Un buco nero sta crescendo a uno dei ritmi più rapidi mai registrati sino ad ora, mangia materia ad una velocità molto elevata, al di sopra dei limiti teorici previsti. E’ questa la straordinaria e quanto mai scioccante scoperta dal team internazionale con a capo l’astrofisico Luca Ighina, originario di Pozzo D’Adda di cui fa parte anche il renatese Fabio Rigamonti.
Un giovane astrofisico renatese nel team che ha scoperto il gigantesco buco nero
Il ricercatore, 28 anni, consigliere comunale allo Sport, Eventi e Tempo libero, ha contribuito alla scoperta insieme ad una quindicina di colleghi.
La notizia è stata diffusa e pubblicata sulla rivista scientifica «Astrophysical Journal» ad inizio del mese di settembre.
Primo firmatario sulla rivista scientifica Luca Ighina, l’astrofisico di Harvard e che vede coinvolti dell’Osservatorio di Brera, Fabio Rigamonti, Alessandro Caccianiga, Alberto Moretti, Paola Severgnini, Fabrizio Tavecchio e Roberto della Ceca (direttore dell’Osservatorio).
Rigamonti, dopo gli studi al liceo scientifico «Frisi» di Monza, ha ottenuto la laurea triennale in Fisica e la magistrale in Astrofisica alla facoltà della Bicocca di Milano e poi un dottorato di ricerca all’Università dell’Insubria a Como. Per un periodo ha studiato all’estero, in Australia ed ora è ricercatore assunto a tempo determinato all’Osservatorio di Brera.
«Vedere questo buco nero crescere a vista d’occhio ci ha stupito», le prime parole dal team di ricercatori a conclusione degli studi durati due anni, con osservazioni dei buchi neri ed elaborazione dei dati con modelli matematici.

La scoperta
E’ un miliardo di volte più grande del sole. E’ stato scoperto con il telescopio Chandra della Nasa.
Nato dall’implosione di una stella molto calda, massiccia e luminosa, è un enorme buco nero che dista 12,8 miliardi di anni luce da noi, si chiama RACS J0320-35 è stato seguito dal telescopio spaziale Chandra, che è capace di osservare i raggi X emessi dai buchi neri durante i pasti.
«Siamo davvero stupiti di quanto siamo riusciti a scoprire analizzando i dati del telescopio Chandra. Luca Ighina è colui che è a capo della ricerca, ci siamo conosciuti all’Università e abbiamo fatto un percorso insieme, attualmente Luca è in America. Grazie ad una serie di sue osservazioni con telescopi internazionali e con l’elaborazione dei dati, siamo riusciti a studiare questo super vorace buco nero. Personalmente mi sono occupato dell’interpretazione dei dati raccolti e con dei modelli matematici siamo riusciti a misurare questa crescita veloce del buco nero. Il buco nero diventa più grande inglobando il gas presente nella sua galassia ospite. Questo non costituisce un problema per noi, visto che si trova a 12,8 miliardi di anni luce dalla Terra» ci ha confidato il ricercatore renatese, raggiunto telefonicamente.
Una scoperta che segna un nuovo capitolo sullo spazio
Con questa straordinaria scoperta, si apre un nuovo capitolo sullo spazio e oggi, grazie alla ricerca e ai potenti e costosi mezzi a disposizione, si aggiunge sempre un tassello in più di informazioni su quel mondo che è l’universo, ancora molto misterioso e sconosciuto ma che affascina sempre grandi e piccoli.
Cosa c’è dietro a quel cielo blu quando rivolgiamo il nostro sguardo verso le stelle?
«Chi lo sa, c’è davvero ancora tanto da scoprire… Ora ho un contratto di due anni presso l’Osservatorio di Brera e mi piacerebbe proseguire le ricerche in Italia. Ho tanti progetti, vediamo cosa mi riserverà il futuro» ha ripreso il renatese.
La scoperta dell’Osservatorio a raggi X Chandra della Nasa potrebbe aiutare a spiegare come alcuni buchi neri possano raggiungere masse enormi in tempi relativamente rapidi dopo il Big Bang. Da oggi si apre un nuovo capitolo sullo spazio.