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Un corso per “saper leggere il disagio”

Gli Uffici politiche sociali di Cgil e Cisl rilanciano la formazione per delegati e antenne sociali

Un corso per “saper leggere il disagio”
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Si è tenuta ieri presso la Camera di Commercio di Monza la prima giornata del nuovo corso dedicato a "saper leggere il disagio".

Un corso per “saper leggere il disagio”

Una momento di formazione, giunto sul territorio alla sua terza edizione, promosso dagli Uffici politiche sociali della Cgil di Monza e Brianza e della Cisl Monza Brianza Lecco e indirizzato a delegati e volontari che vogliono approfondire la tematica, conoscere gli strumenti per intervenire, sia nei luoghi di lavoro che nelle attività svolte sul territorio dalle associazioni di volontariato.

Il progetto, sviluppato in collaborazione con l’Ambito di Desio e l’Ambito di Carate Brianza, è in parte finanziato dal fondo GAP, gioco d’azzardo patologico.

La prima giornata

La prima giornata di corso, ieri, è stata dedicata a formare i corsisti – una trentina di partecipanti tra delegati e volontari –  alla lettura del disagio e all’instaurazione di una efficace relazione di aiuto.

Dopo gli interventi introduttivi di Franco Stasi, Mirco Scaccabarozzi e Elena Rovati per Cgil, Cisl e Uil territoriali, è intervenuta Ornella Perego che coordina l’equipe di promozione della salute ed è referente del “Piano prevenzione gioco d’azzardo patologico” di Ats Brianza.

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Altre sette lezioni e tanti temi da affrontare

Il corso proseguirà con altre sette lezioni incentrate su temi diversi come le dipendenze, la salute mentale e la vulnerabilità sociale ed economica. I partecipanti al corso avranno anche l’occasione di visitare i servizi sociali e sanitari territoriali e conoscerne gli operatori in modo da acquisire informazioni utili per l’orientamento delle persone che intercetteranno nel corso della loro esperienza lavorativa o di volontariato.

“A conferma della bontà del progetto – commentano Franco Stasi e Mirco Scaccabarozzi di Cgil e Cisl territoriali – Ats riconosce il valore di prevenzione del delegato aziendale e dell’antenna territoriale: formiamo persone in grado di agganciare le situazioni di fragilità e di accompagnare chi ha bisogno ai servizi evitando lo scivolamento dei cittadini in difficoltà nella povertà economica e relazionale”.

“Un’esperienza di cui andiamo fieri e che non ha precedenti sul piano regionale – continuano i dirigenti sindacali –. Non chiediamo ai nostri lavoratori di diventare assistenti sociali, ma di fare del proprio meglio per stare vicino alle persone”.

“Sottolineiamo – concludono – quanto sia importante la collaborazione tra Ats, gli ambiti e le organizzazioni sindacali: questo progetto ha la capacità di mettere insieme l’aspetto sociale e la prevenzione sanitaria del disagio”.

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