La drastica riduzione delle volumetrie e delle altezze degli edifici che verranno realizzati nell’ambito dell’intervento edilizio previsto sull’area dismessa tra viale Lombardia e via Ticino, a San Fruttuoso, a Monza – ottenuta dall’Amministrazione dopo anni di trattative col privato – ha soddisfatto solo in parte.
Gli ambientalisti bocciano il nuovo masterplan
Da un lato c’è chi ha apprezzato il fatto che, dall’iniziale previsione di tre palazzi di 20, 16 e 13 piani, si sia giunti, nel masterplan approvato dalla Giunta settimana scorsa, a edifici che non supereranno i sei piani. Ma dall’altro c’è chi evidenzia che si tratta pur sempre di un intervento edilizio che andrà a insistere su una delle poche aree verdi rimaste in città.
Sono tornati a esprimere la propria contrarietà, i rappresentanti del comitato San Fruttuoso Bene Comune. «Non si tratta di un’area dismessa, visto che la dismissione riguarda solo il capannone posto a nord dell’area, che andrà demolito e l’area bonificata, bensì di un’area libera, a verde spontaneo, con a nord un bosco – hanno sottolineato – Questa superficie, anche se oggi non fruibile al pubblico (è privata e recintata), svolge una pluralità di funzioni ambientali, ecologiche e sociali molto utili utili agli abitanti dei quartieri San Fruttuoso e Triante nonché per tutta la città».
“Deve rimanere verde”
Il terreno a verde spontaneo, hanno evidenziato, «trattiene una quantità di Co2 quattro volte superiore a quella trattenuta dalle piante, il terreno libero da edificazioni permette la penetrazione dell’acqua piovana e contribuisce nei periodi caldi ad abbassare le temperature», senza tralasciare che nell’area è anche cresciuta la fauna selvatica e che «si tratta di uno spazio aperto, circondato da immobili di valore storico culturale (come Villa Torneamento, il Tiro a segno, il Villaggio Vittorio Veneto 1924 e il Villaggio dei Mutilati 1928 a Triante), con un legame storico architettonico documentato con Villa Torneamento, che permette paesaggisticamente una visuale delle montagne lecchesi». L’approvazione del nuovo masterplan, concludono, «è pure incoerente con la decisione della Giunta e del Consiglio Comunale di inserire l’area in questione tra quelle proposte all’ampliamento del perimetro del Parco della Valle del Lambro. Perché volerla far rientrare inserire in un ambito tutelato, per poi urbanizzarla comunque?».
Le perplessità dei consiglieri
Ma il nuovo masterplan approvato dalla Giunta ha sollevato perplessità anche all’interno della stessa maggioranza. I consiglieri di Lab Monza Francesco Racioppi e Lorenzo Spedo, giovedì durante il Consiglio Comunale, hanno espresso le proprie rimostranze.
«Da un lato è positivo che questa Amministrazione abbia più che dimezzato i volumi edilizi del progetto – hanno premesso – Il rischio era che sull’area sarebbero sorti palazzi alti fino a 20 piani. Ma vedendo il masterplan è sinceramente è difficile esprimere una vera gioia. Non possiamo evitare di manifestare la nostra contrarietà a un progetto che andrà a intervenire su una delle ultime aree libere disponibili a Monza e evidenziare la necessità di un confronto mediato dal Comune tra operatori e quartiere per cercare di corrispondere alle esigenze dei residenti».
Per questo i consiglieri hanno richiesto formalmente alla Giunta di organizzare incontri pubblici «che siano funzionali a informare e coinvolgere la cittadinanza nella progettazione dell’area, per permettere ai residenti di esprimere opinioni e suggerimenti sull’intervento, con particolare riferimento alle parti di interesse collettivo, quali la realizzazione della piazza e del parco pubblico». Ha rimarcato invece la propria soddisfazione circa il risultato ottenuto, l’assessore al Governo del Territorio Marco Lamperti: «Dopo tre anni di negoziazione siamo riusciti ad abbassare le altezze al di sotto dei parametri dello strumento urbanistico e anche le volumetrie», ha affermato.