Il caso

Stereotipi di genere nel libro delle vacanze

Sotto accusa la frase in un esercizio di grammatica: "Un'inaccettabile rigida distinzione dei ruoli".

Stereotipi di genere nel libro delle vacanze
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No agli stereotipi di genere, più impegno anche delle istituzioni per costruire una cultura inclusiva e paritaria. E’ il messaggio che lancia a chiare lettere Sara Spadafora, ex consigliera comunale di Cesano Maderno e mamma di due bambini piccoli.

Stereotipi di genere nel libro delle vacanze

Lo spunto è la frase in un esercizio di grammatica del libro dei compiti per le vacanze del figlio, che frequenta la scuola primaria: "Carlo ha una scatola scura dove nasconde tante cose, ci sono giochi solo da maschi che sua sorella non deve toccare". Per l’ex consigliera, avvocata e mamma di un bambino e di una bambina, "una rigida distinzione dei ruoli ancora viva nella nostra società, ma inaccettabile".

Giochi da maschio e da femmina?

"Quali sarebbero questi giochi solo da maschi? - commenta l’ex consigliera, che ha condiviso la sua riflessione sui social - Mi sono immaginata quella sorellina che vuole usare le costruzioni oppure il kit da scienziato del fratello. Per carità, non sia mai che da grande consegua una laurea in una qualche facoltà scientifica. Il contrasto alla violenza di genere passa anche da queste frasi. E’ necessaria una svolta culturale che ci permetta di insegnare, soprattutto alle future generazioni, la parità. Se, ancora oggi, i libri di testo alimentano questi vecchi stereotipi, tipizzando ruoli maschili e femminili, siamo veramente molto lontani dal farlo accadere".

"Inaccettabile la rigida distinzione dei ruoli"

La consigliera spiegherà al figlio che nell'esercizio del libro "c’è un grosso errore da correggere e non si tratta di grammatica o sintassi", convinta dell’importanza di trasmettere alle nuove generazioni che "non esistono giochi solo da maschio o solo da femmina", così definiti per "una rigida distinzione dei ruoli ancora viva nella nostra società ma, oggi più che mai, inaccettabile". Non si può trasmettere a bambini e bambine il messaggio che "non possono giocare con quello che desiderano e non possono seguire le loro vocazioni perché alla società non sta bene".

Il richiamo alle istituzioni

Da qui l’impegno della consigliera a richiamare "le istituzioni a combattere gli stereotipi di genere e ad avere un ruolo concreto nel diffondere una cultura inclusiva e paritaria. In questa specifica occasione la scuola, intesa nel suo complesso, ha perso un’opportunità per contribuire del cambiamento".

La solidarietà degli insegnanti

Sara Spadafora puntualizza che la critica non riguarda le scuole che hanno adottato il testo, "anzi mi sono arrivati diversi messaggi di sostegno da parte di alcune insegnanti".  Per l’ex consigliera "le scuole cesanesi, in particolare, sono più che attente a questi temi, promuovendo ogni anno numerosi progetti di sensibilizzazione che coinvolgono studenti e studentesse". La critica è rivolta, piuttosto, alle case editrici "che non controllano i contenuti e non sbarrano la strada a vecchi stereotipi".

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