Stelvio in «Ciao»? Certo che... «Sì» La bizzarra impresa del Motoclub
Ecco i diciotto temerari centauri a pedali che sabato scorso sono partiti e rientrati in città sfidando anche pioggia e maltempo
Neve altissima ai lati della strada, freddo e pioggia dal cielo. Se la ricorderanno a vita i diciotto soci del «Motoclub Carate Brianza» protagonisti sabato di un’impresa davvero al limite del leggendario. Quasi come quelle che, negli anni, ci hanno regalato le immagini delle mitiche tappe del Giro d’Italia in cima allo Stelvio.
Anche i «centauri a pedali» caratesi hanno sfidato condizioni meteo proibitive lungo tutto il percorso di circa 420 chilometri fra andata e ritorno in sella a dei vecchi motorini «Ciao» e «Sì» rispolverati dai garage nei mesi scorsi e messi a punto per la bizzarra uscita.
Stelvio in «Ciao»? Certo che... «Sì» La bizzarra impresa del Motoclub
Guido Fumagalli, Alberto Picelli, Arcangelo Betti, Paolo Bai, Carlo Vertemati, Corrado Giovenzana, Franco Marzenta, Laura Terruzzi, Luca Farina, Renzo Maggioni, Matteo Conte, Maurizio Contato, Michele Damiano, Antonio Nava, Sandro Casiraghi, Stefano Cappelletti, Vincenzo Commisso e Alessio Lo Prete. Sono loro i diciotto temerari che si sono fatti carico di una sfida motoristica nata quasi per caso la scorsa estate durante un tour e diventata poi realtà raccogliendo le adesioni di un bel numero di appassionati possessori dei mitici motorini a pedali. Fra loro anche il veterano e inossidabile Arcangelo Betti, 86 anni il prossimo mese di settembre, e Laura Terruzzi unica donna del gruppo a sfidare lo Stelvio.
Partiti alle 4 del mattino di sabato da via Cusani, il gruppo (rientrato alle 20,15 in serata) ha iniziato il viaggio che li ha visti «arrampicarsi» fino in cima al Passo alpino a quota 2.758 metri, in uno scenario surreale e dopo aver macinato chilometri e chilometri sotto la pioggia battente che già nella mattinata li ha accompagnati per quasi tutto il percorso.
«E’ stata un’esperienza straordinaria e che non dimenticheremo - ha detto a nome del gruppo il presidente Fumagalli, anche lui tra i diciotto “folli” scalatori a pedali - Devo davvero ringraziare uno ad uno i compagni di viaggio, quanti si sono resi disponibili ad accompagnarci per il servizio assistenza con moto e furgoni e soprattutto il mio vice Paolo Bai il cui supporto è stato fondamentale per tutta l’organizzazione».
In cima allo Stelvio la bandiera a scacchi a salutare l’impresa e la foto di rito davanti a una barriera di neve altissima. Immagini da cartolina, da archiviare. Bravi, anzi bravissimi!