Cogliate

Vandalizzato il presepe dell'Avis a Cogliate che in poche ore lo ha rimesso a posto

E' accaduto nei giorni scorsi: le sagome che riproducono la natività nell’area verde della rotatoria di Largo Volontari del Sangue sono state danneggiate da ignoti

Vandalizzato il presepe dell'Avis a Cogliate che in poche ore lo ha rimesso a posto
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Era  già accaduto anche nel 2015: il caratteristico presepe di Cogliate, curato dall'Avis locale, è stato vandalizzato.

Vandalizzato il presepe dell'Avis a Cogliate che in poche ore lo ha rimesso a posto

E' accaduto nei giorni scorsi: le sagome in polistirolo che riproducono la natività alla rotatoria di Largo Volontari del Sangue sono state danneggiate da ignoti. Ma grazie alla volontà e determinazione dei volontari in poche ore il presepe è tornato al suo splendore.

Lo ha affermato in queste ore anche il sindaco Andrea Basilico:

Progetto in Comune "Solidarietà all'Avis"

E in queste ore è arrivata la solidarietà anche della Lista Civica di minoranza "Progetto in Comune"

Esprimiamo il nostro sconcerto per l’atto di vandalismo ai danni del “Presepe” allestito presso la rotonda dell’Avis, nella nostra Cogliate.
Vogliamo mandare un messaggio di solidarietà ai Volontari dell’AVIS che hanno allestito anche quest’anno la raffigurazione della Natività, che abbraccia tanti di noi giungendo in paese, e li ringraziamo per essersi messi all’opera per ripristinare prontamente il presepe. Il loro impegno instancabile e costante è un esempio per tanti. Ci auguriamo che le autorità competenti individuino i responsabili, i quali potranno chiarire le motivazioni del loro gesto e ripagare la società del danno arrecato.
Tuttavia, condannare questa azione non è sufficiente. È il minimo dovuto, ma non basta! Da più parti leggiamo che gli autori del gesto sarebbero stati dei ragazzi, forse minorenni. E tra i vari commenti espressi via social, vi è una immediata condanna delle loro famiglie accusate di non riuscire a supervisionare i propri figli. Per quanto il gesto sia deprecabile e da condannare con forza, non vogliamo lanciarci a facili, semplici e banali accuse, ma vorremmo cogliere tale occasione per rilanciare una riflessione che ci sembra importante: perché siamo arrivati a questo?
Chi lavora nell’ambito educativo e sociale, sa molto bene come il più delle volte le azioni vandaliche non possano ridursi ad una semplice “mancanza di educazione”, ma sono spesso sintomi di un disagio sociale a cui gli autori partecipano. E a cui noi, comunità, dovremmo dare una risposta. Accusare le famiglie (non si sa bene quali e perché) di non essere competenti, o definire gli autori “imbecilli” non risolve la situazione. Non serve a chi deve riconoscere l’inadeguatezza del proprio atto, e non serve come deterrente. Non aiuta nemmeno tali famiglie a cui, se in difficoltà, come comunità e come amministrazione si dovrebbe porre la mano per un dialogo e un intervento di aiuto, anziché gettarle nella vergogna dei commenti pubblici.
Questi ragazzi (chiunque essi siano) potrebbero essere i figli di ognuno di noi. Possono essere i nostri nipoti, o gli amici degli stessi. Che cosa passa nella mente di un ragazzo o di una ragazza che, per sentirsi partecipe della propria realtà sociale, sente il bisogno di vandalizzare e distruggere? È a quel disagio, a quelle motivazioni profonde, che dovremmo guardare per comprendere una cosa importantissima: se nessuno di noi può sentirsi responsabile di quanto è accaduto, possiamo però tutti sentirci protagonisti del tipo di comunità che vogliamo costruire insieme.
E noi crediamo in una comunità che sappia reagire alle proprie ferite con determinazione e rigore, ma senza dimenticare che se dei ragazzi “vandalizzano un Presepe”, non è un problema solo e soltanto di quei ragazzi e dei loro famigliari: è un problema della collettività. Perché oggi sono quei ragazzi. Domani potrebbero essere altri.
E tra l’oggi e il domani, ci siamo noi: la comunità. Che strumenti mettiamo in campo a Cogliate per prevenire il disagio sociale? Quali spazi di aggregazione sono pensati per dare una risposta efficace ai ragazzi a rischio di devianza? Che opportunità ha un adolescente a Cogliate per sentirsi ascoltato e visto nei suoi bisogni? Che tipo di risposta vogliamo dare a questo fatto, oltre alla condanna e alle legittime sanzioni? E una volta identificati i colpevoli e le rispettive responsabilità, che cosa possiamo fare come Comunità per dare una risposta a tutto questo?
Condanniamo il fatto, nella viva speranza ci possa insegnare qualcosa di nuovo: a pensarsi come comunità in grado di affrontare le sfide del sociale e investire nell’educazione e nella prevenzione.
Una visione di società che qui manca da molto tempo.
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