Ulteriore rinvio

Travolta sulle strisce a Carate nel 2016, ennesimo slittamento del processo

Tra passaggi e trasferimenti d’ufficio del fascicolo, il procedimento per la morte di Agnese Longoni attende ancora di entrare nel vivo

Travolta sulle strisce a Carate nel 2016, ennesimo slittamento del processo
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Un altro slittamento – l’ennesimo – del processo per la morte di Agnese Longoni, la 64enne molto nota per la sua sua attività di catechista, uccisa nel 2016 da un’auto che l’ha investita in viale Brianza, a Carate.

Travolta a Carate nel 2016, ennesimo slittamento del processo

La vicenda si trascina ormai da 7 anni, e ha subito un ulteriore rinvio. Tra passaggi e trasferimenti d’ufficio del fascicolo, il procedimento per la morte di Agnese Longoni, volto conosciuto della comunità come volontaria alla cooperativa sociale In-Presa, attende ancora di entrare nel vivo, a quasi sette anni dalla tragedia. I familiari della donna, che non si sono costituiti parte civile (hanno comunque ottenuto un risarcimento) attendono ancora giustizia.

L'incidente la sera del 29 dicembre 2016

La donna, la sera del 29 dicembre del 2016 era stata investita da una Opel Corsa condotta da un uomo di Carugo (Como), oggi 57enne. L’omicidio era avvenuto in viale Brianza, all’altezza della Baita degli Alpini, lungo una delle arterie più trafficate, la strada che dalla statale Valassina porta verso la Monza-Carate. Il fascicolo processuale, lungo il suo iter, ha incontrato molti ostacoli. In una prima fase ha ottenuto il trasferimento in altra sede il pm che se ne occupava. E’ cambiato inoltre il giudice del dibattimento (passato dal tribunale penale a quello civile), e poi ancora gli anni del Covid, e, da ultimo, il decesso del consulente della Procura che si stava occupando della perizia per ricostruire la dinamica del sinistro mortale.

La difesa, inoltre, ha sollevato la questione sull’inutilizzabilità dell’accertamento effettuato dalla procura sul telefonino dell’uomo al volante, al quale viene contestato di aver utilizzato il telefonino mentre guidava (circostanza negata dallo stesso). Gli esiti della perizia, infatti, sarebbero stati copiati su supporti informatici difettosi. Sotto accusa anche la velocità del veicolo. La prescrizione del reato, comunque, è ancora lontana.

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