Ornago

Una vita dedicata alla «Nino Ronco»

Lo storico presidente Franco Sala ha celebrato in questi giorni i sessant’anni di militanza nella società

Una vita dedicata alla «Nino Ronco»
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Una vita in rossonero. Non quello del Milan (squadra per cui comunque fa il tifo), ma per la sua amata «Nino Ronco». Sono giorni molto speciali per Franco Sala, storico presidente della società di Ornago: il 21 luglio, infatti, l’85enne ha festeggiato 60 anni di militanza all’interno del sodalizio.

Una vita dedicata alla «Nino Ronco»

E gli anni aumentano se si considerano anche quelli trascorsi come calciatore:

«Io sono nato proprio davanti all’ingresso del campo sportivo, in via Don Bosco - racconta il pres - Quando nacque la Nino Ronco, nel 1948, avevo 10 anni e cercai subito di rendermi utile. Partivo dall’oratorio con una cassetta a tracolla e giravo il paese per vedere caramelle e liquirizie: il ricavato della vendita finiva alla “sciura” Lucia, mamma del fondatore della società, don Angelo Galbussera».

Quello con il sodalizio rossonero è per Sala un amore che ha radici molto profonde: «Ho avuto la fortuna di conoscere Nino Ronco, il campione di ciclismo a cui la nostra società è intitolata. Ricordo come fosse oggi il giorno prima della partenza per il Giro di Lorena in cui perse la vita. Era il 1948 e lui era seduto fuori dall’oratorio. Non potrò mai dimenticarlo».

Un legame fortissimo

Il legame tra Sala e la Nino Ronco si è rinsaldato nel corso degli anni, con tanto di esordio sul campo da calcio: «Ho giocato fino al 1958, quando un infortunio al ginocchio rimediato contro l’Oreno mi ha costretto a smettere. Da lì mi sono impegnato a livello societario, lasciando solo per 18 mesi a cavallo tra 1961 e 1962, anni in cui sono stato impegnato il militare». Al suo rientro a Ornago, Sala non si è più allontanato dalla sua amata società: «Nel 1963 ne sono diventato presidente e lo sono rimasto per quarant’anni consecutivamente, fino al 2003. Successivamente ho passato il testimone, ma in realtà per tutti sono ancora “il pres” - sorride Sala - Anche l’attuale presidente mi chiama presidente».

Una dedizione profonda nei confronti di una società che per il numero uno rossonero rappresenta un vero e proprio pezzo di vita: «Qui ci sono tutti i miei ricordi più belli, oltre ovviamente a quelli legati alla famiglia. Non sono mancate le sconfitte, ma allo stesso tempo ci siamo tolti tantissime soddisfazioni, cercando di restare sempre in linea con quella che è la nostra filosofia: piedi per terra, volontariato, voglia di darsi da fare».

I ricordi

A livello di risultati sportivi, Sala conserva nel cuore «il doppio titolo italiano conquistato da mia figlia Stefania a Bari, nei Campionati italiani di pattinaggio a rotelle. Non posso però dimenticare le tante soddisfazioni ottenute anche nel ciclismo, nella pallacanestro e nel calcio. Come non posso dimenticare tutte le persone che nel corso di questi 60 anni mi sono stati vicino, aiutandomi quotidianamente. Il mio grazie va a tutti loro, anche se ci tengo a ricordare in particolare Giuseppe Villa, per tutti semplicemente “il Barbè”. Scomparso nel 2019, è stato il “mio” vicepresidente, il braccio destro su cui sapevo di poter contare in ogni situazione e con cui bastava uno sguardo per capirsi».

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