Inaugurazione

Violenza contro le donne: una mostra per rompere il silenzio

Le testimonianze delle vittime che sono riuscite a dire basta

Violenza contro le donne: una mostra per rompere il silenzio
Pubblicato:

Una mostra fatta in silenzio per rompere il silenzio. Ieri sera, sabato 12 novembre 2022, è stata inaugurata l’esposizione “Sui passi della violenza” presso la sala consiliare Aldo Moro, a Vedano al Lambro, realizzata dall’artista e pittore Sergio Brambillasca, in collaborazione con l’associazione Unavi.

Una mostra contro la violenza sulle donne

"Questa mostra va sentita e guardata, è un pugno nello stomaco perché guardando questi quattordici quadri capiamo che quello che è capitato ed è raccontato in queste quattordici opere potrebbe accadere a tutti noi, quindi ci richiama ad essere più attenti", ha esordito il primo cittadino Marco Merlini davanti ad una sala gremita nella quale non sono mancate le testimonianze di vittime che hanno deciso di ribellarsi e non rimanere in silenzio, salvandosi la vita.

La terribile testimonianza

"Conobbi quest’uomo, un anno e mezzo dopo la separazione. Con lui si era instaurata una relazione tossica, proprio perché come con la droga, sappiamo che ci fa male, ma ne siamo dipendenti", ha raccontato Sabrina, una delle vittime che dal 2019 fa parte di Unavi.

"Avevo iniziato a notare che ci fosse qualcosa che non andava grazie ad alcuni articoli che mi aprirono gli occhi su determinati comportamenti manipolatori che quell’uomo aveva nei miei confronti. Così, dopo tante violenze psicologiche e qualche violenza fisica sono riuscita a lasciarlo attuando il no contact" ha aggiunto Sabrina.

Le discussioni e le botte

Storia differente, ma con un finale anch’esso positivo è quella condivisa da Beatrice. "Avevo solo 21 anni quando ho conosciuto quest’uomo di quattordici anni più grande di me", ha esordito. "Da subito mi ha confessato di avere alle spalle una denuncia per aggressione nei confronti di una ragazza. Per tre anni, a parte l’eccessiva gelosia, non ha mai manifestato comportamenti che mi facessero allarmare, fino a quando non fu scagionato definitivamente".

Picchiata e rinchiusa in casa

"Da quel momento – ha spiegato la giovane - le discussioni sono diventate sempre più frequenti, arrivando poi, a inizio giugno del 2019 alla litigata più pesante. Mi ha picchiata e rinchiusa in casa per quattro giorni, quando all’improvviso, nell’unico momento in cui mi aveva lasciata sola, ho deciso che dovevo salvarmi la vita. Mi sono calata dal balcone e ho chiesto aiuto in un panificio vicino", ha chiosato.

Un gesto disperato quello compiuto da Beatrice, ma che le ha permesso di scappare da una situazione di morte certa. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino a giovedì 17 dalle 10 alle 12.

Seguici sui nostri canali
Necrologie