Vimercatese si incatena davanti all'azienda che ha fondato per riavere i suoi ricordi
Flavio Riva, 80 anni, è stato protagonista di una protesta vibrante che per fortuna è durata solo alcune ore. Grazie anche all’intermediazione dei Carabinieri è stato trovato un principio d'accordo con l'azienda

Una protesta vibrante quella messa in atto nei giorni scorsi da Flavio Riva, 80 anni, residente a Vimercate. Si è presentato a Cambiago davanti all’azienda che ha concorso a fondare nel 1968 con il suo cappello da alpino in testa, un megafono e un cartello appeso al petto: "Voglio gli oggetti di mia proprietà!".
Accanto a lui una sedia e un valigia, con dentro gli effetti personali per uno stazionamento che si preannunciava lungo. Ma che per fortuna è durato solo alcune ore grazie anche all’intermediazione dei Carabinieri.
Vimercatese si incatena davanti all'azienda che ha fondato per riavere i suoi ricordi
Flavio Riva, 80 anni, lo scorso giovedì mattina si è incatenato alla cancellata della Eurostands di Cambiago, in viale delle Industrie. L’imprenditore, rimasto socio di minoranza della società con una quota del 30%, nel 2022 ha ceduto la guida della ditta (specializzata nell’allestimento di fiere ed eventi di grande portata) a un’altra realtà. Da ormai due anni Riva sta lottando affinché gli venga concessa la possibilità di varcare la soglia della Eurostands per tornare in possesso dei beni che gli appartengono e che sono rimasti negli uffici e nei locali di viale delle Industrie, diventati per lui, nel corso di mezzo secolo, la sua seconda casa.
Prima di tutto ci sono i volumi della sua biblioteca personale, che annovera anche i volumi dell’Opera Omnia di Benito Mussolini. Ma non solo: anche enciclopedie, libri d’arte e scolastici e varie collezioni, come quella delle riviste del Touring Club, avviata dal padre, e dei libretti degli spettacoli del Teatro alla Scala di Milano, di cui l’80enne è un assiduo frequentatore e amante. Non a caso è anche diplomato al Conservatorio.
"Rivoglio indietro la mia roba"
Due settimane fa mi è stata mandata una formale diffida dall’avvocato affinché non chiedessi più di riavere ciò che mi appartiene - ha spiegato - Vogliono che presenti loro fatture e documenti che attestino che quei beni sono effettivamente miei. Ma come pretendono che possa farlo? Ci sono anche oggetti che appartengono alla mia famiglia da generazioni. Hanno cambiato tutte le serrature, nonostante detenga ancora il 30% delle quote societarie. Mi sono sentito umiliato, oltre che ferito per la lesione dei miei diritti. Dentro sono rimaste anche foto di famiglia, quindi dei veri e propri ricordi. Non è una questione economica: si tratta soprattutto, se non solo, del valore affettivo.
Tutto questo ha spinto Riva a protestare in maniera vibrata, avviando anche lo sciopero della fame. Dopo l'interlocuzione con i referenti dell'azienda, mediata dalla Stazione dei Carabinieri di Gorgonzola, si è trovato un principio d'accordo e l'80enne è tornato a casa in attesa di poter riavere i suoi ricordi personali.
I libri bei del Duce li compero io
È un diritto e un dovere avere rispetto per quello che ha costruito ,e detiene ancora le quote,averne di persone così.Piena solidarietà
Ha tutto il diritto è dovere di riavere tutto ciò che e Suo,come si permettono di sequestrargli i suoii ricordi?e ciò che gli appartiene?questo e un reato che può essere penale .
Solidarietà piena al signor Riva. In questa storia la cosa più vergognosa è che un avvocato mandi una lettera di diffida a una persona come il sig. Riva, sempre la stessa storia in Italia forti con i deboli e deboli con i forti, vergognatevi!
Speriamo che i nuovi arrivati abbiano buttato al macero i tanto amati libri del Duce.