Il disguido

Undici mesi per il controllo post-operatorio della figlia disabile: la protesta di una mamma

La caratese Silvana Chiesa, vittima di un «disguido» all’ospedale San Gerardo di Monza

Undici mesi per il controllo post-operatorio della figlia disabile: la protesta di una mamma
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Un’ora e 25 minuti di attesa allo sportello Cup del San Gerardo di Monza, prima di sentirsi dire che avrebbe dovuto attendere undici mesi per una radiografia e una visita di controllo post-operatorio della figlia Elisa, 14enne affetta dalla sindrome di Down, che era stata programmata invece entro 90 giorni.

Undici mesi per il controllo post-operatorio della figlia disabile: la protesta di una mamma

La protesta di Silvana Chiesa, battagliera mamma residente ad Agliate, si è materializzata prima in una mail di segnalazione inviata all’ufficio Relazioni con il Pubblico del presidio ospedaliero e, poi, con una singolare iniziativa personale.

Due t-shirt bianche, fatte appositamente stampare con sopra impresso un messaggio abbastanza esplicito: «Ma è possibile che per un secondo controllo post-operatorio da programmare dopo 3 mesi, mi venga data disponibilità nel gennaio 2024?». Infilate in una busta, le magliette - accompagnate da una lettera con tanto di indirizzo e numero di telefono - sono state recapitate con raccomandata al Ministro della Salute, Orazio Schillaci e al Presidente della Regione, Attilio Fontana.

L’iniziativa della mamma caratese ha fatto presto breccia a Roma e a Milano

Giovedì pomeriggio della scorsa settimana è arrivata la telefonata dalla sede del Ministero, che le ha assicurato un immediato intervento su quanto segnalato; venerdì, a mezzogiorno, quella, in persona, del Governatore della Lombardia.

Una quindicina di minuti più tardi un’altra chiamata: dall’ospedale San Gerardo di Monza, che le ha fissato per la mattinata del 16 maggio la visita di controllo prescritta dopo l’intervento di artrorisi sottoastragalica ai piedi a cui era stata sottoposta la figlia a metà gennaio nel reparto di Ortopedia e Traumatologia.

Un errore nella «presa in carico» della paziente all’origine della mancata prenotazione secondo i tempi previsti.
All’origine, un evidente errore nella «presa in carico» della ragazzina, prevista dall’inizio del 2018 nel sistema sanitario regionale per i cittadini affetti da patologie croniche o in condizioni di fragilità, come la quattordicenne. Nel percorso, un medico gestore organizza tutti i servizi sanitari e sociosanitari per rispondere ai bisogni del singolo paziente, programmando prestazioni ed interventi di cura specifici, prescrivendo le cure farmacologiche più appropriate, alleggerendo così il paziente dalla responsabilità di prenotare in proprio visite ed esami.

"Una battaglia di civiltà"

«Non l’ho fatto certo per avere una corsia preferenziale, ma per una battaglia di civiltà, soprattutto quando ci sono di mezzo persone speciali, come lo è mia figlia - ha spiegato mamma Silvana - Peraltro, dopo avere saputo che avrei dovuto attendere undici mesi mi sono attivata. Prima che la situazione si risolvesse, avevo già prenotato la radiografia all’ospedale di Carate Brianza e la visita di controllo ortopedica invece privatamente. Non me l’aspettavo, ma non posso che ringraziare il Ministro e il Presidente Fontana per l’attenzione che hanno mostrato. Oltre al ritardo nella prenotazione, all’Urp ho lamentato la mancanza allo sportello delle prenotazioni del tasto di accesso riservato alle gestanti e ai disabili che evidentemente è stato rimosso. Con Elisa siamo rimasti circa un’ora e 25 minuti in attesa per potere prenotare il secondo controllo, peraltro senza poi riuscirci. Mi pare davvero francamente troppo... Spero davvero si possa risolvere per il futuro anche questa “carenza”».

Fontana al telefono: «Errore nella presa in carico»

«Pronto, sono il presidente Fontana...».
Non se l’aspettava di certo la caratese Silvana Chiesa, ma venerdì scorso all’ora di pranzo ha ricevuto sul cellulare la telefonata del riconfermato governatore della Lombardia. Poco più di tre minuti e mezzo, nei quali Attilio Fontana l’ha ringraziata per la singolare t-shirt che ha ricevuto ma ha espresso soprattutto il suo personale dispiacere di fronte alla «disavventura» accaduta alla donna e e alla figlia diversamente abile all’ospedale San Gerardo di Monza.

«Le devo chiedere scusa, perché evidentemente ci sono persone che non sanno fare il loro lavoro... Perché le spiego, nel suo caso, l’errore è ancora a monte. Dopo il controllo era chi ha preso in carico sua figlia che avrebbe dovuto fissare subito la visita successiva. Poi stava al medico stabilire se la stessa visita andasse fissata dopo due giorni, dopo due mesi o dopo due anni... Sono molto dispiaciuto: lei non sarebbe dovuta andare al Cup. Secondo le disposizioni regionali, quando un paziente viene preso in carico, viene preso in carico per il presente e per il futuro. Quindi c’è stato un errore e prenderemo provvedimenti nei confronti di chi ha sbagliato. La faremo chiamare per fissare la nuova visita...».

La caratese ha spiegato al Presidente di avere già fissato nel frattempo la radiografia per la figlia in un altro ospedale (a Carate Brianza, ndr) e di avere invece prenotato la visita ortopedica di controllo privatamente «perché non volevo avere corsie preferenziali, solo perché mi sono lamentata».

Una questione di diritti

«Perché lo ha fatto? Non sono corsie preferenziali - le ha risposto Fontana - E’ un suo diritto! Non è che le facciamo un piacere: interveniamo dopo un errore che ha commesso la “macchina”. Ci mancherebbe altro. Non sta affatto avendo privilegi, ma semplicemente quello che è suo diritto avere...».
Dieci minuti più tardi il cellulare della donna ha squillato nuovamente: era un operatore dell’ambulatorio di Ortopedia del San Gerardo, che la contattava per fissare la data del controllo alla metà di maggio.

«Via il tasto dedicato: il servizio Zerocoda assicura tempi brevissimi»

Dopo il caso segnalato al nostro settimanale dalla mamma di Carate Brianza, l’ospedale San Gerardo di Monza ha assicurato «azioni migliorative» riguardo alle visite di controllo a tempi prestabiliti, mentre sul tasto dedicato ai diversamente abili si è scelto di optare per la prenotazione tramite il servizio «Zerocoda» che «funziona meglio» e «consente attese più ridotte».

«La maggior parte dell’utenza che si rivolge al Cup della Fondazione Irccs San Gerardo presenta fragilità derivanti da diverse condizioni cliniche che ne determinano l’accesso in ospedale come disabilità permanente, inabilità temporanea, come nel caso di pazienti ortopedici o cardiologici su carrozzina o con stampelle, o ancora pazienti con sintomatologie post operatorie, portatori di invalidità, pazienti oncologici, donne in gravidanza - spiegano dal San Gerardo - In passato si era percorsa la via dell’accesso agli sportelli riservato ai pazienti disabili e fragili con tasto dedicato che non aveva determinato miglioramenti in quanto avevano utilizzato questo percorso pazienti che non ne potevano usufruire. In questo contesto la scelta era stata quella di utilizzare la prenotazione dell’accesso attraverso il servizio Zerocoda (www.prenota.zerocoda.it). Attraverso questa procedura abbiamo verificato che il tempo medio di attesa varia dai 3 ai 17 minuti massimi. Preferenziale per le persone disabili è la prenotazione con Zerocoda: utilizzando tale sistema infatti il tempo di attesa è ridotto. Va evidenziato che al San Gerardo è comunque attivo un Cup pediatrico che sarebbe potuto essere utilizzato nel caso specifico che ha inferiori attese ed è più vantaggioso per l’utenza, limitando i disagi».

La questione della disponibilità delle agende

«Rispetto alle disponibilità delle agende - puntualizzano - va precisato che, in caso di controlli a tempi prestabiliti in sede di visita, è previsto che lo stesso ambulatorio si attivi con il Cup per rispettare la scadenza del controllo. Sono state effettuate verifiche sulla situazione e attuate le conseguenti azioni migliorative. In ogni caso, l’Urp, a cui la signora si è rivolta, è intervenuto, come avviene abitualmente in queste situazioni, per una soluzione e ha chiesto le copie delle impegnative per una rivalutazione della disponibilità, ma la signora al momento ha preferito non procedere».

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