Preoccupazione

StMicroelectronics, questa mattina il presidio davanti alla Prefettura

Intanto proseguono gli scioperi, iniziati il 13 luglio. Proseguiranno (suddivisi per turni) fino al 20 luglio

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Proseguono gli scioperi dei lavoratori della StMicroelectronics di Agrate Brianza che nelle scorse settimane ha dichiarato esuberi per il triennio che potrebbero arrivare a 1.500 unità.

Gli scioperi, iniziati il 13 luglio, proseguiranno (suddivisi per turni) fino al 20 luglio, mentre oggi, martedì 15 luglio si è tenuto un presidio davanti alla Prefettura di Monza e Brianza.

StMicroelectronics, questa mattina il presidio davanti alla Prefettura

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Enrico Vacca, Segretario Generale FIM CISL Monza Brianza Lecco all'apertura del presidio di questa mattina davanti alla Prefettura di Monza:
“Oggi è un'altra importante giornata di lotta per le lavoratrici e i lavoratori di ST Microelectronics di Agrate Brianza. Otto ore di sciopero con presidio alla Prefettura di Monza per portare al Prefetto, esponente sul territorio del Governo, le istanze e la situazione grave che si è costituita in questi mesi per quanto riguarda il sito di Agrate.
Abbiamo avuto finalmente, dopo mesi di richieste, la convocazione al MIMIT per il prossimo 28 di luglio. Ora diventa fondamentale che a quel tavolo si cominci a discutere del piano industriale che come organizzazioni sindacali, unitariamente, abbiamo respinto in queste settimane e in questi mesi insieme alle lavoratrici e ai lavoratori.
Gli oltre mille esuberi previsti dal piano rimangono un elemento assolutamente inaccettabile e altrettanto inaccettabile è la carenza di investimenti strutturali previsti nel piano 2025-2027 per quanto riguarda il sito di Agrate.
Accettare la realizzazione di quel piano secondo quelle che sono le sue linee guida significherebbe accettare in primis una gravissima perdita occupazionale in un settore assolutamente strategico come quello della microelettronica e soprattutto, in previsione futura, il ridimensionamento del sito.
Agrate è un sito non più strategico per quanto riguarda il mondo ST ma periferico.
Di queste cose chiediamo al Prefetto di prendere atto e di farsi carico di trasferirle al Governo in modo tale che all'incontro del 28 luglio si possa finalmente cominciare a scendere nei particolari di questo piano industriale che come ripetiamo mai da mesi per quanto riguarda il sito di Agrate è totalmente inaccettabile e va rivisto da cima a fondo”.
Al presidio e’ intervenuto anche Mirco Scaccabarozzi, Segretario Generale CISL Monza Brianza Lecco
“Oggi siamo qui davanti alla prefettura di Monza Brianza per testimoniare il malessere che una parte di questo territorio vive. Questo paese ha bisogno di una politica industriale seria, non possono essere i diktat che arrivano anche dall'altra parte del confine a stabilire quella che sarà in realtà del nostro territorio. Abbiamo bisogno di un investimento serio, ma da parte della politica, basta con i programmi a corto raggio”.
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Intanto, la crisi di STMicroelectronics sarà oggetto di audizione presso la IV Commissione permanente del Consiglio Regionale della Lombardia (Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione), giovedì 17 luglio, alla presenza di rappresentanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del MEF, dei sindaci dei Comuni coinvolti e dei rappresentanti sindacali e aziendali. Convocazione seguita a quella arrivata nei giorni scorsi per il 28 luglio presso il MIMIT.

Fumagalli (M5s): «Presentato esposto alla Procura europea»

Marco Fumagalli (Portavoce M5s Monza e Brianza Est):

«La crisi della ST impone una riflessione più ampia. È inaccettabile che un’azienda che è al proprio massimo in borsa nell’ultimo anno e beneficiaria di ingenti fondi del PNRR possa operare tagli così drastici al personale. Ho presentato un esposto alla Procura europea per verificare se tali fondi siano stati indebitamente percepiti. Il sistema attuale arricchisce pochi e impoverisce milioni di lavoratori: le risorse pubbliche dovrebbero andare a scuola, sanità e stipendi dignitosi, non a ingrossare i profitti di grandi multinazionali che in cambio tagliano sulla forza lavoro. E' sempre più chiaro che questo sistema economico, oltre ad uccidere il Pianeta con la crisi climatica, arricchisca pochi e impoverisca milioni di lavoratori. Non servono le statistiche OCSE per capirlo ma basta andare a fare la spesa o confrontare le buste paga».

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