Tanti problemi

"Siamo abbandonati" la protesta dei residenti di piazza Giotto a Desio

Lungo l’elenco di tutto quello che non va: rifiuti, vandalismi, spaccio, subaffitti. L’appello: «Non si può più vivere».

"Siamo abbandonati" la protesta dei residenti di piazza Giotto a Desio
Pubblicato:

Rifiuti, compagnie di disturbatori fino a tardi, musica a tutto volume, viavai, spaccio, appartamenti subaffittati senza alcun controllo.

"Siamo abbandonati" la protesta dei residenti di piazza Giotto a Desio

E l’ex Palazzo del mobile ormai fatiscente, al centro solo una settimana fa di una tragica morte che ha lasciato i residenti particolarmente scossi. Chi risiede nei palazzoni di piazza Giotto a Desio non ne può più. Qui da sempre vivono famiglie italiane e straniere, la convivenza non è sempre facile. Dopo un’estate difficile, che qualche settimana fa ha registrato anche la visita del sindaco, chiamato dal quartiere, «senza che sia cambiato nulla», evidenziano i residenti, per l’ennesima volta sono lì a elencare uno dopo l’altro i tanti problemi.

«Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo abbandonati. Le segnalazioni non hanno effetto e i problemi restano - affermano. Siamo veramente stanchi, non si può andare avanti così», dicono in modo unanime.

Chiedono più controlli

«Vorremmo più controlli, ci piacerebbe che i vigili si fermassero quando vengono nel quartiere – affermano – Qui ci sono tanti anziani, e adesso in molti non scendono e rimangono chiusi in casa perché hanno paura. La piazza è diventata il ritrovo di almeno una trentina di ragazzi che disturbano, entrano nei condomini, fanno dispetti. Sul piazzale ogni giorno c’è chi gioca a cricket e se li riprendi ti rispondono anche male».

Per non parlare del fatto che «non c’è un minimo di attenzione, c’è chi corre, chi urla, chi attraversa la strada senza guardare. Settimana scorsa un bambino è stato investito, ogni tanto succede anche questo. Incrociamo le dita perché non accada nulla di grave», evidenziano.

«Ho provato a dire qualcosa a questo gruppo di ragazzi, italiani e stranieri – afferma Francesco Corona – Sono stato insultato e minacciato. Loro sono in tanti».

«Sono venuto qui dalla Sicilia perché pensavo di trovare una zona tranquilla, ho lavorato quarant’anni e pensavo di potermi godere la pensione, invece ogni giorno dobbiamo subire danneggiamenti e soprusi. Distruggono tutto, non si possono tenere i fiori, non ci si può sedere sulle panchine, non c’è sicurezza», rimarca Paolo Cusenza. Da piazza Giotto segnalano un problema di illuminazione. «Siamo al buio - affermano i residenti - In via Bramante c’è un punto luce che funziona 24 ore mentre qui il faro c’è ma non funziona. E c’è un andirivieni di macchine sospette; vorremmo che le forze dell’ordine venissero a controllare».

Il problema dei rifiuti abbandonati

Chi vive nel quartiere parla di spaccio; poi c’è il tormentone dei rifiuti abbandonati e la discarica a cielo aperto «con cui ci troviamo di continuo a convivere. Le segnalazioni vengono fatte, ci sono rifiuti ingombranti che sono rimasti lì per settimane. Adesso hanno ripulito ma i rifiuti li hanno già riportati. La telecamera non funziona ed è diretta ancora dalla parte opposta rispetto alla piazzola».

Aggiungono: «Le manutenzioni degli alberi non sono state fatte». «Non si può più stare qui – dice Giuseppina D’Amico che nei palazzoni abita da decenni – Subiamo continuamente. Poco tempo fa è stato rotto il vetro della portineria, in precedenza anche il vetro degli spogliatoi del campo da calcio. Abbiamo avuto pazienza, ma adesso basta. Con la precedente Amministrazione c’era un po’ di intermediazione, ma adesso il dialogo non c’è con nessuno. Non è che i problemi prima non c’erano ma le risposte si avevano. Ora non è più così». Nelle rastrelliere ci sono pezzi di bici senza ruote, probabilmente compendio di furto, l’altalena è rotta, c’è un’auto parcheggiata e già segnalata con targa ucraina ferma da mesi, che i residenti hanno chiesto più volte di controllare.

"Non si può far finta di nulla"

«Dobbiamo sopportare compagnie con la musica rap a tutto volume, che si fermano fino a tardi, e qui arrivano anche gruppi di videomaker per le esplorazioni all’interno dell’ex Centrostile dove regna il degrado e la devastazione».
«Noi siamo una comunità, ci conosciamo tutti, purtroppo arriva anche tanta gente da fuori. Io sinceramente ho paura a far scendere la nonna, perché non ci si sente sicuri», afferma Marco Seghezzi. L’appello, a cui si è unito anche il Comitato di quartiere, è diretto all’Amministrazione: «Non si può far finta di nulla, siamo stanchi, troppe cose non vanno bene. Chiediamo attenzione, dialogo e interventi».

Seguici sui nostri canali
Necrologie