Varedo

Serre Villa Bagatti, nuovo ricorso dell’ex proprietà

La società Arbo ha impugnato la sentenza del Consiglio di Stato che dava ragione al Comune, impedendo di costruire nell’area del compendio storico

Serre Villa Bagatti, nuovo ricorso dell’ex proprietà
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Sembrava scritta la parola fine, invece continua il contenzioso legale sull’edificabilità nella zona delle ex serre e trotter di Villa Bagatti Valsecchi a Varedo.

Serre Villa Bagatti, nuovo ricorso dell’ex proprietà

La società Arbo, ex proprietaria del compendio storico, ha presentato ricorso contro la sentenza del Consiglio di Stato, emessa a giugno dell’anno scorso, che dava ragione al Comune confermando che in quell’area non si può costruire. I giudici avevano quindi condannato al pagamento delle spese processuali del doppio grado di giudizio le società Arbo.
Il Consiglio di Stato aveva dunque ribaltato la sentenza del Tar del 2019 che riconosceva la possibilità per le immobiliari di costruire edifici a destinazione residenziale nelle ex serre, con aumento di volumetria, come previsto dalla precedente Amministrazione di Centrosinistra, in carica fino al 2011, che tramite la Fondazione aveva acquistato Villa Bagatti.

Con l’insediamento del Centrodestra però, era stata deliberata una variante generale del Piano di Governo del Territorio con la cancellazione del progetto edificatorio. Successivamente il Consiglio comunale aveva deciso l’inclusione del galoppatoio della dimora storica nel perimetro protetto del parco Grugnotorto. Quindi nel 2013 il ricorso delle due società al Tar, vinto ma poi impugnato dall’Amministrazione che il 24 giugno dell’anno scorso ha vinto davanti al Consiglio di Stato. «Il Comune ha considerato in modo complessivo l’operazione proprio in chiave di ponderazione dell’interesse pubblico e ha pertanto legittimamente agito in autotutela a seguito di una motivata rivalutazione di tutti gli interessi pubblici coinvolti» scrivevano i giudici del Consiglio di Stato nella sentenza di giugno.

In seguito al recente ricorso della Arbo, l’Amministrazione ha dato mandato all’avvocato Lorenzo Lamberti, che ha già seguito la causa al Consiglio di Stato, per procedere alla costituzione in giudizio, affinché venga riconosciuta la legittimità degli atti adottati dall’Ente.

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