Monza

Una vita dedicata all’arte. Ora le sue opere aiuteranno la mensa dei poveri

A un anno dalla sua morte, il marito Gianpaolo Oggioni ha deciso di donare i quadri ai frati del Santuario delle Grazie.

Una vita dedicata all’arte. Ora le sue opere aiuteranno la mensa dei poveri
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I quadri ricoprono le pareti di quella che è stata la loro casa per oltre cinquant’anni. Una vita trascorsa insieme, fianco a fianco. Il lavoro, il figlio da crescere, poi il periodo della pensione, diviso tra il nipotino e il volontariato. Fino alla scomparsa di lei, il 18 dicembre del 2020.
A distanza di un anno, Gianpaolo Oggioni vuole rendere omaggio alla moglie Carla Brambilla, donando le opere da lei realizzate nel corso degli ultimi decenni ai frati del Santuario delle Grazie e il cui ricavato sarà destinato alla mensa dei poveri da loro gestita.

Una vita dedicata all’arte. Ora le sue opere aiuteranno la mensa dei poveri

Una decisione sofferta, "perché queste opere parlano di lei, della sua passione e della sua urgenza di esprimersi attraverso tecniche diverse e soggetti alquanto differenti tra loro". Ma dettata dalla volontà di far sì che quanto da lei lasciato possa essere d’aiuto a chi ne ha bisogno. "Mia moglie Carla ha dipinto per tutta la vita - ha raccontato con lo sguardo carico di commozione Oggioni, indicando i quadri alle pareti - Prima per lavoro, poi, dopo uno stop di qualche anno, per una nobile causa: sostenere i mezzi che, come volontari, utilizzavamo per accompagnare gli anziani e le persone con disabilità".

Carla Brambilla, monzese doc, dipingeva per ore. Amava perdersi tra le nature morte, i paesaggi innevati, le vedute di Monza, alternando fasi di figurativismo a periodi in cui a prevalere erano le tendenze astratte. Se si svegliava nel cuore della notte, correva nel suo studio, ancora oggi colmo delle sue tele, e dava sfogo alla sua creatività.

"L'arte le scorreva nelle vene"

"Siamo stati sposati per 44 anni, ma per me lei è rimasta sempre uno splendido mistero - non ha nascosto Oggioni - Passava di tecnica in tecnica, di soggetto in soggetto. Sperimentava con le tempere, con le matite, con la ceramica e col rame. Sempre con risultati che mi lasciavano senza fiato. E pensare che era un’autodidatta. Aveva studiato Ragioneria. Ma l’arte le scorreva nelle vene".

Un piccolo mondo immerso nell’arte e nel passato, quello dell’appartamento di via Azzone Visconti. "Ed è ora che queste tele escano dalle quattro mura in cui sono finora rimaste chiuse, celate allo sguardo altrui. Vorrei che l’energia messa da mia moglie in ogni singolo quadro raggiungesse quante più persone possibili. Ma vorrei anche che facessero del bene». Di qui la decisione di donarle ai frati di via Montecassino. La prima mostra è previsto abbia luogo a gennaio. "Ora devo solo farmi forza e lasciare andare il passato", ha concluso Oggioni con le guance rigate dalle lacrime.

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