Macherio

Una cartolina inedita svela com'era Villa Belvedere

La storia della proprietà dei Conti Visconti di Modrone raccontata grazie alla ricerca fatta dallo storico triuggese Angelo Cecchetti.

Una cartolina inedita svela com'era Villa Belvedere
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Una cartolina inedita, trovata dallo storico di Triuggio, Angelo Cecchetti, svela com'era Villa Belvedere di Macherio.

Villa Belvedere

"Immaginate di imbattersi in un tesoro nascosto, una finestra sul passato che vi riporta indietro nel tempo. È esattamente quello che mi è successo mentre navigavo in rete alla ricerca di materiale antico. Tra le molte immagini che scorrevano davanti ai miei occhi, una cartolina fotografica ha attirato la mia attenzione, una villa lombarda senza alcuna indicazione sulla sua denominazione. Ma una semplice calligrafia sulla cartolina mi ha fatto ricordare qualcosa e, decifrando il messaggio scritto, ho scoperto che si trattava della Villa Belvedere dei Visconti di Modrone a Macherio. Una scoperta che non solo apre una finestra sulla storia del territorio ma anche un contributo alla conoscenza della storia della villa. Continuate a leggere per scoprire come ho fatto questa scoperta e cosa rappresenta per me e per i cultori della storia locale. Il tutto ebbe inizio qualche tempo fa, mi correggo, il tutto ebbe inizio molti anni addietro quando venni punto dalla mosca del genere «Brianzatzetzecornabubòlemingavera vulgaris» che mi ha inoculato il virus della Brianzolite cronica, causandomi relativa eterna dipendenza… È palese che sto inventando il tutto, ma dovevo cercare di trasmettere il senso di passione e appartenenza a un territorio da dove ancor oggi traggo divertimento nel cercare/scovare, lascio a voi il verbo da usare, «materiale» che parli di Brianza, dintorni e di Macherio quale mio paese aborigeno".

Villa Belvedere del duca Umberto Visconti di Modrone
Villa Belvedere del duca Umberto Visconti di Modrone

La cartolina inedita

"E’ forse per questa passione che a un tratto, però, mi è venuto un dubbio/pensiero sulla calligrafia che mi ricordava qualcosa, l’ho già vista e «alura turni indrè». Ritorno alla cartolina, la evidenzio e decifrando lo scritto: «…Ti unisco le tenerezze dei bambini e mille saluti e auguri anche di Uberto…tua Marianna», insomma avevo azzeccato che si trattava di Marianna, moglie del Duca Uberto Visconti di Modrone, appunto proprietari della villa di Macherio. Allora riguardo la foto, non mi sovviene nulla, giro l’immagine e nell’indirizzo compare solo parte del timbro postale dove però, aiutandosi con i vari correttori di immagine, si intravede con molta, ma molta fatica la M, la A, l’H e la E. Quindi Macherio ci potrebbe stare. Salvato il sito finalmente dopo diverse ore mi sono ricordato di un bellissimo acquerello disegnato da Alessandro Greppi intorno al 1875-1880, trovato sempre in rete all’indirizzo www.lombardiabeniculturali.it, dal titolo «Belvedere in faccia a Canonica».

La residenza dei Visconti di Modrone

"Sciambola, Goga e Magoga le lèè…È lei, la residenza dei Visconti di Modrone di Macherio prima dell’ultimo restauro-ampliamento avvenuto intorno al 1905. Il tesoro trovato ci fornisce la prima rappresentazione fotografica, non so se ne esistano altre copie in casa di privati o archivi, della villa di Belvedere. In più, una connotazione da collezionista, risulterebbe essere la prima cartolina fotografica rappresentante Macherio spedita il 14 luglio 1899 dall’ufficio postale di Macherio. Sicuramente questa «scoperta» non può essere paragonata alla scoperta della maschera funeraria di Tutankhamon, ma per i macheriesi e i cultori di storia inerente il nostro territorio è sicuramente un bel ritrovamento. A tal proposito proseguo nell’illustrare la trasformazione della villa prendendo informazioni dal periodico mensile «L’Edilizia Moderna» Anno XX Fasc. VIII – Agosto 1911. (Prima, è doveroso vedere come era la villa prima dell’intervento, avvalendoci della piantina di metà 1800 cura di Giovanni Brenna, dove si evidenzia la struttura originaria)".

La trasformazione di Villa Belvedere

"Il progettista dei lavori è stato l’architetto Emilio Conte Alemagna, «…Egli fu in questo genere di costruzioni un vero innovatore, avendo saputo adattare lo stile prettamente nostro regionale e di un’epoca fra le più fastose che l’architettura lombarda possa vantare, alle più moderne contingenze della vita comune … L’ultimo suo lavoro fu la Villa del Duca Visconti a Belvedere di Macherio…».

Planimetria generale
Planimetria generale

La descrizione della dimora

"Proseguendo nella descrizione: «…Non era una costruzione completamente nuova, giacché si trattava di una vecchia casa di campagna contornata da boschi, che il nobile committente desiderava fosse conservata come ricordo avuto; ma le modificazioni, le aggiunte, gli abbellimenti, furono tali e tanti che nessuno più riconoscerebbe l’antica dimora…è riuscita una villa munita di ogni più moderno conforto, e ai boschi dalle piante annose si sono aggiunti degli splendidi giardini all’italiana e all’inglese ricchi di statue, di balaustre, di vasi di piedistalli, pazientemente raccolti nei dintorni e artisticamente distribuiti nelle varie aiuole. La villa ha finestre ampie, poggiuoli, terrazze, porticati, così che da ogni punto si possono godere sempre nuove e belle visuali, oltre quella splendida sopra Macherio e sopra una larga distesa della Brianza…». Bene, l’ultimo periodo ci fornisce, per chi non lo sapesse, una conferma di quanto si possa ammirare dalla villa chiamata appunto villa di Belvedere. Possiamo anche azzardare una ipotesi, visto che nel raggio di pochissimi chilometri si ergono villa Gernetto e villa Taverna, cosiddette «ville di delizia»; se tale costruzione fosse stata presente nel 1822, nella sua forma attuale, sicuramente i coniugi Lose la avrebbero inserita nel loro «Viaggio pittorico nei monti Brianza». La modernità della villa allora era all’avanguardia come si può vedere nella descrizione: «…Inutile crediamo l’aggiungere che la villa è dotata di ogni moderno, perfezionato e comodo impianto, sia di riscaldamento che di acqua calda e fredda, di luce elettrica e di campanelli, e che i servizi di indole sanitaria (viene proprio riportato «indole») furono curati con speciale riguardo…». L’elettricità, per debito d’informazione, era già presente dal 1896, quando i Visconti si collegarono alla filatura e tintoria Biffi e Sironi situata nella zona sottostante (Canonica Lambro). Sempre per dare un’idea dell’estensione, ha un parco di 116.000 mq. Abbiamo anche i nominativi delle ditte che hanno partecipato ai lavori…».
La costruzione sia stata affidata alla Ditta Radaelli Giuseppe e figli di Arcore; come le decorazioni esterne siano state eseguite dalla Ditta F.lli Ferradini di Milano… le dipinture degli interni al pittore Gersam Turri di Legnano … come i ferri battuti sieno della Ditta Antonio Rossi e altri ancora…». Fino ad ora abbiamo descritto il corpo centrale della villa alla quale si aggiungono «…a render anche più dilettevole il soggiorno, si sieno creati nei giardini dei piccoli chalets, dei tempietti … Le scuderie, per 24 cavalli, con relative rimesse, sellerie e servizi, i garages per quattro automobili, i rustici per il giardiniere, le serre e le due portinerie…». Si nota che non molto è cambiato negli «hobbies» dei facoltosi, macchine, cavalli e altro forse ancora…». Qui termine la descrizione scritta, alla quale vengono allegate 5 tavole fotografiche di gran formato di circa cm 38 x 27".

Dalla enciclopedia Treccani on line〈rùit òra〉 (lat. «precipita l’ora»). – Fraselatina, con cui si allude alla fuga veloce del tempo e soprattutto all’imminenza della morte; si legge ancora talvolta sulle meridiane
Dalla enciclopedia Treccani on line〈rùit òra〉 (lat. «precipita l’ora»). – Frase latina, con cui si allude alla fuga veloce del tempo e soprattutto all’imminenza della morte; si legge ancora talvolta sulle meridiane

 

Cartolina doppia spedita nel 1907 a firma della duchessa Marianna, descrittonell’Edilizia Moderna, come Parterre verso tramontana, dove dalla visuale si vede la chiesa di Canonica Lambro e sullo sfondo villa sacro Cuore di Triuggio
Cartolina doppia spedita nel 1907 a firma della duchessa Marianna, descritto nell’Edilizia Moderna, come Parterre verso tramontana, dove dalla visuale si vede la chiesa di Canonica Lambro e sullo sfondo Villa Sacro Cuore di Triuggio

 

Cartolina spedita dopo il 1913 vista da Canonica Lambro, in basso siintravedono le rotaie del treno
Cartolina spedita dopo il 1913 vista da Canonica Lambro, in basso si
intravedono le rotaie del treno

Fatti e personaggi

"Fino ad ora abbiamo parlato della storia della costruzione, non si è parlato degli uomini, dei fatti e degli avvenimenti che hanno coinvolto la villa: facciamo solo brevi accenni. Come si può dimenticare quando la Duchessa arrivava a Macherio con la carrozza dove tutti i bambini rincorrevano i cavalli e la Duchessa gettata delle monetine, o quando gli stessi bambini, in funzione della riapertura della villa o in concomitanza di feste particolari come eventi e matrimoni che riguardavano i Visconti, venivano invitati a lucidare i cannoni, posizionati solo per fini estetici, e ricevevano in cambio i bumbon (probabilmente dal francese bonbons) i dolcetti-caramelle; oppure quando Eugenio Cassanmagnago che prima di divenire un partigiano d’importanza rilevante, all’età di 14, colpì con un sasso Slinka, il levriero afgano della duchessina Visconti di Modrone, che abitava appunto nella villa Belvedere, in «quanto era trattato meglio di un cristiano in quanto il maggiordomo veniva giù dal palazzo a fare la spesa dal macellaio, quel cane si trovava nel piatto una bistecca che forse mangiava solo a Natale. E la sera stessa Eugenio fu portato per la prima volta in caserma dei carabinieri di Macherio, interrogato dal maresciallo…»; non ultimo che dire del Beato Don Carlo Gnocchi che fu, con molti carabinieri ribelli al nazifascismo, ospitato dal Duca Marcello Visconti di Modrone a Macherio durante il periodo dell’occupazione sul finire della seconda guerra mondiale e dove il 17 ottobre 1944 sia Don Carlo Gnocchi che il Duca stesso vennero arrestati dalle SS germaniche… Mi fermo qui, le persone appartengono a tutt’altra storia".

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