La richiesta del Comitato

"Solo due-tre anni di rinnovo al Golf"

Il Comitato per il Parco e il Comitato La Villa Reale è anche mia rilanciano le posizioni storiche

"Solo due-tre anni di rinnovo al Golf"
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Contratto di concessione per un periodo massimo di due-tre anni al Golf Club, non prorogabili; dopodiché, definitiva dismissione e rilascio dell’area e delle strutture al Consorzio. Aggiornamento del canone annuo (ora 600mila euro l’anno). Studio e realizzazione di un progetto di naturalizzazione dell’area volta alla sua riqualificazione ispirata al disegno originario, da mettersi in atto subito dopo il ritorno al Consorzio. Il Comitato per il Parco e il Comitato La Villa Reale è anche mia, davanti alle ipotesi circolate riguardo il rinnovo della convenzione del Golf Club, rilanciano le loro posizioni storiche (le prime risalgono al lontano 1995) contrarie alla presenza di Golf e Autodromo nel Parco.

 

Concessione scaduta per il Golf

La concessione del Golf è scaduta il 31 dicembre 2022, è stata prorogata di un anno come già previsto e, in teoria, il 31 dicembre dovrebbe cessare del tutto. «Abbiamo incontrato il sindaco Pilotto a fine novembre  -dice Bianca Montrasio, storica portavoce del Comitato per il Parco- e ci disse che stava trattando col Golf e che una proroga di un paio di mesi sarebbe stata accordata. A questo punto vogliamo ribadire le nostre posizioni».

I Comitati ritengono che 600mila euro l’anno non siano congrui «tenendo conto del valore storico e paesaggistico dell’area e del profitto conseguente l’utilizzo esclusivo di un sito così prestigioso e di una club house di proprietà dei Comuni di Monza, Milano e Regione Lombardia. L’ipotesi circolata di vent’anni di concessione ci sembra esagerata: si lasciano 100 ettari (un sesto del parco) a 300 iscritti al Golf, avendo in cambio l’impegno del Golf a mettere mano alla club house per 1,5 milioni, edificio che però è di loro uso esclusivo. Il sindaco ci sembra possibilista sull’ipotesi di includere nella concessione la riqualificazione di un’area di circa 500 metri quadri situata tra l’impianto e la ex fagianaia reale, ma tutto sommato gli interventi ambientali erano già previsti nella concessione in scadenza. Il fatto è che nessuno controlla».

Piante morte. O no?

Gli ambientalisti, a questo proposito, citano il caso di 4500 piante (di provenienza gratuita dall’Ersaf, l’ente forestale della Regione) «che il Golf afferma di aver piantato ma che sarebbero morte tutte. Una cosa incredibile, essendo specie autoctone molto resistenti. Possibile che siano morte tutte? Essendo 4500, si vedrebbero. Invece non se ne sa niente. Il fatto è che dentro all’area Golf non ci sono controlli da parte del Consorzio. Dello stesso piezometro lungo la Roggia Pelucca, che passa nel Golf, non si sanno i dati».

Osserva Giorgio Majoli di Legambiente: «Lo studio dell’Università di Genova del 1991 diceva che il Golf è incompatibile e ne proponeva l’allontanamento. Il Piano triennale della Regione, del 1997, diceva che il Golf doveva assicurare più rispetto per il parco e valutava l’ipotesi di mandarlo via. Il Prg Benevolo del 1997 prevedeva la ricostituzione dei viali del Bosco Bello. Quindi i tecnici valutano incompatibile il Golf. Il Masterplan lo ammette, ma è una scelta politica, mai dibattuta pubblicamente.»

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