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Uno scherzo di gioventù aiuterà la ricerca sui tumori

Martedì 1 aprile allo Sporting Club di Monza l’evento sulle teste Modì col professor Ferrucci, promosso dalla consigliera regionale Martina Sassoli per beneficenza

Uno scherzo di gioventù aiuterà la ricerca sui tumori
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Quello che fu uno scherzo di gioventù che lo rese famoso in tutta Italia, ora sarà l’occasione per raccogliere fondi per sostenere la ricerca oncologica. Martedì 1 aprile 2025 allo Sporting Club di Monza si svolgerà «La beffa del secolo. Le teste di Modì tra scienza e Charity», un’iniziativa per condividere esperienze su prevenzione, ricerca e supporto ai pazienti oncologici e alle famiglie, partendo dalla beffa delle «false teste» di Modigliani.

Lo scherzo dell'oncologo che aiuterà la ricerca

Protagonista dell’incontro, infatti, sarà il professore Pier Francesco Ferrucci, oncoimmunologo di fama internazionale e presidente del Comitato Scientifico della Fondazione «Focacci» che nell’estate del 1984, da giovane studente insieme a due amici, fu protagonista dello scherzo più famoso nella storia dell’arte italiana: il ritrovamento a Livorno delle false teste di Amedeo Modigliani.

A promuovere l’evento è stata la consigliera regionale e comunale Martina Sassoli, che spiega:

«L’arte, da sempre specchio della società, ci insegna che dietro ogni capolavoro si cela una storia fatta di autenticità, ma anche di inganno e mistero. Attraverso questo evento vogliamo esplorare il fenomeno della falsificazione nell’arte e, al tempo stesso, trasformarlo in un’opportunità concreta di bene. Per questo, abbiamo scelto di legare la storia delle ‘false teste Modì a una causa di fondamentale importanza: la raccolta fondi per la ricerca oncologica. Così come nel mondo dell’arte è essenziale distinguere il vero dal falso, nella medicina la ricerca è l’unico strumento per distinguere tra speranza e incertezza, tra possibilità e impossibilità di cura. Questo evento nato non solo per scoprire una delle pagine più curiose della storia dell’arte, si pone l’obiettivo di contribuire a una causa che riguarda ciascuno di noi sul fronte della ricerca grazie a una delle teste più brillanti che l’Italia ci abbia regalato. E, con tutto il rispetto, non è quella di Modigliani, ma quella del professor Ferrucci».

La ricerca oncologica e la Fondazione

Gli obiettivi dell’evento del 1 aprile sono sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca oncologica e del supporto ai pazienti e alle famiglie, raccogliere fondi per sostenere i progetti della Fondazione “Focacci” e condividere storie ed esperienze che intrecciano arte, scienza e solidarietà, offrendo una prospettiva sulla connessione tra questi mondi anche grazie all’intervento del comico Antonello Taurino di Zelig che allo scherzo delle teste di Modigliani ha dedicato una pièce teatrale, “Trovata una sega!” All'evento sarà presente anche Michele Ghelarducci, un altro dei tre ragazzi autori dello scherzo. Nata nel 2004 all'interno del “Rotaract Club Milano Scala Manzoni” e trasformata in fondazione nel 2008, la Fondazione “Focacci” in questi anni ha promosso oltre 450 visite specialistiche e raccolto circa 400mila euro per borse di studio e progetti di ricerca in medicina molecolare.

La beffa del secolo

Per chi non lo ricordasse lo scherzo di cui si fa menzione risale all’estate del 1984, quando in occasione del centenario della nascita dell’artista Amedeo Modigliani (12 luglio 1884), il Museo Progressivo di Arte Moderna di Livorno decise di allestire una mostra in omaggio al suo cittadino più illustre. L’esposizione aveva l’obiettivo di evidenziare la breve e poco documentata carriera di scultore di Modigliani.
La Direzione del Museo e il Comune di Livorno decisero di utilizzare delle scavatrici per perlustrare il Fosso Mediceo, dove nel 1909, si dice, Modigliani aveva gettato alcune delle sue sculture.
Passarono alcuni giorni, ma delle sculture di Modigliani nessuna traccia. A quel punto tre giovani studenti di Livorno, Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Ghelarducci, decisero di mettere in atto una delle più grandi beffe nel mondo dell’arte: la creazione e il ritrovamento delle false teste di Amedeo Modigliani.
Il piano funzionò alla perfezione. Quando le teste furono scoperte, furono immediatamente attribuite a Modigliani e divennero un sensazionale ritrovamento archeologico. Gli esperti d’arte, tra cui alcuni dei più noti storici e critici d’arte italiani, da Giulio Argan a Vittorio Sgarbi, confermarono l’autenticità delle opere, senza sapere che in realtà erano state create solo pochi mesi prima.
La beffa fu rivelata a settembre quando i tre studenti, poco prima della presentazione del libro che doveva consacrare definitivamente il valore mondiale della scoperta, i tre studenti livornesi, in un’intervista rilasciata al settimanale Panorama, dichiararono di essere gli autori delle teste, realizzate non con uno scalpello ma con un trapano elettrico Black&Decker.

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