosocomio stesso dove c’è uno sportello di Intesa Sanpaolo (istituto che copre anche la zona di via Lario con l’Atm del Bennet). In via Ramazzotti hanno chiuso entrambe le banche che c’erano: sia Intesa Sanpaolo che il Credito Artigiano. Se si cerca una filiale fisica si deve andare in via Boito dove c’è Intesa e Crédit Agricole. A San Rocco rimane la Bcc di via San Rocco, mentre ha chiuso, anche in questo caso, un’altra filiale di Banca Intesa. Più complicata la situazione per chi risiede a Sant’Alessandro e Casignolo dove non ci sono banche. A Cederna si possono trovare, tra le altre, la Bcc (in via Rota e in viale Sicilia), Intesa Sanpaolo (via Foscolo e via Amati, dove c’è la filiale Imprese), il Banco di Desio (via Rota). Credem ha solo una filiale, in via Cantore, vicino a via Lecco.

Lissone, Vedano e Muggiò

Anche a Lissone in centro le banche non mancano, ma il calo nei quartieri più periferici è più marcato. A Santa Margherita e a Bareggia non c’è più alcuno sportello. In entrambi i casi c’era Intesa Sanpaolo che ha deciso di chiudere entrambe le filiali (mantenendone una in centro, in piazza Giovanni XXIII e chiudendo quella di via Paradiso ormai parecchi anni fa). Sempre a Santa Margherita ha chiuso lo sportello della Bcc. In entrambi i quartieri resta a disposizione lo sportello degli uffici postali. Anni fa ha chiuso anche la banca Popolare del Commercio e dell’industria di via General Guidoni, a due passi dalla stazione. Al confine con Desio e Muggiò c’è lo sportello Atm dentro l’Esselunga. A Vedano, invece, nessuna chiusura: restano attive la Deutsche Bank e la Bcc.
A Muggiò Intesa Sanpaolo ha chiuso due delle tre filiali: quella di Taccona e quella di via Cavour (che era Ubi Banca). Resta quella di piazza 9 Novembre.

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