Un’immaginetta di Carlo Acutis prima di entrare in sala operatoria, la forza della fede in una corsia d’ospedale. Non si tratta forse di un «miracolo» nel senso stretto del termine, ma sicuramente di un segno che sarà impossibile dimenticare. Un segno che ha trasformato un momento di paura in un’esperienza di consolazione e di fiducia.
Sottoposta a un delicato intervento, tra le mani l’immaginetta di Acutis: «Mi ha dato speranza e protezione»
Perché per Anna Fumagalli, 76enne, residente a Giussano, quella immaginetta la porterà sempre nel cuore. Ha da poco affrontato un’operazione delicata e complessa all’intestino all’ospedale San Gerardo di Monza.
L’allarme era scattato subito dopo Pasquetta con i sintomi di malessere accompagnati da nausea e vomito continui. Inizialmente il pensiero era andato a un’indigestione o al più a un’influenza che colpiva le vie intestinali. Poi, non migliorando la situazione con il passare dei giorni, la necessità di vederci più chiaro.
Fino al responso definitivo dopo una serie di esami e accertamenti ancor più approfonditi: l’urgenza medica tale da richiedere un intervento chirurgico lungo e difficile. Attimi di paura, di smarrimento, di fragilità, condivisi con i due figli, Luigi e Sabrina.
Ma ecco che tra tante incertezze, del resto messe sinceramente sul tavolo anche dai medici dell’ospedale, un improvviso, inaspettato lampo di luce, ottimismo e speranza. Un gesto semplice, ma carico di significato.
«Poco prima di essere portata in sala operatoria, una barelliera mi ha messo tra le mani un’immaginetta di Carlo Acutis. Mi ha dato grande forza e coraggio. Di fatto, quella immaginetta è rimasta sempre con me durante tutto il mio “percorso”: prima in mano, poi sotto al cuscino, anche nei giorni successivi all’intervento. E’ stata la prima cosa che ho controllato quando mi sono risvegliata dall’operazione e dalla terapia intensiva: l’immaginetta di Carlo Acutis era sotto il cuscino del mio letto».
La 76enne non nasconde la sua emozione:
«Sono una donna di fede. Mettermi nelle mani quella immaginetta è stata una sorta di “carezza spirituale” che ha saputo darmi coraggio e speranza in un momento difficile, delicato. Quella piccola immagine di Carlo Acutis è stata per me una compagnia discreta e potente anche nei giorni di degenza in ospedale dopo l’intervento: mi dava fiducia, speranza, protezione. Controllavo sempre che ci fosse, vicino al cuscino».
E c’è un particolare che colpisce. Forse un altro segno del destino. Di sicuro un’incredibile coincidenza. La donna è stata operata d’urgenza proprio a pochi giorni di distanza dalla data che inizialmente era stata fissata per la beatificazione di Carlo e poi rinviata dopo la morte di Papa Francesco.
L’attesa per la giornata di domenica
«Esattamente. Infatti, poi, proprio dal letto di ospedale ho seguito in televisione l’annuncio della fumata bianca per il nuovo Pontefice e il suo primo discorso in piazza San Pietro. Ora attendo con grande emozione la giornata di domenica per la canonizzazione di Acutis. Di sicuro mi commuoverò e terrò la sua immaginetta tra le mani, con la certezza di aver avuto accanto a me in quei giorni difficili la presenza invisibile, ma concreta di un giovane che parla ancora al cuore di tanti. Forse ha vegliato e supportato anche l’operato dei medici, dei chirurghi, degli anestesisti, degli infermieri, dei barellieri del San Gerardo. Non finirò mai di ringraziarli per poter essere qui a raccontare questa storia».