Un’ostetrica replica al sacerdote: «Non esistono altri generi oltre a quello maschile e femminile»
Si accende il dibattito sulle dichiarazioni di don Armando Cattaneo, presente al Brianza Pride in città
La sesta edizione del Brianza Pride a Seregno - per la prima volta fuori Monza - ha visto la partecipazione di almeno 1.500 persone. Una manifestazione festosa e colorata che di certo non è passata inosservata, tanto per il numero di partecipanti quanto per le reazioni - evidentemente discordanti - che ha suscitato. Senza dimenticare il rosario «riparatore» recitato la sera successiva da almeno settanta persone, davanti al Santuario di Santa Valeria.
Un’ostetrica replica al sacerdote: «Non esistono altri generi oltre a quello maschile e femminile»
Nei giorni scorsi in redazione è pervenuta la lettera della caratese Rosaria Redaelli, ostetrica ed educatrice affettivo sessuale, che senza entrare nel merito del Brianza Pride ha voluto commentare le dichiarazioni rilasciate al Giornale di Seregno da don Armando Cattaneo («Come possiamo pensare che il Padreterno ci abbia fatto solo maschi e femmine?»), presente al corteo e nel successivo momento conclusivo nell’area della Porada.
«Da un prete cattolico ci si aspetterebbe il minimo sindacale della conoscenza della Bibbia («Dio creò l’uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò», Genesi 1,27), ma se a costui facesse difetto la conoscenza, potrebbe sopperire alla lacuna quanto meno ragionando da persona e cioè constatando i fatti: la trasmissione della vita è stata affidata dal Creatore alla differenziazione sessuale tra maschio e femmina. Poteva creare più generi? Magari sì, ma ha preferito fare diversamente restando fedele a sé stesso - scrive Rosaria Redaelli - Analogamente, se ci avesse fornito, ad esempio, un terzo occhio avremmo visto meglio, ma deve aver pensato che la perfezione del corpo umano era quella che ci ritroviamo addosso, compresi due occhi e non tre. Qualsiasi discussione razionale dovrebbe partire dal dato di fatto. Varianti fisiologiche o psicologiche nei due generi non autorizzano a pensare che esistano altri generi oltre a quello maschile e femminile. Quindi è senz’altro da ringraziare don Armando per la meritoria opera di prossimità alle persone Lgbtqiap+, ma essendo un educatore-pastore ci si aspetterebbe da lui lucidità sul percorso di maturità affettiva che ogni persona è chiamata a percorrere, sia essa etero o omosessuale. In questo percorso uno dei punti fondamentali è la capacità di accogliere la ricchezza dell’umano nelle sue differenze, in primis quella sessuale», si legge nella conclusione della lettera.