Un tuffo nel passato del Collegio Ballerini
Inaugurata sabato scorso la mostra con ventiquattro fotografie inedite a cura di Mirko Valtorta, in collaborazione con il circolo culturale Seregn de la memoria

Ventiquattro immagini inedite per un tuffo nel passato del Collegio Ballerini, tra le classi di una volta, il refettorio e la prima fanfara del Collegio.
Un tuffo nel passato del Collegio Ballerini
«Nel 2020 ho acquistato da un antiquario di Cremona l’album fotografico, databile tra il 1902 e il 1903, che era stato donato dal Collegio Ballerini all’arcivescovo di Milano, il Cardinale Andrea Carlo Ferrari, per ringraziarlo del sostegno ricevuto - racconta Mirko Valtorta - Contiene dodici fotografie del Collegio realizzate in sali d’argento, un’antica tecnica fotografica basata sulle proprietà dei nitrati d’argento». Da lì è nata l’idea della mostra «Ballerini della memoria», in collaborazione con il circolo culturale Seregn de la memoria, inaugurata sabato nel porticato della scuola. A completamento delle immagini, sono esposte dodici cartoline di Seregno di quegli anni, tratte dalla collezione di Carlo Perego e altrettante stampe Milano dell’epoca, in onore del Cardinale, vescovo di Milano.
«Conosco il collegio Ballerini dall’ottobre del 1945, da quando, finita la guerra ho cominciato la prima elementare - racconta Perego - Il Collegio era solo maschile, l’edificio del liceo era solo un giardino con galline, il maiale e gli ortaggi: tutti i giorni avevamo in refettorio ingredienti freschi».
Nelle immagini si vedono i banchi dell’epoca «allineati al millimetro» e i tavoli da pranzo che «avevano dei buchi per le scodelle, così che i bambini non si sporcassero». Si ammira anche la prima fanfara del collegio con la mascotte ufficiale.
Ai tempi l’educazione era molto rigida: «C’erano tante regole, ma ho dei ricordi bellissimi. Tutti i giorni recitavamo la Messa in latino e imparavamo gli inni sacri a memoria. Il preside dell’epoca, don Serafino Citterio, veniva da Briosco a piedi il lunedì e tornava il venerdì sera, con i sandali e senza calze anche d’inverno. Usava la “macchina della provvidenza”, come diceva lui».
Un tuffo nel passato
Le cartoline della città, alcune firmate da nomi illustri - come don Angelo Longoni, fondatore del Ballerini - restituiscono uno spaccato del centro storico. «Abbiamo immaginato la città vista da una persona arrivata in stazione con il treno a vapore», spiega Valtorta. Colpiscono il mercato in via Trabattoni con i binari del tram accanto alle bancarelle, la Torre del Barbarossa ancora con l’orologio e via Umberto, dove all’origine si trovava il collegio, nella strada che adesso è appunto via Ballerini. La mostra è visitabile fino al 29 maggio, il sabato dalle 15 alle 19 e la domenica anche dalle 10 alle 12. Il 17 maggio (alle 21) verrà presentata da Carlo Perego, Mirko Valtorta e Domenico Flavio Ronzoni.