"Usmate-gate": la Procura chiede il rinvio a giudizio di nove indagati
Punto di svolta nell'inchiesta sulla presunta corruzione in Municipio: le richieste sono state firmate in questi giorni e saranno prese in esame dai giudici
La Procura chiede il rinvio a giudizio nei confronti degli indagati coinvolti nello scandalo corruzione al Comune di Usmate Velate, l’inchiesta condotta dal pm Carlo Cinque che ipotizza una serie di illeciti sulla gestione di diverse pratiche urbanistiche.
La Procura chiede il rinvio a giudizio di nove indagati
L’atto è stato firmato nei giorni scorsi, e ora sarà il gup Silvia Pansini a fissare l’udienza preliminare. Figura chiave nella vicenda è quella dell’ex responsabile dell’Ufficio ambiente e territorio Antonio Colombo, che secondo le accuse avrebbe “svenduto la propria funzione amministrativa” allo scopo di agevolare vari costruttori locali, tra cui Galdino Magni e Alberto Riva, anch'essi finiti in carcere all'avvio dell'inchiesta e successivamente rilasciati.
Il caso "Verde Manara"
Riva, ricordiamo, è l’immobiliarista di Vimercate responsabile del progetto “Verde Manara”, un complesso residenziale con piscina comune sequestrato dagli inquirenti, dove oltre venti famiglie hanno investito i propri risparmi per acquistare casa e oggi finito sotto sequestro. Tra i personaggi coinvolti figura anche Francesco Calogero Magnano, geometra già molto vicino a Silvio Berlusconi, finito nei guai per una presunta tangente versata per la costruzione di un centro commerciale. L’indagine, ad aprile, ha portato all’esecuzione di nove misure cautelari.
Gli indagati verso il rinvio a giudizio
Oltre alle figure già citate, ai domiciliari erano finiti anche altre cinque persone, per le quali la Procura ha chiesto ora il rinvio a giudizio: gli imprenditori Antonella Cantù, Donato Magni e Luigi Roncalli, così come Annabella e Giovanni Beretta, rispettivamente compagna e cognato di Colombo. I reati ipotizzati, al momento, sono quelli di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, emissione di fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale. Stralciata, per ora, la posizione dell'ex vicesindaco Pasquale De Sena, per la quale la Procura non ha chiesto il rinvio a giudizio.