Nel giardino di Palazzo Arese Borromeo

Un trattamento sperimentale contro la cocciniglia giapponese

L’obiettivo è quello di contenere la nuova generazione dell’insetto e ridurne la presenza già a partire dall’anno prossimo

Un trattamento sperimentale contro la cocciniglia giapponese
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È stato effettuato ieri sera, martedì, all’interno del Giardino Arese Borromeo di Cesano Maderno, un intervento sperimentale contro la Takahashia japonica, l’insetto proveniente dal Giappone che il Comune, in collaborazione con la società specializzata Demetra e Regione Lombardia, monitora da tempo e infesta, in particolare, i carpini e i gelsi.

Un trattamento sperimentale contro la Takahashia japonica

L'insetto non è dannoso per l'uomo né per gli animali ma, su specie vegetali particolarmente sensibili, può causare problemi di disseccamento. La lotta alla Takahashia, o cocciniglia giapponese, è molto complessa per una serie di ragioni, tra cui le conoscenze ancora insufficienti sul ciclo vitale del parassita e la mancanza di insetticidi specifici.

"In pratica - spiegano dal Municipio con una nota ufficiale - attualmente, non ci sono terapie di contrasto diretto con efficacia certificata. L’unico metodo è la rimozione fisica dei rami infestati, ma gli interventi di potatura devono essere mirati per non indebolire ulteriormente la pianta e possono rivelarsi persino inutili. Il Comune ha così deciso di mettere in atto un intervento sperimentale sui filari di carpini del Giardino Arese Borromeo. Sarà valutato, se opportuno, un secondo intervento".

Il trattamento sperimentato ieri sui doppi filari di carpini del Giardino Arese Borromeo è a basso profilo tossicologico, che consiste in lavaggi delle foglie con prodotti a base di sali di potassio. Questo intervento, elaborato sulla base delle verifiche dei tecnici di Demetra e del confronto con il Servizio fitosanitario regionale, va eseguito nel momento del ciclo biologico in cui sono presenti le neanidi (le forme giovanili dell'insetto).

L'azione meccanica dei sali di potassio farebbe "scivolare" le neanidi a terra, rendendole più esposte all'azione di predatori naturali antagonisti. L’obiettivo è quello di contenere la nuova generazione dell’insetto e ridurne la presenza già a partire dall’anno prossimo.

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