Usmate Velate

Una vita per il pallone: l'ultimo saluto a Mister Tasca

Storico allenatore e dirigente sportivo attivo nel mondo del calcio, è scomparso in settimana all'età di 77 anni

Una vita per il pallone: l'ultimo saluto a Mister Tasca
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Una vita per il pallone. Lutto a Usmate Velate, ma in generale in tutta la Brianza calcistica, per la scomparsa di Luigi Tasca, 77 anni, detto Gino, ma conosciuto più semplicemente come "Mister" per via della sua straordinaria carriera.

Una vita per il pallone: l'ultimo saluto a Mister Tasca

Luigi Tasca nasce a Riviera d’Adda (oggi Medolago) il 20 luglio del 1947. Fin da ragazzi lo "tormenta" una passione che porterà fino ai giorni nostri: il calcio. Per la strada, nei cortili, in oratorio, fin da bambino il pallone gli è fedele compagno. Terminate le scuole elementari inizia subito a lavorare seguendo le orme del padre che lavora come muratore per un’impresa edile di Milano. Negli anni '60, poco più che ragazzo, inizia a lavorare alla IPA di Usmate: qui incontrerà l'amore della sua vita, Annamaria, che dopo qualche anno diventerà sua moglie. Il trasferimento in Brianza permette a Gino Tasca di proseguire anche una carriera calcistica avviata tra le fila del Solza.

Da calciatore a Mister

Dal 1964 al 1966 gioca per i colori della Falk Arcore in Serie D e nella stagione seguente gioca per il Medocalusco nel Campionato di Promozione. Purtroppo, però, sarà la sua ultima stagione da calciatore. L’11 giugno del 1967, non ancora ventenne, un grave infortunio mette fine al suo sogno di bambino. Tutto sembra finito, ma il giovane Gino non si perde d’animo, reagisce ancora una volta di fronte ai momenti difficili della vita e capisce che non può lasciare il mondo che ama di più, quello del pallone. Svestiti i panni del calciatore, indossa per la prima volta quelli del Mister. Parte dalla "sua" Medolago, dove si susseguono vittorie sia sportive che personali.

Una carriera di successi

Dal 1974 al 1980 allena gli Allievi dell’AS Usmate, che poi assumerà la denominazione di FC Usmate, della quale prenderà le redini della Prima squadra a partire dal 1981. Dalla stagione 1983/84 a quella 1986/87 si occupa anche del settore giovanile, alternandosi fino al 1991 tra la Prima e l’Under21 fino a portare la società biancoviola in Promozione. Dopo un anno passato ancora nel Medolago come allenatore, negli anni 1992-1999 mister Tasca allena l’Aicurziese e nel 1993/94 vince il campionato di Terza categoria e nel 1997/98 quello di 2° categoria portando la piccola società a giocare in Prima categoria nella stagione sportiva 1998/99. Nel biennio successivo allena l’AC Oreno in Promozione, mentre nel 2001 inizia la sua esperienza nella Nuova Ronchese sia come Direttore sportivo che come allenatore.

Gli ultimi anni e la benemerenza

In questi anni riceve da sua figlia una delle soddisfazioni più grandi che la vita possa riservare: diventare nonno due volte, nel 2005 e nel 2007. Nonostante l’impegno di nonno, non ha abbandonato il mondo del calcio. Dal 2009 fino al 2016 è Direttore sportivo della Leo Team di Biassono: un ultimo impegno prima di appendere per sempre gli scarpini al chiodo. Nel 2015, però, un'ultima grande soddisfazione personale con la consegna da parte dell'Amministrazione comunale di Usmate Velate di una targa di riconoscimento per l'impegno profuso nel mondo del calcio e dell'educazione sportiva, sempre al servizio dei "suoi" ragazzi.

Il ricordo dello Juventus Club

I funerali di Mister Tasca si terranno oggi, giovedì 6 febbraio, alle 14.30 nella chiesa parrocchia di Usmate Velate. Ad accompagnarlo verso l'ultimo viaggio anche i soci dello Juventus Club, di cui ha fatto parte sin dalla sua fondazione e che avevano proposto la sua candidatura a cittadino benemerito ormai dieci anni fa:

"Oggi piangiamo la perdita di una persona straordinaria, un allenatore che ha saputo trasmettere non solo la passione per il calcio, ma anche i veri valori dello sport: il rispetto, la disciplina e l'onestà - il cordoglio espresso dal presidente Davide Callegari - La sua dedizione alla formazione dei giovani non si limitava ai tecnicismi del gioco, ma si estendeva alla cura dell'animo e della crescita umana. Il suo approccio pedagogico applicato al calcio, ha lasciato un'impronta indelebile in chi ha avuto il privilegio di essere allenato da lui e in chi ha avuto l'onore di essergli amico, come me. Sempre fedele alla nostra Juventus, il suo amore per i colori bianconeri non era solo una passione calcistica, ma una parte della sua identità. Con lui abbiamo condiviso la nostra comune fede calcistica allo Stadium, in sede per vedere la partita, per una pizzata o per un semplice caffè. Oggi non perdiamo solo un allenatore, ma un amico, un maestro, una persona perbene che ha dato tanto a chi gli stava vicino. Ci mancherà profondamente, ma il suo esempio rimarrà vivo in tutti noi. Continuerà a vivere nei nostri ricordi e nei valori che ci ha insegnato. Ciao Gino, buon viaggio e lassù salutaci Guido"
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