Risarcimento

Si è rotta il femore sul porfido dissestato, l’ex prof fa causa

La caduta era avvenuta in via Carlo Alberto a Monza. Ora vuole che la strada venga riparata

Si è rotta il femore sul porfido dissestato, l’ex prof fa causa
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Una caduta che le ha provocato la rottura del femore e una bella arrabbiatura per le condizioni delle strade del centro storico. La ex professoressa storica del liceo Zucchi Amalia de Biase, 74 anni, oggi in pensione, è caduta in via Carlo Alberto e ora chiede i danni al Comune di Monza. A pochi giorni da un'altra richiesta di risarcimento dei genitori di un bimbo caduto in bici, come scriviamo qui.

La caduta sul porfido dissestato

La vicenda risale all’ottobre del 2021: l’insegnante era con il marito e il nipote quando il piede le si è incastrato in un sampietrino rotto e l’ha fatta finire a terra.

Ha quindi avanzato tramite il suo legale, lo studio di avvocati Rosati di Monza, una richiesta di risarcimento per i danni subìti a seguito della caduta mentre transitava a piedi verso piazza Citterio, all’altezza del civico 38/A.

«Qui era incappata in una sconnessione tra i blocchetti di porfido e l’attigua lastra in pietra ed era rovinata al suolo, procurandosi lesioni fisiche», come si legge nelle carte del Municipio.
«Non riuscivo nemmeno a tenere la gamba dritta, l’ambulanza mi ha portato subito in ospedale e sono stata operata - ha raccontato De Biase - Da qui è partita la trafila della riabilitazione che ancora non è finita visto che ho fatto in questi giorni le ultime sedute di fisioterapia».

Vuole lanciare un segnale

Al danno si è aggiunta la beffa, dal momento che la strada non è mai stata veramente sistemata. «Ci sono blocchi traballanti e dissestati ancora oggi per cui è facile inciampare e tanti prima e dopo di me sono caduti più o meno negli stessi punti.

Lo sanno anche i commercianti, mi hanno detto che le cadute sono state frequenti in quel punto, è capitato anche a una mamma che conosco e pensare che io indossavo scarpe da tennis, non certo tacchi alti!».
Anche in questo caso il Comune ha deciso di costituirsi e resistere, nell’udienza prevista il 10 giugno contro la monzese, assistito dall’avvocato.

«Quello che mi amareggia è che non mi ha mai risposto nessuno - ha chiosato la professoressa - Tante persone cadono, ma non tutti decidono di rivalersi. Io lo faccio anche per lanciare un segnale perché il nostro centro storico di Monza deve essere sistemato e non con dei rattoppi che poi di nuovo si rovinano dopo poco tempo».

 

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