Brivido

Suonano le sirene antiaereo, il sindaco di Vimercate e la vice nel bunker a Leopoli

Nottata movimentata per la delegazione degli amministratori di Vimercate che si trovava in Ucraina; poi la visita all'ospedale pediatrico.

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Una routine a cui gli abitanti di Leopoli sono abituati, ma che ha di certo movimentato la notte di chi la guerra l'ha vissuta per la prima volta, fortunatamente, solo in questi giorni.

Sindaco e vicesindaco nel bunker antiaereo

La scorsa notte sono stati costretti a trovare riparo nel bunker ricavato sotto all'albergo in cui alloggiavano il sindaco di Vimercate, Francesco Cereda, la sua vice Mariasole Mascia e il consigliere comunale e medico Roberto Brambilla che da martedì 14 febbraio ad oggi, giovedì 16, sono stati a Leopoli, città dell'Ucraina, dove Brambilla da un anno svolge opera di volontariato nell'ospedale pediatrico.

Nella notte tra mercoledì e giovedì, infatti, nella regione in cui si trova Leopoli si sono registrati diversi attacchi dal cielo. Attacchi che non hanno direttamente coinvolto la città, ma che hanno comunque fatto scattare le sirene

Il sindaco di Vimercate Francesco Cereda e la vicesindaco Mariasole Mascia nel parcheggio interrato dell'albergo di Leopoli che funge da bunker. Qui hanno trovato riparo la notte scorsa, per circa due ore, a seguito dell'entrata in funzione dell'allarme antiaereo

Il video con l'audio delle sirene

Di seguito il video girato dalla stanza d'albergo dalla vicesindaco Mariasole Mascia nel momento in cui sono scattate le sirene.

Un viaggio che si è quindi concluso con il brivido (che Roberto Brambilla ha già provato in occasione di altri viaggi nei mesi scorsi) anche se lo stesso sindaco ha tenuto a ribadire che tutto si è svolto senza particolari problemi nell'arco di un paio di ore. E' quanto si legge anche nel racconto da lui fatto sulla strada che proprio in queste ore sta riportando la delegazione di Vimercate in Polonia e da qui in Italia, dove l'arrivo è previsto nella serata.

"Evacuazione rapida e tranquilla, ma esperienza non piacevole"

"Questa notte, come spesso capita da queste parti -  è suonata la sirena di allarme antiaereo e abbiamo dovuto abbandonare le nostre camere d'albergo e rifugiarci nello shelter dell'hotel (che altro non era se non una parte del parcheggio interrato dell'hotel) - si legge nel racconto del sindaco Cereda -  L'evacuazione si è svolta in maniera rapida e ordinata e, seppure non sia stata naturalmente una esperienza piacevole, è stata vissuta da tutti in maniera molto tranquilla. Alla fine l'emergenza è rientrata e dopo circa un paio d'ore siamo tornati regolarmente nelle nostre camere".

La visita all'ospedale pediatrico di Leopoli

Nella mattina di oggi, giovedì, prima di ripartire per l'Italia,  la delegazione di Vimercate ha preso parte al momento di certo più toccante del viaggio. Era in programma infatti la visita all'ospedale pediatrico di Leopoli, dove il dottor Brambilla opera da un anno prendendosi cura dei bimbi e dei ragazzi malati o feriti dalle bombe della guerra.

Il sindaco: "Visita commovente ed emotivamente impegnativa"

"Questa mattina siamo poi stati a visitare l'ospedale pediatrico. È stata una esperienza estremamente interessante e a tratti ovviamente commovente - ha raccontato ancora il sindaco di Vimercate - Alcuni reparti sono stati recentemente rinnovati o sono in corso di rinnovamento mentre altri sono invece ancora estremamente arretrati, soprattutto dal punto di vista strutturale. Stanno però facendo un lavoro veramente eccezionale, anche dal punto di vista del fundraising. In questo periodo di guerra, infatti, i fondi statali sono vincolati all'utilizzo di spesa corrente per il funzionamento quotidiano dell'ospedale, mentre per gli investimenti di ristrutturazione delle strutture e il rinnovamento delle apparecchiature medico sanitarie, possono affidarsi solo alle donazioni di privati. Abbiamo avuto modo di visitare sia i reparti più direttamente coinvolti dalla guerra (quelli di chirurgia, ortopedia e traumatologia per esempio) sia altri reparti, come l'unità di terapia intensiva neonatale recentemente completamente rimessa a nuovo sia nella struttura che nelle apparecchiature.

"Tristezza ma anche speranza"

"Come uomo e anche come papà di un bimbo di due anni è stata una visita emotivamente piuttosto impegnativa - ha concluso Francesco Cereda -  ma l'ho conclusa con più speranza che tristezza nel cuore, anche grazie alla positività che tutto la staff, veramente eccezionale, ci ha trasmesso. Hanno bisogno del nostro supporto, ma sono davvero in grado di tirare fuori il massimo - e forse anche di più - da quello che hanno."

La visita all'ospedale pediatrico

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