Inaugurazione a settembre

Un monumento per i militari italiani internati al Bosco della Memoria

L’inaugurazione sarà a settembre 

Un monumento per i militari italiani internati al Bosco della Memoria
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Il Bosco della Memoria di via Mess, a Monza, si arricchirà di un nuovo monumento, che ricorderà i 650.000 militari italiani che dopo l’8 settembre 1943 non hanno aderito alla Repubblica di Salò e che per questo sono stati deportati nei campi di concentramento nazisti in Germania, molti dei quali morendovi.

Un monumento per i militari italiani internati

La proposta arriva dall’Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti), dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e dall’Associazione IMI (Internati militari italiani) e ha ottenuto il via libera dalla Giunta Pilotto.
Il monumento, spiega la delibera, si pone al di fuori della fascia di rispetto ferroviaria, nell’area centrale del Bosco, ove si svolgono le manifestazioni civiche, in posizione laterale al monumento principale, in situazione di piena visibilità e di agevole accessibilità per la cantieristica e gli allacciamenti e si inserisce nel contesto del Bosco della Memoria riprendendone l’impostazione progettuale.

Al Bosco della Memoria

Impostazione caratterizzata con il segno identificativo dei “no” incisi nella cintura di corten che abbraccia un simbolico albero costituito da due rotaie ferroviarie avviluppate da due rose rampicanti risalenti e da una base in massicciata di pietrame a spacco. Tanti “no” di varie grandezze e caratteri ad indicare le varie storie e provenienze di ciascuno dei deportati, che hanno assunto la responsabilità e le conseguenze di una scelta tanto coraggiosa.
I militari italiani furono definiti da Hitler “internati” per eludere le norme della Convezione di Ginevra del 1929 che tutelava i prigionieri di guerra. Furono obbligati al lavoro ma ribadirono il loro no alla Repubblica di Salò. Dopo venti mesi di dura prigionia 50mila non tornarono in Patria, essendo morti nei campi di concentramento.
I coordinatori del progetto sono gli architetti  Antonio Bellini e Michele Faglia, cui si aggiunge come progettista l’architetto Rosa Lanzaro. La realizzazione del monumento costerà 12.062 euro, metà dei quali coperti dal Comune. Per l’altra metà l’Aned lancerà una pubblica raccolta fondi. «La data dell’inaugurazione non è stata ancora decisa -spiega l’assessora alla Cultura Arianna Bettin- ma dovrebbe collocarsi senz’altro entro la fine del prossimo settembre».
Il Bosco della Memoria di via Messa è stato inaugurato il 27 gennaio 2018. Dal 2016 vi sono stati piantumati alberi di varie dimensioni e specie.

Novantadue alberi per i deportati

Sono stati individuati 92 alberi ai quali assegnare il nome dei deportati. I nomi sono incisi su lastre in acciaio corten piegate a forma di anello che “abbraccia” l’albero. Questo abbraccio accompagna la crescita dei giovani alberi, simbolo di una memoria destinata a radicarsi e a svilupparsi nella coscienza delle nuove generazioni. Completano il Bosco la segnaletica verticale con i nomi dei campi di concentramento e sterminio. Il posizionamento di questi nomi è avvenuto in aree che rispecchiano la geografia dei diversi campi, e cartelli esplicativi.

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