«Abbiamo perso il raccolto per colpa di un temporale impazzito». E’ rammaricato Lorenzo Merlo, titolare dell’azienda agricola «Il Nido del Merlo» di Besana insieme al fratello Fabiano e al cugino Lorenzo Perego, per quanto accaduto lunedì sera della scorsa settimana.
Temporale «impazzito» distrugge il raccolto
Un violento temporale con grandine e forti raffiche di vento ha distrutto il raccolto, in particolare le coltivazioni di soia e mais.
«Purtroppo soffriamo di un tempo malato – spiega Lorenzo Merlo – Tutta la fatica, i costi e l’impegno messo per la coltivazione della soia e del mais se ne sono andati a causa di un temporale che ha preso in pieno Besana e zone limitrofe. Fatica sprecata e soldi buttati».
L’azienda agricola, specializzata nella coltivazione di cereali e foraggi, ortaggi, e nell’allevamento di bovini di razza piemontese, oltre che nella lavorazioni dei terreni, è stata ereditata dal nonno Clemente:
«All’epoca mio nonno con questa attività è riuscito a crescere sei figli – sottolinea Lorenzo – Adesso i tempi sono cambiati, si fa fatica a far quadrare i bilanci di un’azienda agricola che coltiva e alleva con passione. In questo periodo di spese pazze, tempo malato e mercati che vogliono solo fare affari all’ingrosso, i costi sono aumentati esponenzialmente mentre si sono ridotti i prezzi alla vendita o sono rimasti comunque gli stessi da anni in balia dei mercati dettati dalle multinazionali. Pur vivendo in un periodo in cui tutti parlano di agricoltura e dei benefici di questa attività, la si sta danneggiano favorendo le aziende agricole di facciata ma che in realtà sono reti commerciali della grande distribuzione. La coltivazione e l’allevamento sono fatte di sofferenza, fatica e debiti da saldare, come si può spingere un giovane a impegnarsi in questo settore se non potrà mantenere una famiglia?».
A complicare ulteriormente la situazione sono anche le normative, sempre più stringenti, che mettono in difficoltà i coltivatori.
«Ho sempre aiutato il nonno sin da piccolo, sono cresciuto in questa realtà – sottolinea Lorenzo – Lo faccio per passione ma non potrei sopravvivere se non avessi l’altra attività che ho di pubblicità e comunicazione. Per questo mi fa soffrire vedere le difficoltà che si incontrano a portare avanti un’azienda agricola. Purtroppo siamo sempre soggetti al tempo: prima abbiamo avuto la siccità, poi le calamità naturali. Sembrava una buona stagione per il raccolto della soia e del mais: poi è arrivato quel violento temporale che ha distrutto tutto. Di alcune piantine è rimasto solo il fusto. E poi le assicurazioni trovano mille cavilli per non rimborsare i danni subiti. Prima c’erano i margini per compensare le perdite, oggi non è più così».